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AMD-SID-SIEDP: sull’insulina glargine

La Società Italiana di Diabetologia, l’Associazione Medici Diabetologi e la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica rendono noto che nei prossimi giorni saranno pubblicati alcuni studi sulla rivista Diabetologia (organo dell’EASD, Associazione Europea per lo Studio del Diabete) che sembrerebbero mettere in relazione l’uso dell’insulina glargine (commercialmente nota come Lantus) nella popolazione adulta con un aumento del rischio di cancro.

In Italia ci sono circa 3 milioni di persone (bambini e adulti) con diabete e di questi circa il 10% (300.000 persone) usa regolarmente l’insulina per controllare il diabete. Una parte di questi pazienti è affetta dalla forma di diabete detta “di tipo 1”, caratterizzata da una pressoché completa incapacità del proprio corpo di produrre insulina, a causa della quale i pazienti, spesso fin dall’adolescenza o prima, devono necessariamente somministrarsi l’insulina.

Fino al 2000 esisteva solo l’insulina umana (detta così perché identica a quella umana, anche se prodotta con metodi di ingegneria genetica) che è stata utilizzata per decenni nella cura del diabete e di cui è stata chiaramente accertata l’assoluta sicurezza.  Più recentemente le aziende farmaceutiche hanno iniziato a sperimentare e produrre nuove insuline, dette analoghi, con l’obiettivo di ottenerne un’azione più veloce (analoghi rapidi) o più lenta (analoghi lenti) della normale insulina umana, al fine di semplificare la terapia con insulina e ridurre il rischio di ipoglicemie.

Poiché tali insuline non sono identiche a quella umana, ma sono comunque ormoni, non è escluso che possano interagire con altri processi del nostro organismo, tra i quali quelli che regolano la crescita cellulare con possibili effetti collaterali clinici. Con il fine di approfondire tale relazione è stato condotto un primo studio in Germania, cui ne sono seguiti altri in Svezia, Scozia e Inghilterra. Questi studi sono prevalentemente basati sulla raccolta di dati statistici prelevati da cartelle cliniche di pazienti adulti e non su studi clinici disegnati appositamente per capire il fenomeno. Tre di questi studi sembrerebbero suggerire che l’uso dell’insulina Lantus possa determinare un aumento di rischio di cancro e, in particolare, del cancro della mammella; tuttavia, lo studio effettuato in Inghilterra non ha confermato alcuna relazione tra l’uso di questa insulina e lo sviluppo di cancro  Inoltre, differenze nelle caratteristiche cliniche dei pazienti trattati con Lantus e di quelli trattati con altre insuline non consentono di stabilire un chiaro rapporto di causa-effetto tra la terapia con Lantus e il rischio di cancro.
In ogni caso, in nessuno di questi studi è stata evidenziata alcuna relazione tra l’uso di analoghi dell’insulina ad azione rapida e lo sviluppo di cancro.

Alla luce di quanto sopra esposto, in presenza di dati scientifici assolutamente preliminari, la Società Italiana di Diabetologia, l’Associazione Medici Diabetologi e la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica raccomandano a tutti i pazienti che utilizzano l’insulina Lantus di non sospendere o ridurre o cambiare in alcun modo la propria terapia. Solo in casi particolari (pazienti affetti da cancro o donne con forte familiarità per cancro della mammella) il diabetologo valuterà la possibilità di utilizzare altre insuline. In ogni caso rivolgetevi al vostro diabetologo per chiarire i dubbi e operare scelte in sicurezza.

Per ulteriori dettagli sulle pubblicazioni scientifiche è possibile visitare il sito:
http://www.diabetologia-journal.org/cancer.html

Link correlati:
ADA – ADA Statement on Insulin Glargine and Cancer
IDF – Statement from IDF Related to Studies Suggesting Possible Link Between Insulin Glargine and Cancer
EASD – Insulin analogues and cancer: a possible link that needs further investigation
EMEA – European Medicines Agency update on safety of insulin glargine