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Diabete No Grazie

E “cosa posso fare per il mio cuore?”

Un cardiologo ospedaliero come Pompilio Faggiano lavora per non avere clienti. E per evitare che le persone entrino in una corsia di cardiologia o di unità intensiva i passi da seguire sono tre: valutare il proprio livello di rischio, seguire un adeguato calendario di controlli periodici comunque vada e – se qualcosa non funziona – intervenire con farmaci e cambiamenti nello stile di vita. La soluzione ideale comunque è un’altra. Fare una vita sana fin dall’inizio.

Pompilio Faggiano
cardiologo ospedaliero presso gli Spedali civili di Brescia.
Professore di Epidemiologia delle Malattie cardiovascolari alla Scuola di specializzazione dell’Università di Brescia.

Il dottor Faggiano è un cardiologo ospedaliero, lavora agli Spedali civili di Brescia e vede ogni giorno persone che avrebbero potuto benissimo fare a meno di divenire ospiti del reparto di cardiologia. Tra l’altro insegna anche Epidemiologia delle Malattie cardiovascolari alla Scuola di specializzazione dell’Università e quindi le sue non sono solo impressioni. Se a questo aggiungi la sollecitudine del medico che vorrebbe davvero vedere le persone più sane possibile… «ecco che non mi riesce di stare zitto quando vedo una persona che dopo un piatto di carne accende una sigaretta, ordina il secondo grappino e mi chiede ‘E cosa posso fare per il cuore?’», racconta Faggiano che ammette di essere un ‘pessimo commensale’ quando si trova a tavola o in occasioni sociali.

Cosa si può fare per evitare di diventare pazienti di una cardiologia o di una unità coronarica? «La cosa migliore sarebbe fare a meno dei medici, soprattutto dei cardiologi», dice sorridendo Pompilio Faggiano, «condurre da sempre una vita sana, senza aspettare che i problemi siano già sorti, con almeno mezz’ora di esercizio fisico e mangiando verdura e frutta ogni giorno, carne rossa, salumi e uova una volta alla settimana ciascuno». Di fatto però questa è l’eccezione. Il second best, la seconda migliore alternativa è invece fare un riferimento importante alle opportunità diagnostiche e alle soluzioni offerte dalla medicina.

Faggiano descrive così le opportunità diagnostiche esistenti in cardiologia: «Come una fortezza medioevale anche la salute del cuore ha tre linee di difesa. La più avanzata è il controllo periodico dei parametri metabolici. Ne avrete già parlato perché quello che sto per dire fa parte dell’ABC della prevenzione del diabete e di altre condizioni metaboliche».

Sì, ma dal punto di vista del cuore quali esami contano di più?
Numero uno la pressione. E non dico poco, perché il 30-40% dei soggetti adulti di entrambi i sessi hanno una pressione arteriosa superiore a 140/90 mmHg.

Mal comune mezzo gaudio.
Lo vada a raccontare ai miei pazienti in cardiologia o in unità coronarica che ‘gaudio’ è un evento cardiovascolare acuto! Avere la pressione alta significa che qualcosa dentro di te sta rovinando le tue arterie.