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La scomparsa di Umberto Di Mario, presidente della SID

San Benedetto del Tronto, 16 febbraio 2004

Cari Colleghi,

oggi è morto Umberto Di Mario, presidente della SID.

Tra i tanti ruoli e compiti nuovi che mi aspettavo di dover affrontare quale presidente della AMD, non pensavo proprio di dover scrivere questa lettera. Lo faccio con il dolore nel cuore e senza essere spinto da formalismi falsi ed inutili, perché voglio che condividiate con me la perdita di un uomo che ho avuto l'opportunità di conoscere profondamente per i nostri rispettivi ruoli in SID e AMD.

Un medico destinato dalla sua intelligenza non comune e dalla sua tenacia incredibile a raggiungere l'apice della carriera Universitaria; un medico che aveva sempre chiare nella mente le mete da raggiungere.

Un uomo che sapeva aprirti la casa il cuore, l'amicizia nella maniera più completa nei momenti informali e conviviali che si concedeva. Ho avuto il piacere di passare delle giornate in montagna con lui, pensando di dover parlare di lavoro. Ho scoperto, imprevedibilmente, un amico disponibile, socievole ed altruista che avrei avuto difficoltà a prevedere. Un uomo che sapeva di avere vicino una donna, Patrizia, dalle doti uniche; doti uniche per vivere in gioia ed unità con lui.

Parlando di lavoro con lui, all'inizio dell'anno, mi aveva preannunciato la sua fine e la decisione di non acquistare una agenda di appuntamenti per il 2004, tanto era conscio del poco tempo che gli restava da vivere. Nondimeno ha voluto parlare approfonditamente della costituzione di Diabete Italia che vedeva come meta raggiungibile nel breve lasso di vita che aveva davanti. Lo ha voluto fare perché amava la Diabetologia Italiana, e ne aveva a cuore il futuro, tanto a cuore da volergli dedicare le sue ultime forze.

Caro Umberto anche questa meta, che avevi tanto voluto, e' stata raggiunta con te e soprattutto grazie a te; anche per questo noi tutti Diabetologi Italiani ti ringraziamo.

Giacomo Vespasiani
Presidente AMD


Umberto Di Mario nel ricordo di Marco Comaschi

Genova, 16 febbraio 2004

Umberto Di Mario era un mio amico: un amico leale con cui litigare, incazzarsi, combattere. Un uomo rigido, difficile, ma con una sensibilità superiore alla norma. I nostri figli hanno fatto amicizia. Mio figlio vive in una casa che lui gli aveva trovato a Roma. Sua moglie è una donna meravigliosa, coraggiosa fino all'eccesso.

Umberto ed io avevamo coltivato insieme il sogno di riunire le due società scientifiche. Lo abbiamo inseguito insieme per due lunghi anni. Tra incomprensioni ed amarezze, piccole conquiste e reciproche stime. Io gli ho voluto molto bene. E credo, presuntuosamente, che lui ne abbia voluto a me ed alla mia famiglia. Mi manca. Sapevamo tutti, ed anche lui, che il suo destino era segnato, che era solo un problema di tempo. Ma tutti, ed io per primo, siamo rimasti sgomenti di fronte alla morte, che non dovrebbe privarci così di un amico.

Un abbraccio a Umberto e alla famiglia della SID, che è anche la mia famiglia.

Marco Comaschi
Past-President AMD