L’obiettivo del Direttivo per il biennio 2015-2017 è chiaro: “Dobbiamo inserirci bene nel sistema di cui la riforma ha tracciato solo la cornice e nemmeno i contorni”, come afferma il presidente Graziano Di Cianni. Una riforma condotta nella direzione giusta, ricca di opportunità ma piena di incognite e di potenziali pericoli per la Diabetologia.
Per il Direttivo della Sezione Regionale Toscana di AMD, insediatosi a maggio 2015, la sfida è chiara: governare il cambiamento imposto dalla riforma dell’assistenza regionale che riduce le Asl da 15 a 3 e le affianca alle tre Aziende ospedaliere universitarie di Pisa, Siena e Firenze.
“Non possiamo certo definire questa riforma un attacco alla Diabetologia”, esordisce Graziano Di Cianni, responsabile della UOC di Diabetologia e Malattie metaboliche della ex Asl 6 di Livorno, ora parte della Azienda della Toscana nord-occidentale. “Anzi, per molti versi la riforma è coerente con un assunto condiviso in AMD: la Diabetologia si ‘fa’ sul territorio. In Toscana sono rimaste 4 UOC e molte SSD, si fanno dei concorsi per ruoli apicali. Ci sono state delle difficoltà, ma tutto sommato non si può parlare di un attacco alla Diabetologia come avviene in altre Regioni. I rischi però esistono”, ammonisce Di Cianni, “perché la riforma disegna una cornice, ma non traccia né i contorni dei percorsi assistenziali che bisognerebbe seguire, né una procedura e dei principi per progettarli. Si parla di dipartimenti aziendali e interaziendali ma concretamente, per fare un esempio, chi seguirà il paziente complesso? Non si capisce. Con la riforma, la Diabetologia entra interamente nel Dipartimento delle specialità territoriali. Dovremo riprogettare quei percorsi di collaborazione con gli oculisti, i nefrologi, i cardiologi e via dicendo, che avevamo già impostato. Noi di AMD siamo in grado di farlo, abbiamo una cultura della collaborazione e della progettazione di servizi multi-disciplinari, anzi è un po’ la ‘specialità della casa’. Potremo rivendicare e mettere in atto questa cultura o subiremo delle invasioni di campo come è avvenuto in altre Regioni? Spero di no ma non posso escluderlo”.
In un Dipartimento con centinaia di professionisti sarà importante ma difficile mantenere l’identità della diabetologia come specialistica interdisciplinare. Non aiuta l’autonomia data alle tre aziende ospedaliere universitarie (nel progetto iniziale anche queste dovevano entrare nelle ‘grandi ASL’) che rende per qualche verso più difficile la creazione di percorsi interaziendali.
Nel rapporto con i Medici di medicina generale, dopo qualche difficoltà, la collaborazione continua. Sulla carta la riforma della medicina primaria è perfetta ma è ben lungi dall’essere completa. Le ‘Case della Salute’ sono sporadiche: a Livorno su 150 MMG solo 30 sono inquadrati in strutture di nuovo tipo e quasi tutti continuano fisicamente a lavorare nel loro studio. “La Medicina di iniziativa è una realtà nei fatti ancora sporadica, il chronical care anche”, elenca Di Cianni che riconosce tuttavia alla Regione di avere identificato i problemi ed elaborato delle soluzioni appropriate. “Per esempio la Regione non solo ha recepito il Piano Nazionale Diabete ma ha anche stanziato quasi mezzo milione di euro per progetti tesi a creare una rete diabetologica regionale”.
“Insomma, occorrerà muoversi con attenzione perché il diavolo sta nei dettagli. E occorrerà anche dare ‘carne e ossa’ alla Diabetologia, assistendo i giovani endocrinologi interessati a ‘fare Diabetologia’ con borse di studio e incarichi e promuovendo il rinnovo anche anagrafico della specialistica. “Sono anni che non si fanno concorsi per l’assunzione di diabetologi!”, lamenta Graziano Di Cianni.
In questo biennio di messa a punto del sistema, AMD sa di potersi muovere di concerto con OSDI, ADI, SIMG e ovviamente con la Federazione delle Associazioni fra persone con diabete. L’autonomia concessa alle tre aziende universitarie potrebbe sottolineare le differenze di cultura fra una parte di SID e AMD ma si riuscirà sicuramente, confida Di Cianni, a mantenere una unità di intenti e di rappresentanza sfuggendo a derive che sono ormai un ricordo.