I cani d’allerta diabetica – Intervista a Paolo Incontri
di Alessandra Clerico
Si sa che il miglior amico dell’uomo è il cane… E sul nostro sito con questa intervista vogliamo dare spazio e raccontare una vera passione, ma anche un’alta professionalità che passa attraverso l’amore per i nostri amici a quattro zampe.
Abbiamo raggiunto Paolo Incontri, 59 anni, addestratore cinofilo ENCI-FCI, specializzato nella preparazione di cani d’allerta diabetica (DAD) e di assistenza a persone con disabilità motorie, e il suo team che – attraverso un lavoro attento e specifico – addestrano cani per persone affette da diabete mellito.
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Paolo Incontri, come nasce l’idea di addestrare cani per diabetici?
Ho la convinzione che sia importante, se non fondamentale, trovare il proprio “taglio professionale” nel lavoro che si svolge. Nel percorso di studio che stavo affrontando qualche anno fa, per preparare i cani di assistenza alle persone con disabilità motorie, incontrai la coach americana Debby Kay, che da molti anni lavora con cani DAD. Parlando con Debby e confrontandomi con le specifiche addestrative, utili al raggiungimento del target prefissato, mi accorsi che quella era la “disciplina” cinofila che cercavo: unire alta professionalità nel settore dell’addestramento a un servizio di utilità sociale, di assistenza e supporto, soprattutto verso i bambini. Così è nato il mio interesse e il progetto “Un cane a guardia del tuo diabete”.
Quali tipi di compiti può eseguire il cane bene addestrato?
Un cane DAD, oltre a segnalare la presenza di una crisi ipoglicemica, e quasi sempre nei primi momenti in cui si verifica il processo, deve imparare a svolgere molti compiti in supporto alle varie necessità che nel tempo possono manifestarsi. Alcuni esempi: saper portare oggetti nelle mani del proprio utente, come il kit di controllo della glicemia, liquidi e/o bevande richieste, raccogliere da terra chiavi e altro. Poi, non deve allontanarsi e distrarsi davanti ad altri cani o fonti di interesse secondarie, poiché il primario deve essere il proprio utente. Nel caso in cui sia un bambino e che l’allerta avvenga di notte, il cane deve saper aprire le porte e allertare i famigliari che dormono in un’altra stanza. I percorsi sono quindi molteplici e possono essere adattati alle situazioni che si presentano, con addestramenti mirati e di alto contenuto.
Come si svolge l’addestramento e quanto tempo occorre affinché un cane DAD possa dirsi addestrato?
L’addestramento previsto dal nostro protocollo, e dalle normative ADI-ADEU da noi adottate, ci consente di preparare il cane seguendo due specifiche modalità: una riguarda la parte olfattiva, finalizzata a segnalare la crisi ipoglicemica dovunque l’utente si trovi, e l’altra riguarda il comportamento del cane in tutte le situazioni della giornata in cui il binomio cane-conduttore (sopratutto se un bambino) si possono trovare. Per la parte olfattiva abbiamo bisogno di tamponi o roller di cotone che, imbevuti della saliva del paziente, verranno usati per far capire al cane che cosa deve cercare. Viene insegnato in quali condizioni il campione di saliva deve essere raccolto e quali siano le modalità tecniche di raccolta nel rispetto delle regole della non contaminazione. Anche la successiva conservazione segue il nostro severo protocollo normativo. Nel rispetto del benessere dell’animale, non si può ovviamente concentrare la preparazione in poco tempo, bensì applicare una tempistica adatta al corretto apprendimento. Le fasi di scuola si differenziano in base dell’età del cane e la durata varia: se il cane è cucciolo, il periodo può durare anche 18 mesi, se ha un’età di 15/18 mesi, serviranno 12 mesi circa. Al termine della preparazione i cani vengono sottoposti a certificazione da enti terzi per una valutazione dell’insieme del lavoro svolto. Questa preparazione esula dalle altre discipline cinofile, anche per ciò che concerne i cani in servizio presso le forze di polizia ed esercito. E’ importante sottolineare quanto quella del cane DAD sia una preparazione veramente esclusiva e molto impegnativa.
Il cane DAD deve essere di una razza specifica?
