ALGORITMO F
Flowchart F0
      Parametri per l'inquadramento/caratterizzazione del paziente con diabete di tipo 2, anziano fragile
        
         Criteri di fragilità
         Per valutare la condizione di fragilità è necessario considerare le seguenti dimensioni (valutazione multidimensionale):
        
         - 1. stato funzionale (equilibrio, cammino, forza muscolare)
 
         - 2. stato clinico
 
         - 3. funzioni cognitive e stato psico-affettivo
 
         - 4. trattamento farmacologico
 
         - 5. situazione socio-economico-ambientale
 
         - 6. preferenze individuali, bisogni e valori dell’individuo
 
        
        Per esempio, persone tipicamente fragili sono quelle con una o più delle seguenti condizioni:
        - decadimento cognitivo
        - allettamento
        - comorbilità gravi ed invalidanti
        - fasi terminali della vita con alta probabilità di morte entro un breve periodo tempo
        - presenza anche di una sola patologia grave , non suscettibile di guarigione e/o miglioramento o che compromette in modo importante l’autosufficienza (es. ictus)        
 
        
         
Obiettivi terapeutici
         - HbA1c:  >7,6 e <8,5% (>60 e <69 mmol/mol)
         - Glicemia a digiuno: >136 e <200 mg/dl (>7,5 e <11,11 mmol/l)
        
        
       
      
      
      
      Note esplicative:
      
      
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        - La fragilità è una sindrome multidimensionale derivante dall’interazione complessa fra variabili sociali, biologiche e psicologiche, predisponente a una maggiore vulnerabilità, al declino funzionale, a cadute, ospedalizzazione e morte. Il rischio di fragilità aumenta con l’età.
        
 
        - 
        - Gli obiettivi glicemici proposti vanno perseguiti in sicurezza, limitando il rischio di ipoglicemia, che aumenta soprattutto in caso di IRC, età avanzata, politerapia, demenza, scompenso cardiaco, e lunga durata del diabete      
 
        - 
                  
 
        - 
        - La connotazione dell’iperglicemia all’automonitoraggio (a digiuno o post-prandiale) perde gran parte del suo significato 
        negli step terapeutici in questa tipologia di pazienti.        
        
        - 
        - Per una scelta corretta di farmaci e dosaggi, la VFG (MDRD o CKD-EPI) deve essere valutata al momento della diagnosi, 
          all’avvio del trattamento, a ciascuna variazione terapeutica, nonché periodicamente.        
 
        - 
        - La glibenclamide è controindicata nel paziente anziano fragile. Nei pazienti fragili nelle fasi finali della vita tutte le sulfoniluree non sono una terapia appropriata.        
 
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        - Il pioglitazone trova difficile collocazione in questi pazienti per il rischio di ritenzione idrica e scompenso 
        cardiaco, di osteoporosi e per la non infrequente coesistenza di maculopatia. 
        
 
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           - La repaglinide non è raccomandata (secondo la stessa scheda tecnica) per i pazienti >75 anni. 
        
 
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            - Per gli agonisti/analoghi del GLP-1, l'esperienza clinica nei pazienti > 75 anni è limitata. Tali farmaci non sono adatti per il paziente anziano fragile. 
        
 
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          - Per gli inibitori di SGLT-2, la funzione renale e il rischio di deplezione di volume devono essere tenuti in considerazione, in particolare nei pazienti in età maggiore di 75 anni.        
 
        - 
          - In caso si renda necessario un trattamento con insulina , soprattutto nelle fasi iniziali, la priorità è sempre la sicurezza del paziente piuttosto che l’obiettivo terapeutico.