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La ricerca scientifica: un potente fattore di omogeneizzazione e unificazione

L’organizzazione dell’assistenza, al contrario, è condizionata da molti fattori che le conferiscono impronta nazionale o regionale

di Alberto De Micheli


Eleuterio Ferrannini è il nuovo presidente European Association for the Study of Diabetes (EASD). Eletto nello scorso settembre durante il meeting di Monaco, è un illustre scienziato Professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Pisa e Clinical Professor, Diabetes Division, Department of Medicine, University of Texas Health Science Center, San Antonio, Texas, USA.

A Ferrannini, in qualità di nuovo Presidente EASD, abbiamo posto alcune domande.

Negli ultimi anni l’assetto politico dell’Europa è rapidamente cambiato. Quali pensa possano essere le prospettive per una crescita comune della ricerca e dell’assistenza diabetologica fra nazioni ormai in gran parte ormai politicamente unite ma ancora così eterogenee anche nell’ambito medico?
La ricerca scientifica è un potente fattore di omogeneizzazione e unificazione in quanto: a) priva (o povera) di pregiudizio nazionale, razziale o politico, b) dotata di un circuito di comunicazione proprio (congressi, riviste scientifiche), e c) svincolata da necessità di profitto immediato. In quanto tale, la ricerca scientifica è avanti di anni all’unificazione economica (Unione Europea attuale) e a quella politica (da venire). L’organizzazione dell’assistenza, al contrario, è condizionata da numerosi fattori – politici, economici e culturali – che le conferiscono impronta nazionale o regionale. Ne consegue che le prospettive di crescita comune siano concrete e rapide per la ricerca ma solo iniziali e, comunque, lente per l’assistenza.

Al fine di valutare una possibile omogeneizzazione dei modelli assistenziali del diabete a livello europeo, sarebbe importante sapere il punto di partenza di ciascuna realtà europea. In tale prospettiva, l’EASD prevede, come già fatto in passato con diversi progetti, l’individuazione e la rilevazione (magari stabile) di indicatori di minima comuni e confrontabili utilizzabili in tutta Europa?
L’EASD si può proporre alla Commissione Europea (lo farà in occasione di un Diabetes Stakeholder Meeting convocato dalla Commissione Europea per il 12 novembre prossimo) come interlocutore privilegiato (se non esclusivo) per la gestione dei fondi comunitari per la ricerca sul diabete. Un progetto che censisca i modelli assistenziali nei paesi della UE allargata e ne valuti periodicamente l’efficienza sarebbe certamente un utile punto di partenza e anche il banco di prova di un rapporto “speciale” fra EASD e Commissione Europea.

In Europa i fondi per la ricerca diabetologica sono molto inferiori a quelli disponibili negli Stati Uniti. Tuttavia il livello qualitativo della ricerca diabetologica europea è molto elevato. Quali sono i progetti della EASD per ottenere maggiori finanziamenti?
Nel 2001, l’EASD ha creato la European Foundation for the Study of Diabetes (EFSD) con l’obiettivo specifico di stimolare il finanziamento della ricerca sul diabete. L’EFSD costituisce partnership con soggetti privati o pubblici per il cofinanziamento di progetti in aree di ricerca (prescelte con il partner) e la loro gestione (bando, selezione scientifica, erogazione dei fondi). A tutt’oggi, l’EFSD ha generato in partnership circa 20 milioni di euro. L’elevatissimo numero di domande e la qualità dei proponenti testimoniano da un lato il “successo” dell’iniziativa, dall’altro la “fame” di finanziamenti. Ovviamente, l’EFSD si propone di consolidare ed espandere la sua attività. 

Quali sono e saranno i progetti di collaborazione fra la EASD e le altre società scientifiche europee per lo studio e la cura delle complicanze del diabete?
L’EASD ha già un protocollo di intesa con la European Society of Cardiology (ESC) per iniziative comuni (ad esempio, simposi congiunti in occasione dei rispettivi congressi annuali). In corso è un analogo protocollo con la European Atherosclerosis Society (EAS), altri sono attualmente allo studio.

Il diabetologo ospedaliero svolge una attività prevalentemente assistenziale, su numeri elevati di pazienti. Quale pensa possa essere il contributo che il mondo ospedaliero può dare al progresso delle conoscenze sul diabete?
Dati gli orientamenti attuali della ricerca (la cosiddetta medicina basata sull’evidenza), il contributo del diabetologo ospedaliero è anche più importante che nel passato. Ad esempio, osservazioni condotte su grandi numeri di pazienti, se raccolte in maniera accurata e sistematica, sono cruciali per studi della genetica della malattia e delle sue complicanze. Inoltre, lo sviluppo di nuovi farmaci, attualmente in fase di boom, richiede studi clinici controllati sempre più estesi e rigorosi, per i quali il diabetologo ospedaliero ha sia la competenza che l’infrastruttura. Infine, il mondo ospedaliero in generale può esercitare notevole influenza sul legislatore, nazionale o regionale, con credenziali non solo d’esperienza ma anche di conoscenza.

In Italia l’assistenza diabetologica si fonda su un numero elevato di servizi specialistici ospedalieri e territoriali che seguono continuativamente i pazienti diabetici in collaborazione con i medici di medicina generale. Alcuni studi hanno indicato che gli outcome sono mediamente buoni, migliori che in altre realtà. Ritiene che un modello assistenziale simile sia esportabile all’Europa?
Mi sembrerebbe auspicabile e non particolarmente utopistico.

Eleuterio Ferrannini  
                 

Eleuterio Ferrannini è Professore ordinario di Medicina Interna all’Università di Pisa, Caporeparto all’Unità di Metabolismo d’Organo e Nutrizione e Primario responsabile dell’Unità di Metabolismo d’Organo e Nutrizione nell’UO di Malattie Cardiovascolari e discipline affini dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa. È anche Clinical Professor della Diabetes Division del Department of Medicine alla University of Texas di San Antonio (USA).

Ha pubblicato centinaia di lavori,è stato membrodei Board editoriali delle più prestigiose riviste internazionali di metabolismo edEditor-in-Chiefdi Diabetologia dal 1994 al 1997, è referee di numerosi journal, fra cui: New England Journal of Medicine, Diabetes, Diabetologia, Diabetic Medicine, Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, International Journal of Obesity, Journal of Endocrinological Investigation, Diabetes, Nutrition & Metabolism, Nutrition, Diabetes Care, Circulation.

Oltre ad essere socio di numerose società medico-scientifiche italiane e internazionali, è stato anche socio fondatore e Presidente della Società Italiana dell’Obesità.