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Efficacia e sicurezza delle statine nel paziente anziano

A cura di Marcello Monesi

4 marzo 2019 (Gruppo ComunicAzione) – La terapia con statine è senza dubbio uno dei capisaldi della prevenzione: robuste evidenze ne confermano il ruolo nella riduzione degli eventi e della mortalità cardiovascolare (CV).

Resta ancora oggetto di controversie il ruolo della terapia ipolipemizzante nei soggetti in età avanzata: se è vero che le linee-guida suggeriscono l’impiego di statine nei soggetti di età superiore ai 75 anni, in quanto l’età avanzata si correla fortemente con il rischio CV: tuttavia in questa fascia di età mancano ancora univoche evidenze a supporto di una effettiva prevenzione CV associata a tali farmaci.

Un recente studio osservazionale retrospettivo (1) ha evidenziato un beneficio, in termini di riduzione degli eventi CV e della mortalità per tutte le cause, nei pazienti di età compresa tra i 75 e gli 84 anni solo negli affetti da diabete, mentre nei non diabetici non vi era differenza significativa rispetto al gruppo di controllo.

Una recentissima metanalisi, pubblicata su Lancet (2), apporta nuovi dati in merito: in questo studio i ricercatori hanno analizzato dati provenienti da 28 importanti RCT (randomised controlled trial) con almeno 1000 pazienti trattati per 2 anni, sulle statine, comprendenti un totale di circa 187.000 pazienti, di cui 14.500 di età uguale o superiore ai 75 anni. La durata media della terapia era di 5 anni.

L’analisi dei dati sulla popolazione in prevenzione primaria e secondaria combinata ha confermato il beneficio associato all’utilizzo delle statine in tutti i gruppi di età: alla riduzione di 1 mmol/l (38,7 mg/dl) dei livelli plasmatici di colesterolo LDL si è associato un calo degli eventi CV maggiori del 22% nei soggetti di età <75 anni e del 13% nei soggetti più anziani. Tuttavia, negli ultrasettancinquenni che non presentavano pregresso evento CV non si è osservata una differenza sostanziale negli eventi CV e nella mortalità tra chi assumeva statine e chi no. Nessuna differenza è stata osservata in tutti i gruppi sulla morbilità per cause neoplastiche e sulla mortalità per cause non CV.

In attesa di ulteriori risultati provenienti da RCT attualmente in corso, la cui conclusione è attesa nel 2022, gli autori commentano che la terapia con statine può conferire protezione al paziente anziano con rischio CV “sufficientemente alto”. Ai fini della decisione terapeutica appare quindi imprescindibile la personalizzazione del profilo di rischio.


1. BMJ 2018;362:k3359

PubMed

2. Lancet 2019;393(10170):407-15

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.