Gemifibrozil

Tipo di farmaco:
Derivato dell’acido fibrico (fibrato)
Famiglia:
Fibrati
Anno di nascita*:
1990
Nomi:
Gemfibrozil DOC (Doc generici), Gemfibrozil EG (EG), Gemfibrozil Ratio (Ratiopharm Italia), Gemfibrozil Sandoz (Sandoz), Gemfibrozil Teva (Teva Italia), Genlip (Teofarma), Genlip TC (Teofarma), Lopid (Pfizer Italia)

Il gemfibrozil agisce favorendo la rimozione dal circolo sanguigno delle proteine adibite al trasporto dei trigliceridi ed in parte riducendone la sintesi da parte del fegato, contribuendo quindi al controllo dei loro livelli circolanti; per quanto riguarda il colesterolo, il gemfibrozil ne facilita l’eliminazione biliare e consente di elevare lievemente anche i livelli di colesterolo buono (HDL) agendo sulla sintesi delle proteine che lo trasportano, con conseguente effetto positivo sull’aterosclerosi.

 

I fibrati abbassano il tasso di colesterolo in misura minore rispetto alle statine, ma hanno dimostrato una maggiore efficacia nel diminuire i trigliceridi. Il Gemfibrozil quindi viene impiegato per la cura degli elevati livelli di trigliceridi (ipertrigliceridemie) che non rispondono al trattamento dietetico.

Perché il medico ha prescritto questo farmaco?
La prescrizione di un farmaco appartenente alla famiglia dei fibrati da parte del proprio medico può avvenire a causa dei livelli elevati di trigliceridi che spesso si riscontrano nel diabete mellito. Questi, con minore importanza rispetto al colesterolo cattivo (LDL), contribuiscono ad aumentare il rischio di malattia cardiovascolare già di per sé alto nel diabete.

Quali condizioni sconsigliano l’uso di questo farmaco?
Il gemfibrozil è sconsigliato nel caso si soffra di una insufficienza renale o del fegato (livelli di transaminasi elevati).
Se ne deve anche evitare la prescrizione in caso di calcolosi della cistifellea.

L’uso concomitante di gemfibrozil con le statine è sconsigliato per l’elevato rischio di disturbi e affezioni muscolari che esso può favorire (vedi paragrafo sulle interazioni).
L’uso contemporaneo di gemfibrozil e repaglinide (Novonorm®), un farmaco ipoglicemizzante utilizzato nella cura del diabete mellito è controindicato poiché può provocare un aumento significativo dei livelli ematici di repaglinide e quindi un aumentato rischio di ipoglicemie.

Naturalmente il gamfibrozil non è indicato in corso di gravidanza e durante l’allattamento.

Quali risultati posso attendermi?
Il gemfibrozil, come gli altri farmaci appartenenti alla famiglia dei fibrati, è molto efficace nel ridurre i livelli ematici di trigliceridi nell’arco di poche settimane

Ha effetti sul peso, sulla pressione e sulla glicemia?
No, da solo, non ha nessun effetto significativo su questi tre parametri. È già stato accennato alla possibile interazione con la repaglinide sull’aumento del rischio di ipoglicemie nel diabete mellito.

Ha effetti collaterali seri?
Il gemfibrozil può aumentare la secrezione biliare di colesterolo, con eventuale sviluppo di calcolosi della cistifellea e delle vie biliari e in rari casi di pancreatite. In caso di riscontro di calcolosi il trattamento con gemfibrozil va interrotto.

Sono stati riportati casi di grave sofferenza muscolare (miopatia), con elevati livelli di creatinchinasi (CK) quando gemfibrozil e le statine sono stati utilizzati insieme. Essa può manifestarsi con dolori, crampi e debolezza muscolari. L’associazione non andrebbe quindi effettuata.

Alterazioni della funzionalità del fegato sono state riscontrate occasionalmente durante la terapia con gemfibrozil, testimoniati dall’aumento dei livelli di transaminasi. Gli esami della funzionalità epatica vanno pertanto eseguiti periodicamente, ed in caso di persistenza delle alterazioni la terapia va interrotta. Le transaminasi si normalizzano generalmente con l’interruzione del trattamento.

In alcuni pazienti all’inizio della terapia con gemfibrozil sono stati riscontrati lievi riduzioni dell’emoglobina e del numero dei globuli bianchi. Tali valori tuttavia si normalizzano nel prosieguo del trattamento.

Provoca effetti indesiderati e fastidiosi?
Gli effetti indesiderati più frequentemente riscontrati sono i disturbi gastrointestinali: nausea, dolore addominale o epigastrico, diarrea. Talora si possono verificare capogiri, sonnolenza e cefalea, L’eventuale comparsa di dermatite, rossore cutaneo e prurito può indicare una allergia al farmaco e consigliare la sospensione del trattamento.

Quali dosi hanno mostrato la migliore efficacia?
Il gemfibrozil si trova in commercio al dosaggio di 600 e 900 mg.

La dose consigliata è di 1200 mg giornalieri: 2 compresse da mg 600.

La dose può essere ridotta a 1 compressa o 1 bustina da 900 mg, una volta ottenuto un soddisfacente risultato sui trigliceridi. Il contenuto delle bustine deve essere versato in mezzo bicchiere d’acqua, mescolato e quindi bevuto immediatamente.

L’effetto terapeutico del gemfibrozil è garantito solo se viene assunto con regolarità.

In quali momenti della giornata va preso?
Il farmaco può essere assunto prima dei pasti principali in caso di duplice somministrazione giornaliera, altrimenti una sola volta al dì, alla sera.

Quanto tempo impiega per esercitare la sua azione?
Qualche settimana dall’inizio della somministrazione.

Cosa succede se per errore salto una dose?
Dimenticare una singola dose non determina perdita di efficacia della cura.

Cosa succede se, una volta, ne prendo per errore una dose doppia?
Una dose doppia (potrebbero essere due compresse da 900 mg) non provoca in genere nessun disturbo, anche se, raramente, si potrebbe presentare qualche effetto gastro-intestinale.

Cosa accade se viene assunto per errore da persone che non soffrono di aumentati livelli di trigliceridi?
L’assunzione erronea di una dose di gemfibrozil da parte di una persona che non lo utilizza nella cura non è in grado di provocare alcun danno; potrebbe però, in persone predisposte, dare qualche disturbo gastro-intestinale.

Se vengono assunte per errore più compresse assieme è consigliabile rivolgersi al proprio medico o al più vicino Ospedale.

Interagisce negativamente con altri farmaci?
Il gemfibrozil, come detto, non va utilizzato in associazione con le statine con le quali può interferire aumentando il rischio di sofferenza e malattia muscolare, può, inoltre, come molti altri farmaci interferire con l’azione degli anticoagulanti orali. È bene quindi controllare il tempo di protrombina (PT o T. di Quick) perché, anche se di rado questo tipo di interazione potrebbe aumentare il rischio di sanguinamento.

Nei pazienti diabetici occorre evitare l’uso concomitante di gemfibrozil e repaglinide perché può favorire un aumento di frequenza di ipoglicemie per l’incremento della concentrazione nel sangue dell’ipoglicemizzante orale.

* Anno di approvazione da parte della Food and Drug Administration o altri istituti analoghi accreditati.