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Pioglitazone e outcome cardiovascolari nei pazienti con insulino-resistenza, pre-diabete e diabete di tipo 2: revisione sistematica e metanalisi

A cura di Enrico Pergolizzi

10 marzo 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Le persone con diabete tipo 2 (DMT2), pre-diabete e insulino-resistenza hanno un rischio più elevato di infarto miocardico e ictus e l’associazione di più anormalità metaboliche, come ad esempio dislipidemia, ipertensione e uno stato infiammatorio vascolare cronico, che sono esse stesse importanti fattori di rischio cardiovascolare.

Il pioglitazone, un farmaco utilizzato per il trattamento del DMT2, è notoriamente in grado di migliorare la sensibilità all’insulina, il controllo glicemico, l’ipertensione, la dislipidemia e la microalbuminuria. Inoltre, una precedente metanalisi ha rilevato che il pioglitazone riduce il rischio di infarto miocardico, ictus e morte rispetto ad altri farmaci di controllo o al placebo in pazienti con DMT2. Non è però stato ancora valutato se lo stesso pioglitazone sia utile nella prevenzione delle malattie cardiovascolari tra i pazienti con pre-diabete (ad esempio, alterata glicemia a digiuno, IFG e/o ridotta tolleranza al glucosio, IGT) o insulino-resistenza.

Pertanto, il Dott. Hung-Wei Liao (Taoyuan, Taiwan) e coll. hanno condotto una revisione sistematica e una metanalisi degli studi randomizzati, controllati più rilevanti condotti fino ad oggi per valutare sia qualitativamente che quantitativamente i benefici generali (ad esempio, eventi avversi cardiovascolari maggiori, infarto miocardico e ictus) e i rischi (ad esempio, insufficienza cardiaca, fratture, mortalità per tutte le cause, cancro in generale, cancro della vescica, edema, aumento ponderale e ipoglicemia) del trattamento con pioglitazone in pazienti con insulino-resistenza, pre-diabete e DMT2.

Sono state eseguite ricerche bibliografiche attraverso PubMed, EMBASE, MEDLINE e Cochrane Central Register of Controlled Trials dal 1966 al maggio 2016 per individuare studi randomizzati e controllati con più di 1 anno di follow-up. Per valutare l’associazione tra il pioglitazone, il rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori (major adverse cardiovascular events, MACE: composito di infarto del miocardio non fatale, ictus non fatale e morte per cause cardiovascolari) e gli esiti di sicurezza è stato utilizzato il calcolo del rischio relativo (RR) con IC 95%. Nella metanalisi sono stati inclusi 9 trial con 12.026 partecipanti. Il trattamento con pioglitazone è stato associato a un minor rischio di MACE nei pazienti con pre-diabete o insulino-resistenza (RR 0,77; IC 95% 0,64-0,93) e con DMT2 (RR 0,83; IC 95% 0,72-0,97). Nel gruppo in trattamento con pioglitazone si è rilevato un aumentato rischio di insufficienza cardiaca (RR 1,32; IC 95% 1,14-1,54), frattura ossea (RR 1,52; IC 95% 1,17-1,99), edema (RR, 1,63; IC 95% 1,52-1,75) e incremento ponderale (RR 1,60; IC 95% 1,50-1,72).

In conclusione, il pioglitazone porta un beneficio significativo in termini di riduzione del rischio di MACE sia in persone affette da DMT2 che in quelle con insulino-resistenza e pre-diabete. Tuttavia, si è rilevato un contemporaneo aumento del rischio di scompenso cardiaco, fratture ossee, edema e incremento ponderale, per cui il suo utilizzo deve essere sempre valutato mettendo sul piatto della bilancia i rischi e i benefici del trattamento stesso.


BMJ Open 2017 Jan 5;7(1):e013927

PubMed


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