Skip to content

Diabete.it

Perché la persona con diabete deve tenere sotto controllo la pressione arteriosa?

Studi condotti per molti anni su grandi numeri di persone, con metodologie e risultati controllati e confermati ci permettono di affermare oltre ogni ragionevole dubbio che una ipertensione anche moderata rappresenta un serio rischio per il cuore. Rischio che si moltiplica se all’ipertensione si associa il diabete. Riportare a valori più bassi possibile la pressione arteriosa è quindi importantissimo ed è possibile.

a cura di
Luigi Gentile

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di mortalità dei soggetti diabetici e sono anche la principale causa di complicanze e ricoveri e di costi diretti e indiretti della malattia diabetica. Studi clinici hanno dimostrato che ridurre i fattori di rischio cardiovascolare è efficace nel prevenire o rallentare le malattie cardiovascolari. Viceversa, la presenza del diabete e di ipertensione (così come di altri fattori di rischio cardiovascolare) comporta un rischio da 2 a 10 volte superiore di sviluppare cardiopatia ischemica (infarto, angina pectoris), ictus e scompenso cardiaco.

La persona con diabete deve preoccuparsi anche della pressione arteriosa?

L’ipertensione (vale a dire una pressione arteriosa eguale o superiore a 140 di ‘massima’ e 90 di ‘minima’ misurati con i tradizionali mmHg) è comune tra le persone con diabete e rappresenta un fattore di rischio maggiore per la malattia cardiovascolare oltre che per le complicanze microvascolari (dei piccoli vasi), come la retinopatia e la nefropatia.

Nel diabete di tipo 1 l’ipertensione è spesso la conseguenza di una nefropatia sottostante, mentre nel diabete di tipo 2 può essere presente come parte della sindrome metabolica, che si accompagna a sua volta a più elevate percentuali di malattie cardiovascolari.

Esiste un obiettivo pressorio ideale per un paziente diabetico?

Studi clinici randomizzati hanno dimostrato gli effetti positivi nei soggetti diabetici (riduzione degli eventi coronarici, ictus e nefropatia) dell’abbassamento dei valori pressori sotto i 130 mmHg di sistolica (‘massima’) e sotto gli 80 mmHg di diastolica (‘minima’). Si tratta di un obiettivo ragionevole e che è possibile ottenere.

Per ottenere questo obiettivo basta prendere dei farmaci?

No

Delle modifiche nelle abitudini e nello stile di vita sono fondamentali: a parte la riduzione del sale (non aggiungerne ai cibi, evitare quelli troppo salati), le altre raccomandazioni coincidono con quelle che la persona con diabete già conosce: riduzione del peso corporeo (quando indicato), l’aumento corretto del consumo di frutta, di vegetali e di latticini a basso contenuto in grassi, la diminuzione del consumo di alcolici e l’aumento dell’attività fisica hanno dimostrato essere efficaci nel ridurre i valori pressori nei soggetti non diabetici Queste misure rappresentano una risorsa terapeutica essenziale nella gestione globale del paziente diabetico.

Esistono farmaci di comprovata efficacia?

La riduzione dei valori pressori con terapie farmacologiche basate sull’uso di antiipertensivi,di diverse classi come gli ACE-inibitori, gli inibitori del recettore dell’angiotensina, i beta-bloccanti, i diuretici e i calcioantagonisti, si è dimostrata efficace nel ridurre le malattie cardiovascolari.

Sulla base dei risultati di numerosi studi la terapia farmacologica iniziale per i pazienti con una pressione >140/90 mmHg dovrebbe essere attuata con una classe di farmaci in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari nel paziente diabetico (come gli ACE-inibitori, gli inibitori del recettore dell’angiotensina, i beta-bloccanti, i diuretici e i calcioantagonisti).

Tutti i pazienti diabetici ipertesi dovrebbero essere trattati con schemi terapeutici che includono un ACE-inibitore o un inibitore del recettore dell’angiotensina. Se una di queste due classi non è tollerata dovrebbe essere sostituita con l’altra.

Quando è necessario fare qualcosa per la pressione arteriosa elevata?

