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Per una salute 4.0

Progettare il futuro della salute significa chiamare a raccolta tutti: dai medici agli imprenditori, dai ricercatori ai pazienti. E la politica deve comprenderlo, se vuole vincere la sfida del domani. Così ci dicono Domenico Mannino, Presidente ADM, e Paolo Di Bartolo, Vice presidente AMD, che sono stati relatori al forum della Sostenibilità della Leopolda.

a cura di Miryam Ciotola per il gruppo ComunicAzione


Il futuro è già qui!

Questo lo slogan lanciato dalla seconda edizione del forum della Sostenibilità e opportunità nel settore della Salute (anche definito forum della Leopolda) tenutosi a Firenze il 29 e 30 settembre scorsi. Sfida raccolta anche da AMD, che ha partecipato ai lavori della manifestazione, che quest’anno ha affrontato sotto diverse prospettive e aspetti il tema dei cambiamenti in atto e previsti nell’imminente futuro nel settore della salute, in ambito sia nazionale sia globale.

Quest’anno la Leopolda ha infatti dato spazio a uno specifico Focus on: Diabete, svoltosi in quattro momenti separati, raggruppati in due grossi dibattiti: “Prevenzione primaria” e “Prevenzione secondaria” del diabete e da due tavoli di lavoro, l’uno in tema di “medicina personalizzata” e l’altro sulla “disponibilità a livello regionale delle nuove tecnologie per la gestione clinica del diabete”.

Abbiamo intervistato Domenico Mannino, Presidente AMD, e il suo vice, Paolo Di Bartolo, tra i relatori della Leopolda, in merito alla manifestazione.


Intenzione degli organizzatori è stato il coinvolgimento di esperti non del solo settore sanitario, ma di discipline diverse e apparentemente lontane dal mondo della salute. Una strategia vincente?
Mannino: Certamente sì. Discipline diverse ma da intendersi tutte complementari nella identificazione delle più efficaci strategie di intervento ambientale, sociale e medico. Questa via, nell’ambito della prevenzione primaria, è quella giusta per poter pianificare e indurre in primis, per poi rendere concretamente possibili su una popolazione generale, comportamenti in grado di modificare l’attuale apparentemente inarrestabile epidemia del diabete e delle patologie croniche non infettive in generale, quali quelle cardiovascolari.

Di Bartolo: Concordo. Le conoscenze scientifiche e i presìdi terapeutici oggi disponibili, se ben utilizzati, permettono di raggiungere un controllo glicemico ottimale in grado di prevenire le complicanze del diabete, permettendo alle persone che ne sono affette di avere aspettative di vita in generale, intesa in termini di vita familiare, attività lavorativa, sociale e ricreativa, perfettamente sovrapponibili a quelle di chi non ne è affetto. Vi è però ancora lavoro da fare: soprattutto sulle barriere sociali, culturali e ambientali che, nel singolo soggetto, possono interferire pesantemente con il raggiungimento dell’obiettivo di un controllo metabolico ottimale e/o con la piena realizzazione delle aspettative individuali. E’ necessario quindi individuare e pianificare azioni in diversi ambiti.

Il diabete quindi è da considerarsi come condizione paradigmatica per un dialogo interdisciplinare?
Mannino: Non solo: aggiungerei anche come condizione paradigmatica nell’ambito della “medicina personalizzata”. Il forum ha coinvolto esperti in vari settori proprio per affrontare, a mio avviso, anche le complesse implicazioni metodologiche, tecniche e culturali relative alla medicina personalizzata con l’obiettivo di aprire il dialogo a necessari progetti di ricerca specifici.

Nella sessione sulla prevenzione secondaria, in cui è stato personalmente coinvolto, sono state dibattute le più attuali metodologie di intervento sia farmacologico che tecnologico per la gestione clinica del diabete. Quali i nodi cruciali?
Di Bartolo: Credo che attualmente sia necessario focalizzare l’attenzione sul dibattito in tema di “disponibilità a livello regionale ma ancora più a livello locale (singole AUSL)” delle nuove tecnologie. Le procedure amministrative e i risvolti economici che devono ancora essere presi in considerazione sono complessi e rappresentano una vera e propria sfida che assessori regionali alla sanità e funzionari regionali responsabili del settore hanno il dovere di cogliere, anche alla luce del Piano sanitario nazionale per il diabete, per la piena soddisfazione delle esigenze assistenziali delle persone con diabete, cercando il filo unificatore tra le normative vigenti, da aggiornare necessariamente, e i budget disponibili.

Il forum della Leopolda si prefigge l’obiettivo di diventare un appuntamento annuale di riferimento per l’intero settore salute e sanità. Questa l’atmosfera che si respirava?
Mannino: La progettazione e ideazione del forum ha reso evidente che vi è un mondo di idee nuove e gambe sulle quali farle camminare, imprenditori disposti a investire, medici e scienziati competenti e in grado di ascoltare le istanze di chi è affetto da malattia, manager pubblici e privati capaci, associazioni con le loro proposte. Se messi insieme, “in rete”, tutti questi attori possono concretamente divenire i protagonisti del cambio di rotta. Prevenzione, ricerca, tecnologia e dialogo aperto possono finalmente diventare l’ago di quella bussola che punta al benessere delle persone con diabete e dell’intera collettività promuovendo un dibattito vasto e costruttivo che metta a confronto persone, idee e proposte realizzabili per una “salute 4.0”, come il forum stesso la definisce. La politica deve però saper raccogliere questa sfida.