"La prima volta che ho capito cosa significhi autonomia è stato quando ho scoperto il mio diabete: ...urinavo sempre e avevo una arsura che interrompeva il mio parlare, più mangiavo e più dimagrivo, le mie gambe non mi reggevano, pesanti come tronchi, non riuscivo a leggere. Ero arrivata al punto che non ero in grado di fare più nulla da sola, ero ridotta alla completa mercè degli altri... poi la diagnosi, l'inizio della terapia con insulina. Un'altra volta mi era capitato di essere stata malata in modo importante e debilitante. Il tutto si era risolto in un periodo di mesi. Adesso era per sempre. Non è facile, quando cominci a giocare a mosca cieca, e in un campo che non sai, pensare che sarà per sempre! Ogni giorno avrei dovuto conquistarmi quello che mi spettava in termini di benessere e capacità fisica! Ora è facile dirlo! Allora proprio non lo capivo.
Sì, l'insulina. Stavo meglio. Stavo meglio? Beh, sì, stavo meglio. Niente più sete, niente più pipì a ogni... angolo. Parlare? No, non più l'arsura, ma la voglia? Non era più come prima. Intorno a te quella morsa di impotenza e di costrizione e insieme quella rabbia che vorresti rompere tutti quei lacci e laccetti e catene con l'insulina, i buchi nelle dita, i conti di quello che mangi.
E il dottore.

Basta!
E anche dopo tanti anni ed esperienze torna a volte quella sensazione di impotenza, di costrizione, quel sentirti soggiogata e stretta come in una morsa quando sei in balia di un'ipoglicemia un po' più ardita o quando ti trovi con valori alti che non ti sai spiegare. Ti senti umiliata, piegata... dov'è qui la tua libertà, la tua autonomia? Nonostante tutte le tue conoscenze... i campi estivi... l'aiuto dei professionisti del centro diabetologico... le tue attenzioni a volte ossessive...?
... quante cose, quante cose ho fatto con questo diabete! Con il mio diabete! Tutto ciò che ho fatto! Non grandi cose? Non lo so. Grandi e piccole, ma senz'altro le stesse che avrei fatto senza il diabete... anzi, di più, forse di più anche...!
In effetti non lo so e, non saperlo, non saperlo davvero, questa non è forse libertà?
E autonomia e libertà? Sono la stessa cosa?
Certo sono passata attraverso momenti di incredulità, di rabbia, di paura... mi sono sentita diversa, malata, "impiastricciata e sporca" di zucchero... poi...
Certo, l'aiuto degli altri, dei famigliari, dei medici, degli infermieri, delle dietiste del mio Centro, è stato fondamentale, ma è con me e con la mia vita che mi sono dovuta misurare e mi misuro ogni giorno.
E così è successo.

E così è successo.
È quando il diabete diventa te, quando l'hai accettato che cominci a sentire te stessa, la tua voce e ti scopri più responsabile e... più libera. Allora comincia il percorso...
O invece è successo così.
Un poco alla volta, mi sono resa conto che il diabete è entrato dentro di me, è uno dei componenti della mia vita e mi condiziona tanto quanto altri suoi aspetti (il lavoro, la famiglia...). Gli devi dedicare un po' di tempo, ma è tempo che dedico a me, è il rispetto verso la mia persona che mi devi con o senza di "lui".
È il tempo dell'accettazione, è il tempo in cui cresci... non solo come diabetica.
Sì, perché è un percorso.
E scopri anche che ogni "caduta "... ti fa male, mannaggia, se ti fa male... Anche se decidi di lasciarti cadere, di uscire dalle regole... per una volta... ci batti il muso contro, e ti accorgi che la libertà non è anarchia.
E lo rifai anche, perché no, anche se t'arrabbi di nuovo! È un'occasione per capire che ti rialzi, perché lo puoi e lo sai fare... E anche lo vuoi fare... e questo è forza, è un'esplosione di energia e di carica vitale... è libertà, libertà di volerlo fare.
Penso a tutto il percorso di questi anni vissuti con il diabete, ho capito che se impari a conoscerlo sei in grado di governarlo e di asservirlo alle esigenze della tua vita... se penso a...
Ma a volte non è vero!
A volte non è così! Né così rosa e fiori!
Sì, perché l'autonomia è un percorso, un cammino che fai insieme alle persone che hanno delle competenze specifiche sul diabete e che conoscono anche te, per cui sanno un po' anche del tuo diabete!?
Forse.
Anche.

Caro dottore, dimmi tu per piacere cosa, quanto, come DEVO fare...
Quante volte è qui che inciampo, in una scelta di appoggiarmi quando non serve, di domandare quando gli altri lo so che non possono, di dare delega impossibile, di avere una speranza improbabile...
L'importante è che sei tu a scegliere... sia cosa fare... sia come reagire di fronte a ciò che a volte non puoi controllare.
Ma qualche volta è importante che no, che non sia così. Perché qualche volta di una mano c'è bisogno, anche quando non serve, di chiedere un aiuto impossibile e improbabile c'è bisogno, anche quando sai che non può esserci, di sentire che un altro ti è vicino, anche quando non deve.
Perché è un percorso che decidi tu di fare e di continuare, è il percorso della tua vita."