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Prevenzione secondaria nei pazienti con diabete tipo 2: c’è ancora molto lavoro da fare

A cura di Riccardo Candido

28 luglio 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Il trattamento intensivo dei fattori di rischio migliora significativamente gli outcome di salute per i pazienti con diabete mellito (DM) e malattie cardiovascolari (MCV). Tuttavia, nella pratica clinica internazionale, non è nota la percentuale di pazienti che raggiungono gli obiettivi di cura in prevenzione secondaria.

Nello studio TECOS, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Circulation, Neha J. Pagidipati (University School of Medicine, Durham, NC; USA) e coll. (a nome del TECOS Study Group) hanno valutato il raggiungimento di 5 obiettivi di cura in prevenzione secondaria: 1) uso dell’aspirina; 2) controllo lipidico (colesterolo LDL < 70 mg/dl o trattamento con statina); 3) controllo della pressione arteriosa (sistolica <140 mmHg, diastolica <90 mmHg); 4) trattamento con ACE-inibitore o sartano; e 5) cessazione del fumo, tra 13.616 pazienti con DM e MCV provenienti da 38 paesi. Per valutare le differenze tra le diverse aree geografiche nel raggiungimento degli obiettivi è stata utilizzata la regressione logistica. Per determinare l’associazione tra il raggiungimento degli obiettivi al basale e la morte cardiovascolare, l’infarto miocardico o l’ictus è stata utilizzata l’analisi di regressione di Cox.

Nel complesso, solo il 29,9% dei pazienti con DM e MCV raggiungeva tutti e 5 gli obiettivi al basale, anche se il 71,8% ne raggiungeva almeno 4. L’America settentrionale ha avuto la percentuale più elevata (41,2%), mentre l’Europa occidentale, l’Europa orientale e l’America Latina avevano percentuali pari a circa il 25%. Individualmente, il controllo della pressione arteriosa ha avuto il più basso livello complessivo (57,9%), mentre lo stato di non fumatori era il più alto (89%). Durante un follow-up medio di 3,0 anni, il raggiungimento di tutti e 5 gli obiettivi di cura determinava un significativo miglioramento degli outcome cardiovascolari (morte cardiovascolare, infarto del miocardio e ictus) (HR 0,60 [IC 95% 0,47-0,77] rispetto al raggiungimento di ≤2 obiettivi.

In conclusione, tali dati dimostrano come esistano ampi e significativi margini di miglioramento della qualità di cura nei pazienti con DM e MCV, che potrebbero portare a una ulteriore riduzione del rischio di eventi cardiovascolari.


Circulation 2017 Jun 16. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.117.027252. [Epub ahead of print]

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.