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I bambini in sovrappeso che normalizzano il loro peso corporeo prima dell’età adulta azzerano l’incremento di rischio di sviluppare diabete tipo 2 da adulti

Highlights ADA 2017

A cura di Alessandra Clerico

19 giugno 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Alle 77th Scientific Sessions dell’ADA, tenutesi a San Diego (California; USA), è stato presentato lo studio “Are adverse effects of child overweight on risk of type 2 diabetes reversible by remission to normal weight in young adulthood?”.

Le cui conclusioni dicono che i maschi che sono in sovrappeso in età infantile ma raggiungono un normopeso da giovani adulti, paragonati a maschi che non sono mai stati in sovrappeso, non presentano un rischio aumentato di diabete di tipo 2 (DMT2) in età adulta.

Sappiamo che l’essere in sovrappeso in età infantile e in adolescenza è tipicamente associato all’incremento di rischio di sviluppare DMT2 in età più avanzata. Lo studio ha esaminato le correlazioni tra il sovrappeso definito come una combinazione tra il peso in età infantile e quello in età adolescenziale e il successivo sviluppo del diabete di tipo 2 al fine di definire se bambini in sovrappeso che raggiungono un normopeso tra i 7 e i 18 anni possano annullare l’impatto metabolico negativo dell’essere stati in sovrappeso in età infantile.

Metodi e risultati

Lo studio, parte del progetto DynaHEALTH, promosso dal programma European Commission’s Horizon 2020, ha analizzato i dati relativi allo stato di salute di 62.565 maschi provenienti dal Copenhagen School Health Records Register danese e dal database Danish Conscription, che forniscono dati relativi a peso e altezza di soggetti all’età di 7 anni e in età giovane-adulta (17-26 anni). La definizione di sovrappeso dei giovani adulti è basata sulle linee-guida del Center for Disease Control and Prevention per l’obesità infantile e sulla classificazione del BMI (body mass index), secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’analisi dei dati indica che l’essere in sovrappeso in età infantile (5,4% dei maschi) e in età giovane-adulta (8,2% dei maschi) è associato a un aumentato rischio di DMT2 (HR a 7 anni = 1,53 [1,40-1,68]; HR in età adulta = 2,96 [2,78-3,15]).

Un totale di 6710 maschi è stato classificato come affetto da DMT2 all’età di 30 anni e oltre, secondo il Danish National Patient Register. Mentre il 40% dei maschi in sovrappeso sin dall’età infantile manteneva il sovrappeso anche da adulti, i ragazzi che avevano normalizzato il loro peso da adulti risultavano avere un rischio di DMT2 uguale a quello dei maschi che non sono mai stati in sovrappeso (HR 01,01 [0,87-1,16]). I maschi che erano sempre stati in sovrappeso o quelli che lo erano diventati da giovani-adulti hanno un rischio triplicato di sviluppare il DMT2 rispetto ai maschi normopeso ma che erano in sovrappeso da bambini (HR = 2,88 [2,40-3,44] e HR = 2,95 [2,53-3,45] rispettivamente). L’HR e l’intervallo di confidenza sono stati calcolati mediante l’analisi di regressione di Cox.

Conclusioni e prospettive

“Queste scoperte suggeriscono che le conseguenze negative sull’assetto metabolico dell’essere in sovrappeso da bambini potrebbero essere reversibili” ha affermato la principale autrice dello studio, la Dott.ssa Lise G. Bjerregaard, MD, del Frederiksberg Hospital di Copenhagen (Danimarca). E ha aggiunto: “In base ad i risultati ottenuti ci aspettiamo che i bambini in sovrappeso che raggiungono un normale peso corporeo all’età di 18 anni possano ridurre il loro rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Siamo soddisfatti di aver scoperto che il raggiungere un normopeso in età giovane-adulta comporta lo stesso livello di rischio che hanno i maschi che hanno sempre mantenuto il normopeso sin dall’infanzia”.

“I nostri risultati mettono in luce la necessità di normalizzare il peso corporeo tra i bambini in sovrappeso prima che raggiungano l’età adulta” ha spiegato Bjerregaard. “Gli interventi di prevenzione e trattamento del sovrappeso nella popolazione pediatrica dovrebbero essere una priorità in molte nazioni in tutto il mondo, soprattutto dove è più alta l’incidenza dell’obesità infantile e la prevalenza di diabete di tipo 2”.


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.