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Regione Lazio: linee di indirizzo per l’audit clinico in diabetologia

L’audit clinico è uno degli strumenti del governo clinico, ovvero della strategia con cui le organizzazioni sanitarie si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dei servizi e del raggiungimento e mantenimento di elevati standard assistenziali, stimolando la creazione di un ambiente che favorisca l’eccellenza professionale, mediante il confronto con standard validi e condivisi e l’analisi dello scostamento dalle buone pratiche cliniche, al fine di mettere in atto gli interventi necessari ad assicurare ai pazienti la migliore qualità delle cure. Al riguardo, abbiamo intervistato, a nome del gruppo che ha lavorato al documento, Danila Fava (coordinatore del gruppo di lavoro Cartella informatizzata AMD-SID-SIEDP Lazio), Concetta Suraci (tutor regionale Annali AMD), Graziano Santantonio (tutor regionale Annali AMD, e Lelio Morviducci (Presidente AMD Lazio).

a cura di Miryam Ciotola per il gruppo ComunicAzione


Danila Fava, cosa rappresenta questo documento?
Non è il semplice prodotto di un gruppo di lavoro, ma l’espressione di un percorso di crescita compiuto da tutta la diabetologia del Lazio negli ultimi 8 anni. E che affonda le sue radici nella cultura della qualità in AMD, una società scientifica che già vent’anni fa iniziava l’elaborazione di strumenti per il miglioramento continuo dell’assistenza diabetologica: gli indicatori AMD, un software per calcolarli facilmente dalla cartella informatizzata, un manuale di accreditamento professionale, un manuale per i profili di cura in diabetologia e, ovviamente, gli Annali AMD, un prodotto di grandissimo valore scientifico che per tutti noi è diventato un riferimento insostituibile nell’analisi delle performance assistenziali.

Come siete giunti alla sua stesura?
Nel 2010, per volontà del Consiglio direttivo regionale di AMD Lazio, nasce il gruppo Cartella Informatizzata, il cui mandato principale era diffondere l’uso della cartella diabetologica informatizzata nei centri regionali e assicurarne l’utilizzo secondo modalità standardizzate e condivise. Da subito il gruppo ha inserito il mandato in una progettualità più ampia, per la quale un’adeguata compilazione della cartella elettronica è il primo requisito per migliorare la qualità dell’assistenza diabetologica regionale e per realizzare una rete di archivi clinici fra strutture diabetologiche, medici di medicina generale, distretti ed ospedali. Abbiamo quindi elaborato un progetto iniziale con obiettivi e indicatori di processo e di esito, ma nel corso degli anni è stato arricchito con ulteriori obiettivi specifici, in sinergia con gli obiettivi del Piano Nazionale Diabete, del gruppo Annali e infine del Piano per la malattia diabetica nella Regione Lazio 2016-2018.

Concetta Suraci, in che modo il gruppo di lavoro ha sviluppato le premesse iniziali?
Il progetto è partito dalla rilevazione dei bisogni formativi delle strutture diabetologiche per poter pianificare eventi regionali di formazione sulla cartella e sull’elaborazione degli indicatori AMD. Nel gennaio 2012 è stato erogato il primo evento ECM e da allora il gruppo ha assicurato la formazione continua dei team di diabetologia regionali su argomenti di crescente complessità, iniziando dalla corretta registrazione dei dati nella cartella informatizzata, finalizzata all’elaborazione del report indicatori. Mmi riferisco ai corsi “Dati puliti”, per poi dedicarsi al supporto all’attività di benchmarking fra i centri sino ad arrivare all’evento del 2017 dedicato all’audit clinico, in cui i partecipanti hanno condiviso e testato la metodologia di conduzione dell’audit in diabetologia proposta dal gruppo.

Graziano Santantonio, quanto ritenete sia stata efficace la formazione dei team di diabetologia?
L’efficacia della formazione sui comportamenti degli operatori, ovvero sulla modalità di registrazione dei dati in cartella, è stata sin dall’inizio tra gli obiettivi misurabili del progetto. La chiara dimostrazione dell’efficacia dei corsi “Dati puliti” è nei report degli indicatori elaborati dai centri già un anno dopo la formazione: miglioramento degli indicatori di processo e, per alcuni centri, anche degli indicatori di esito intermedio. Un beneficio che era stato già osservato nei centri partecipanti alle campagne Annali.

