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Costi diabete: AMD fa il punto sulla sostenibilità

Le recenti innovazioni per la terapia del diabete si sono dimostrate in grado di prevenire efficacemente le complicanze cardiovascolari, risultando quindi sostenibili e costo-efficaci. Se n’è parlato al convegno AMD Diabete e malattia cardiovascolare: nuove evidenze?

a cura di Francesco Romeo e Miryam Ciotola


La malattia cardiovascolare (MCV) è la prima causa di morte nei pazienti con diabete mellito: il 65% dei diabetici di tipo 2 muore per cardiopatia ischemica o ictus e un adulto diabetico ha una probabilità doppia di soffrire di MCV rispetto a un non diabetico. Insomma, come ben sappiamo, il pesante impatto delle complicanze cardiovascolari nella gestione del diabete è un problema da tempo all’ordine del giorno. Proprio per approfondire il tema e riflettere su come assicurare ai pazienti un controllo glicemico ottimale e un’adeguata protezione cardiovascolare, ottimizzando al contempo l’impiego delle risorse e riducendo la spesa a carico del SSN, AMD ha recentemente organizzato a Feroleto Antico (CZ) il convegno dal titolo Diabete e malattia cardiovascolare: nuove evidenze? Dei temi dell’evento, che ha coinvolto diabetologi, cardiologi e altri specialisti, ce ne parlano Domenico Mannino, Domenico Cucinotta e Riccardo Candido, rispettivamente Presidente, past president e consigliere AMD.

 

Domenico Mannino

Presidente Mannino, perché un convegno su diabete e malattia cardiovascolare?
Andiamo con ordine. Anzitutto, alcuni nuovi farmaci antidiabetici si sono dimostrati capaci di agire anche sui fattori di rischio cardiovascolare e nonostante questo essi sono attualmente impiegati in una popolazione di pazienti molto ristretta.

Questione di costi?
Va considerato che il loro maggior costo unitario verrebbe ampiamente bilanciato dal risparmio legato alla minore incidenza di ipoglicemie ed eventi cardiovascolari e renali che tali terapie permettono di ottenere.

Questo spiega la necessità di un convegno dedicato?
L’obiettivo è dunque stato il voler fare chiarezza in merito al valore di questi nuovi farmaci. Evidenziando come il loro impiego sia associato a un minore uso di risorse per visite, esami, chiamate al 118, accessi al pronto soccorso e ricoveri dovuti alle complicanze cardiovascolari del diabete.

Domenico Cucinotta

Prof. Cucinotta, cosa ci dicono gli studi?
Da circa un anno sono disponibili i risultati di alcuni importanti studi clinici che, per la prima volta, hanno dimostrato come nuove classi farmacologiche sviluppate per la cura del diabete siano anche in grado di ridurre la comparsa di eventi cardiovascolari e renali. L’insufficienza renale è infatti l’altra grande complicanza dei pazienti diabetici.

A quali studi in particolare si riferisce?
Allo studio LEADER che, condotto su una molecola appartenente alla famiglia delle incretine, ha evidenziato come tali farmaci abbiano ridotto gli eventi cardiovascolari oltre alla comparsa e alla progressione dell’insufficienza renale. E poi anche gli studi EMPA-REG e CANVAS che, condotti su molecole del gruppo delle gliflozine, hanno mostrato una diminuzione degli eventi cardiovascolari e soprattutto dello scompenso cardiaco.

Riccardo Candido

Riccardo Candido, c’è chi sostiene che l’innovazione porta con sé un inevitabile aumento dei costi per il SSN. Che dire della sostenibilità delle cure?
Ai fini di un’analisi corretta del problema, occorre distinguere tra prezzo e costo. Mentre nel primo caso si intende la spesa per un determinato farmaco o dispositivo tecnologico, nel secondo caso si fa riferimento alla spesa per la gestione complessiva della persona con diabete. Secondo i recenti dati dell’osservatorio ARNO, tale spesa si compone per il 49% dai ricoveri dovuti alle complicanze del diabete e alle patologie ad esso associate, per il 23% dai farmaci legati in particolare alle complicanze cardiovascolari e solo per il 7% dai farmaci antiperglicemici.

In sintesi, i nuovi farmaci costano di più?
Se si considera il costo totale della persona con diabete, le nuove terapie, che permettono di prevenire ipoglicemie, complicanze e ricoveri, ovvero la parte di spesa più cospicua, risultano non solo sostenibili, ma anche costo-efficaci. Considerando, inoltre, i costi indiretti, ad esempio le giornate lavorative perse, il vantaggio è ancora maggiore.

In termini di appropriatezza?
È chiaro che la gestione delle opzioni terapeutiche da parte degli operatori sanitari deve essere appropriata: l’innovazione farmacologica va destinata al paziente giusto, che ne può trarre il maggior beneficio. Il convegno è andato appunto in tale direzione, confermando l’impegno di AMD nel formare i propri soci, affinché continuino a essere professionisti competenti e di valore, capaci di operare con un approccio sempre più appropriato.