Una pressione sistolica superiore o eguale a 160 mmHg o una pressione diastolica superiore o eguale a 100 mmHg richiedono, comunque, l’inizio immediato del trattamento farmacologico. Molti pazienti richiederanno tre o più farmaci per raggiungere l’obiettivo terapeutico.

Una pressione sistolica superiore o eguale a 140 mmHg o una pressione diastolica superiore o eguale 90 mmHg dovrebbe essere trattata con modifiche dello stile di vita e una terapia farmacologica.

I pazienti con una pressione sistolica di 130-139 mmHg o una diastolica di 80-89 mmHg dovrebbero modificare lo stile di vita e seguire una terapia comportamentale per un massimo di 3 mesi e poi, se gli obiettivi non sono stati raggiunti, essere trattati con l’aggiunta di un farmaco inibitore del sistema renina-angiotensina.

Quali sono le principali raccomandazioni per una corretta gestione della pressione arteriosa nel diabete?

Le Raccomandazioni proposte dall’American Diabetes Association prevedono per quanto riguarda lo screening e la definizione degli obiettivi del controllo pressorio:

Screening e diagnosi
La pressione arteriosa dovrebbe essere misurata ad ogni visita. I pazienti che hanno valori pressori di sistolica >130 mmHg o di diastolica >80 mmHg dovrebbero verificare i valori pressori in un giorno differente.

Obiettivi
Il trattamento antiipertensivo nei pazienti con diabete dovrebbe garantire una pressione sistolica <130 mmHg e di pressione diastolica <80 mmHg.

Ci sono raccomandazioni speciali per donne e anziani?

Per le donne diabetiche con ipertensione arteriosa cronica in gravidanza sono indicati, obiettivi pressori di 110-129/65-79 mmHg.

Nelle persone anziane i valori pressori dovrebbero essere ridotti gradatamente al fine di evitare complicazioni.

I farmaci contro l’ipertensione fanno male al diabete?

No, anzi!

In misura diversa i farmaci utilizzati per l’ipertensione contribuiscono a ridurre l’iperglicemia e le sue complicanze. In generale grazie a una diagnosi precoce del diabete e una attenta individuazione degli altri fattori di rischio individuale della persona con diabete, è possibile ridurre le complicanze del diabete tramite un intervento multifattoriale incentrato su un favorevole stile di vita, sul buon controllo della glicemia, della pressione arteriosa, del colesterolo e degli altri fattori di rischio cardiovascolare: disponiamo infatti oggi degli strumenti culturali, tecnico-scientifici e operativi in grado di perseguire tali obiettivi, per il miglioramento della qualità di vita delle persone con tale condizione.

Bibliografia

American Diabetes Association Clinical Practice Recommendations 2006 – Diabates Care Vol. 29, Suppl. 1, January 2006 http://care.diabetesjournals.org/content/vol29/suppl_1/

Arauz-Pacheco C, Parrott MA, Raskin P: The treatment of hypertension in adult patients with diabetes. Diabetes Care 25:134-147, 2002

Chobanian AV, Bakris GL, Black HR, Cushman WC, Green LA, Izzo JL Jr, Jones DW, Materson BJ, Oparil S, Wright JT Jr, Roccella EJ: The Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure: the JNC 7 report. JAMA 289:2560-2572, 2003

UK Prospective Diabetes Study Group: Tight blood pressure control and risk of macrovascular and microvascular complications in type 2 diabetes: UKPDS 38. BMJ 317:703-713, 1998

Adler AI, Stratton IM, Neil HA, Yudkin JS, Matthews DR, Cull CA, Wright AD, Turner RC, Holman RR: Association of systolic blood pressure with macrovascular and microvascular complications of type 2 diabetes (UKPDS 36): prospective observational study. BMJ,321:412-419, 2000

Lewington S, Clarke R, Qizilbash N, Peto R, Collins R: Age-specificrelevance of usual blood pressure to vascular mortality: a metaanalysis of individual data for one million adults in 61 prospective studies. Lancet 360:1903-1913, 2002