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Diabete No Grazie

I sorprendenti benefici del miele

Perché il diabete mellito si chiama così? Dall’etimologia e dalla ricerca, il miele può essere la spiegazione e l’ausilio per le persone con diabete. Però, attenzione a non lasciarsi andare: ricordiamo che il miele è uno zucchero semplice, il cui consumo deve sempre essere controllato.

A cura di Marcello Monesi

28 novembre 2022 – Perché il diabete mellito si chiama così? L’etimologia della malattia caratterizzata da elevati livelli di zucchero nel sangue è greca, e deriva da un verbo (dia-bainein) che significa “passare attraverso” (nel diabete scompensato l’acqua bevuta in abbondanza passa attraverso l’organismo per essere eliminata con le urine) e da un aggettivo, mellito, che significa letteralmente “dolce come il miele”. Così, se ci venisse chiesto il nome di un alimento in grado di abbassare gli zuccheri e il colesterolo nel sangue forse non penseremmo subito al miele, il cibo dolce per antonomasia. Eppure la realtà e ben diversa, perché il consumo regolare di una piccola quantità di miele può essere molto utile per il controllo dei livelli di zucchero e colesterolo nel sangue, e quindi per proteggere la salute del cuore e delle arterie.

Alcuni ricercatori dell’Università di Toronto hanno recentemente pubblicato uno studio, apparso sulla rivista Nutrition Reviews, che ha preso in considerazione ben 18 studi clinici volti a determinare gli effetti del miele sulla salute metabolica, con il coinvolgimento di più di 1100 soggetti. Lo studio ha dimostrato chiaramente che il consumo moderato e regolare di miele abbassa la glicemia a digiuno, il colesterolo totale e LDL (spesso definito come “cattivo”) e i trigliceridi, mentre alza i livelli di colesterolo HDL, cioè quello “buono”, che protegge la salute delle nostre arterie.

Gli stessi autori dello studio definiscono tali risultati come sorprendenti, perché il miele è costituito per l’80% da zuccheri. Tuttavia, non tutti gli zuccheri sono uguali: la miscela di zuccheri rari e comuni, proteine, acidi organici e altri principi nutritivi tipica del miele sembra essere la chiave vincente di questo straordinario alimento.

Ma quanto miele dobbiamo assumere per godere di questo effetto protettivo? I ricercatori sono molto chiari a riguardo: chi di solito evita gli zuccheri non dovrebbe inserire il miele nella propria dieta, mentre chi usa zucchero, sciroppi dolcificanti o prodotti simili potrebbe seriamente considerare la loro sostituzione con il miele. Negli studi analizzati la quantità mediamente assunta era di 40 grammi al dì (circa 2 cucchiai) per almeno 8 settimane. Fra i tipi di miele che si associavano agli effetti migliori per la salute metabolica rientravano il miele grezzo e il miele proveniente da singoli fiori, come l’acacia o il trifoglio; il processo di pastorizzazione sembra invece degradare, almeno in parte, i benefici descritti.

Una notizia buona quindi, anzi… dolce come il miele! Attenzione però a non farci prendere la mano: ricordiamo sempre che il miele è uno zucchero semplice, il cui consumo deve sempre essere controllato. Come ci dicono gli stessi autori dello studio, attendiamo ulteriori ricerche che confermino e rafforzino tale evidenza.


Effect of honey on cardiometabolic risk factors: a systematic review and meta-analysis
Nutrition Reviews 16 November 2021 – published online