Acarbosio

Tipo di farmaco:
Inibitori dell’alfa-glucosidasi intestinale
Famiglia:
Inibitori dell’alfa-glucosidasi intestinale
Anno di nascita*:
1995
Nomi:
Acarphage (Merck Serono), DOC (Doc Generici), Glicobase (Bayer), Glucobay (Bayer), Tecnig (Tecnimede-Soc-Tecnomed)

All’inizio di un pasto o dopo l’assunzione di carboidrati (zuccheri) il pancreas aumenta la produzione di insulina in modo da poterli utilizzare una volta che assorbiti dall’intestino e arrivino nel sangue Nel diabete tipo 2 il pancreas risponde in ritardo e in modo meno efficace al carico di zuccheri in arrivo, permettendo che la glicemia salga nel sangue oltre ai valori normali (iperglicemia). L’iperglicemia dopo il pasto aumenta il rischio delle malattie cardiovascolari. L’acarbosio agisce sull’intestino rallentando la digestione dei carboidrati (zucchero, pane, riso, pasta, etc) che quindi vengono assorbiti e arrivano nel sangue più lentamente. In questo modo si aiuta a prevenire o perlomeno ridurre gli improvvisi aumenti della glicemia dopo i pasti.

Note

(*) Anno di approvazione da parte della Food and Drug Administration o altri istituti analoghi accreditati.

Nel diabete tipo 1. Nel diabete tipo 2 associato a secretagoghi o insulina. All’esordio con insulina.

Perché il medico mi ha prescritto questo farmaco?
L’acarbosio è un farmaco che viene prescritto alla persona con diabete tipo 2 quando è difficile il controllo della glicemia dopo i pasti (glicemia post-prandiale, quella che si misura a due ore dal pasto).
L’acarbosio può anche essere prescritto a persone con altre forme di diabete, per esempio a un diabetico tipo 1 che trova difficile, con le insuline, tenere sotto controllo la glicemia postprandiale.

Quali condizioni sconsigliano l’uso di questo farmaco?
L’acarbosio è un farmaco generalmente ben tollerato. Prima di prescriverlo però, il medico deve essere informato se vi sono state diagnosticate: grave insufficienza renale, celiachia, infiammazione cronica dell’intestino (colite ulcerosa o morbo di Crohn) o se avete subito interventi all’apparato digerente (per esempio soggetti gastroresecati). In questi casi infatti l’uso del farmaco potrebbe essere controindicato.

Quali risultati posso attendermi?(*)
L’acarbosio agisce soprattutto sulla glicemia postprandiale, quella misurata due ore dopo i pasti. L’assunzione della pillola, ovviamente, non esime dal seguire una alimentazione corretta, secondo le indicazioni avute. È spesso usato in associazione con altri farmaci. Da solo l’acarbosio riduce l’emoglobina glicata di 0,5 – 0,8 ‘punti’ percentuali in media.

Ha effetti sul peso, sulla pressione o sui grassi nel sangue?
Non ha effetti significativi sul peso corporeo.

L’acarbosio si è dimostrato efficace nella prevenzione del diabete in soggetti a rischio (sovrappeso o con alterazioni del metabolismo del glucosio – il cosiddetto ‘prediabete’). In questi soggetti ha rallentato il processo di aterosclerosi e ridotto il rischio di malattie del cuore e della circolazione. Sempre in questo tipo di pazienti con ‘prediabete’, l’acarbosio ha dimostrato di poter ridurre il numero di nuovi casi di ipertensione.

 

Note

(*) I dati indicati sono quelli medi, generalmente il risultato iniziale proporzionale alla gravit dello squilibrio glicemico. I dati relativi allemoglobina glicata sono quelli di Nielsen LL Drug Discov Today. 2005 May 15;10(10):703-10.

Può provocare ipoglicemie?
No, da solo l’acarbosio non provoca ipoglicemie. Potrebbe aumentare l’effetto ipoglicemizzante postprandiale di altri farmaci, soprattutto le sulfaniluree a lunga durata di azione e l’insulina. In caso di ipoglicemia chi usa l’acarbosio dovrà correggerla con il glucosio (che viene assorbito direttamente), e non con il saccarosio (lo zucchero, che deve essere digerito dall’alfa-amilasi per essere assorbito).