Ci orientiamo principalmente sulle caratteristiche del carattere e sull’indole espressa dal soggetto. L’esperienza in ambito cinofilo ci aiuta e sebbene tutti i cani, o quasi, abbiano spiccate capacità olfattive, la nostra preoccupazione nell’identificare un cane idoneo non si ferma ai soli cani di razza, con particolare storia di lavoro con l’umano, come i labrador o i golden retriever. Molte volte si pensa che un cane sia “solo un cane”. Ma non è così. Anche nella stessa cucciolata di cani si possono trovare elementi che esprimono caratteri differenti, ben delineati. Faccio un esempio: mi è arrivata la richiesta di preparare un cane d’allerta per una ragazza con diabete tipo 1.Il cane era un molossoide. Alcuni tipi di cani, pur carini e dolci, sviluppano caratteristiche di squilibrio nel tempo e si “appropriano” del loro utente, con forte senso di possessività, e ciò fa parte della loro natura. Se la ragazza in questione avesse un giorno avuto bisogno di un intervento medico o della presenza di altre persone, il cane avrebbe interferito impedendo a chiunque di avvicinarsi. Il nostro motto è: “il cane giusto per la persona giusta”.
Come avviene la selezione del cane DAD?
Ci rivolgiamo ad allevatori esperti, che conoscono a fondo il loro lavoro, ma si possono utilizzare anche splendidi meticci, provenienti da canili. La selezione, in questi casi, deve verificare il loro equilibrio psicologico e comportamentale. Ci sono delle modalità di “sollecitazione sensoriale” che molti allevatori utilizzano, come, ad esempio, far udire dei suoni nei primi momenti di vita del cane. Le modalità di selezione variano e non hanno esclusività. Se una famiglia possiede già un cane, le valutazioni che vengono applicate sono differenti. Come già detto, i fattori che ricerchiamo non sono solo relativi al “naso del cane”.
Quale paziente può beneficiare della vicinanza di un cane così addestrato?
Moltissimi pazienti potrebbero usufruire di un cane DAD. Chi può beneficiare di un cane DAD ha una forte motivazione a causa della sua malattia, ma a volte ciò non è sufficiente. Abbiamo quindi dovuto applicare alcune precise regole di selezione al fine di raggiungere meglio l’obiettivo del successo. Tali regole servono a far capire sin da subito, e anche durante il primo colloquio con la famiglia interessata, ciò che significa avere un cane al proprio fianco. Non mi è possibile entrare nel dettaglio ma posso dire che alle famiglie e ai pazienti viene spiegato quanto sia importante nei confronti dell’animale il senso di responsabilità, le attenzioni e l’allenamento quotidiano, il gioco, le uscite con qualsiasi condizione meteo per l’espletamento dei bisogni fisiologici, le passeggiate, eccetera.
Chi non possiede un cane può comunque intraprendere questo percorso?
Chi non ha un cane di proprietà può essere messo nelle condizioni di averne uno. Come ho detto, il motto “il cane giusto alla persona giusta” ci permette di aiutare chiunque voglia essere parte del progetto “Un cane a guardia del tuo diabete”, con le dovute e corrette modalità.
In Italia non pare sia molto conosciuto questo tipo di addestramento. Quale potrebbe essere per un medico la ragione per decidere di approfondire l’argomento ed eventualmente consigliare a un proprio paziente di intraprendere tale percorso?
Sono convinto che avere, prima di tutto, maggiori e corrette informazioni sia un’assoluta priorità e sia necessario per contribuire a dare più salute e una qualità di vita migliore a tutti coloro ai quali la malattia lo neghi. Poi, concordo: in Italia questa disciplina cinofila è poco conosciuta. Per facilitarne la diffusione e la cultura ho fondato l’AICAD, l’Associazione Italiana Cani Allerta Diabete, da quest’anno riconosciuta come onlus. Stiamo inoltre sviluppando alcuni interessanti progetti sul territorio di Torino e provincia con l’ausilio di alcuni enti ospedalieri e di specialisti diabetologi (ad esempio, presso l’ospedale San Luigi di Orbassano) affinché si possa sperimentare, anche con l’aiuto della scienza, la validità del supporto che può dare in ambito di prevenzione un cane DAD. Inoltre, ci sarebbero ancora molti passi da compiere dal punto di vista normativo per permettere che proprietario/utente e cane DAD possano in ogni situazione e luogo essere sempre fianco a fianco. Naturalmente, il cane DAD non si sostituisce né agli strumenti di controllo della glicemia né tanto meno al personale sanitario, ma è un’importante presenza nella vita degli adulti e soprattutto dei bambini affetti da diabete mellito che hanno così la possibilità di avere, oltre che la segnalazione dell’allerta ipoglicemica, anche quei valori e contributi emotivi forti e unici che solo un cane può dare.
Per maggiori informazioni
Paolo Incontri
Website: www.paoloincontri.com
Email info@paoloincontri.com
Tel. 392.5514565
Associazione Italiana Cani Allerta Diabete Onlus
Website: www.aicad-onlus.com
Email: aicad.onlus@gmail.com
A-DOG – Centro Addestramento Cani e Scuola Formazione Cinofila – Progetto AMICO CANE asd
Via Rivalta 75/77
Rivoli (TO)