Ha effetti collaterali seri?
In una minima percentuale di casi può aumentare le transaminasi (AST e ALT), enzimi che indicano una sofferenza del fegato. In ogni caso riducendo le dosi o sospendendo il farmaco le transaminasi ritornano nella norma.

Provoca effetti indesiderati e fastidiosi?
Gli zuccheri che non entrano subito nel sangue grazie al farmaco e che rimangono nell’intestino possono fermentare per azione dei batteri. Molto frequentemente, soprattutto all’inizio, si può quindi manifestare meteorismo (presenza e fuoriuscita di gas dall’intestino) e meno frequentemente diarrea. Essendo questi disturbi proporzionali al dosaggio si può cercare di evitarli assumendo il farmaco a dosi graduali gradualmente crescenti, partendo da basse dosi. Per esempio s’inizia con mezza compressa da 50 mg al giorno, poi due e, infine, tre pillole. In qualche caso il persistere dei disturbi può rendere necessaria la sospensione della terapia.

Quali dosi hanno mostrato la migliore efficacia?
Per ridurre gli effetti indesiderati la terapia inizia, in genere, con 50 mg al giorno o meno. Le dosi variano da 3 pillole da 25 mg a 3 pillole da 50 mg al giorno. Per una persona con 60 kg di peso la dose giornaliera consigliata è di 75-100 mg.
Il farmaco è presente in commercio come compresse da 50 e da 100 mg.
La dose del farmaco può essere aumentata dopo 4-8 settimane dall’inizio della cura se non si osserva un sufficiente miglioramento delle glicemie. Una dose complessiva di 150 mg al giorno riduce l’emoglobina glicata di 0,5 – 1 ‘punti’ percentuali. Il pieno effetto si nota dopo alcuni mesi di terapia.

In quali momenti della giornata va preso?
Generalmente si prescrivono tre pillole al giorno da prendere esattamente all’inizio dei pasti. Vanno assunte intere con un po’ d’acqua o masticate e ingerite con i primi bocconi di cibo. L’effetto è rapidissimo, soprattutto se si spezza la compressa fra i denti.

Quanto tempo impiega per esercitare la sua azione?
L’effetto è rapido e dura poche ore.

Cosa posso fare per aiutare il medico a identificare il dosaggio ideale?
Non è necessario l’autocontrollo della glicemia perché il farmaco non procura ipoglicemie, ma se il medico lo ha consigliato, può essere utile misurare la glicemia prima e 2 ore dopo i pasti, segnando i valori su un ‘diario’. Associando ad altre informazioni questi dati il medico potrà valutare in modo più preciso l’efficacia del farmaco e personalizzare ancora meglio la terapia.

Cosa succede se per errore ‘salto’ una dose?
Quella con acarbosio è una terapia di lungo termine. Non è grave se per una volta ci si accorge di aver saltato una dose. Se ve ne accorgete subito dopo il pasto, il farmaco può ancora esercitare il suo effetto.
Altrimenti, fa niente. Non prendete però una doppia dose la volta seguente per ‘rimediare’.
Saltando una assunzione la glicemia dopo il pasto potrebbe risultare un po’ più alta.

Cosa succede se, una volta, ne prendo per errore una dose doppia?
Una doppia dose potrebbe portare solo a qualche disturbo intestinale. In questo caso meglio non introdurre alimenti ricchi di carboidrati nelle 4-6 ore successive all’assunzione del farmaco. Se l’acarbosio è associato ad altri farmaci potrebbe portare a un certo rischio di ipoglicemia.

Cosa accade se viene assunto per errore da persone non diabetiche?
Come nel soggetto con diabete, anche nel soggetto non diabetico l’acarbosio non causa ipoglicemia.

Interagisce negativamente con altri farmaci?
Alcuni farmaci possono ridurre l’efficacia dell’acarbosio. Per esempio farmaci contro l’acidità dello stomaco, la colestiramina (un farmaco utilizzato in passato per ridurre il colesterolo), assorbenti intestinali o enzimi digestivi. In questo caso il medico potrebbe ritenere necessario aumentare la dose di acarbosio.

Si può prendere in gravidanza?
Non ci sono studi al riguardo. È quindi controindicato. Il farmaco ‘passa’ nel latte materno.

Regime di prescrizione e di rimborso
L’acarbosio si acquista con ricetta del medico di base o specialista ed è rimborsato dal SSN.

* Anno di approvazione da parte della Food and Drug Administration o altri istituti analoghi accreditati.