Danila Fava, in altre parole, registrare bene, per lavorare meglio?
Sì. Ma per il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza sono necessari molti altri strumenti nelle mani dei diabetologi e tra questi l’audit clinico è di primaria importanza. Di conseguenza, dopo il primo corso “Dati puliti” il gruppo di lavoro ha proposto ai centri più esperti nell’uso della cartella di aderire a un progetto che prevedeva per ogni struttura la valutazione periodica della qualità dell’assistenza erogata, l’attivazione di interventi di miglioramento e di monitoraggio continuo sulle criticità individuate (audit clinico) e attività di benchmarking con gli altri centri partecipanti. Finalmente l’obiettivo dei centri non sarebbe stato più “registrare correttamente”, bensì “misurare per migliorare” le performance assistenziali. Negli anni la proposta è stata accettata da un numero crescente di strutture regionali, sino ad arrivare agli attuali 20 centri, e tutte hanno scelto volontariamente di autovalutarsi.

Graziano Santantonio, negli ultimi anni il Lazio ha anche vissuto la stagione della elaborazione del Piano regionale sulla malattia diabetica. Quale ruolo ha svolto il gruppo di lavoro in quest’ambito?
Nel 2014 è iniziata l’attività della Commissione regionale Diabete e l’esperienza maturata negli anni precedenti dal gruppo cartella informatizzata è stata determinante nella redazione del capitolo sugli indicatori regionali nel Piano per la malattia diabetica. Nel documento finale, poi licenziato e oggetto di decreto, gli indicatori AMD sono stati recepiti come indicatori di performance delle strutture diabetologiche regionali, in quanto ampiamente riconosciuti a livello nazionale e internazionale, elaborabili con facilità dalla cartella informatizzata e già sistematicamente utilizzati da molti centri regionali. Successivamente alla pubblicazione del Piano regionale, nella fase di attuazione dello stesso, la Regione Lazio ha dato mandato alle società scientifiche di diabetologia di elaborare le linee di indirizzo per l’audit clinico. Il frutto di questo mandato è proprio il documento sulle linee di indirizzo recentemente pubblicato.

Presidente Morviducci, l’impulso iniziale di AMD ha visto la convergenza e la condivisione di scopi e di impegno di tutte le società scientifiche diabetologiche operanti nel Lazio. Come giudica questo risultato?
Il comune lavoro in Regione e la prospettiva futura di condivisione dei dati clinici tra i centri diabetologici del Lazio hanno messo in evidenza l’importanza di rendere intersocietario il gruppo di lavoro, che è quindi diventato un gruppo AMD-SID-SIEDP. Questo gruppo ha ora colto il risultato di ottenere il recepimento da parte della regione delle “Linee di indirizzo per l’Audit Clinico in Diabetologia” (DCA n. U00290 del 13/07/2018.). Dobbiamo trarre motivazione da questo grande risultato della Diabetologia del Lazio e dall’impegno decennale di formazione e di elaborazione culturale che ne è stato la premessa.

Danila Fava, quali i progetti futuri su cui state lavorando?
Stiamo lavorando su più obiettivi specifici, tutti connessi al miglioramento della qualità dell’assistenza diabetologica e alla cartella clinica elettronica, o più genericamente alla sanità digitale. Abbiamo già in programma di proseguire la formazione continua delle strutture diabetologiche regionali e sarà finalizzata principalmente all’implementazione dell’audit clinico nelle diverse tipologie di centri della regione che non hanno esperienza in merito. Parallelamente, continueremo a mettere a disposizione della Regione Lazio le competenze del gruppo necessarie alla costituzione della rete informatica delle strutture diabetologiche, che rimane uno dei nostri obiettivi prioritari. Inoltre, su mandato regionale, stiamo sviluppando il “Referto strutturato” diabetologico, documento destinato a confluire nel fascicolo sanitario elettronico con lo scopo di rendere sempre accessibile al paziente e agli operatori sanitari un quadro aggiornato e completo delle proprie condizione cliniche.

Il commento del Presidente AMD Domenico Mannino
Questa testimonianza rende merito all’intuito di chi ha inizialmente creduto negli Annali e alla persistenza di chi ci ha lavorato in passato e continua oggi a lavorarci. ll documento segna una svolta nelle politiche aziendali per la qualità dell’assistenza diabetologica nel Lazio e riflette la sinergia di intenti tra le società scientifiche diabetologiche e la Direzione Regionale Salute e Politiche Sociali. È evidente, da questo e dagli ultimi documenti prodotti che il gruppo del Lazio abbia effettuato un eccellente lavoro di sensibilizzazione della componente politica utilizzando l’esperienza associativa e tutto ciò deve senza dubbio essere proposto ai presidenti regionali come esempio di un modello esportabile, sia pure con difficoltà, in altre realtà e in altre regioni.

Il commento del Presidente di Fondazione AMD Nicoletta Musacchio
E’ ormai chiaro che ai fini del dialogo con le istituzioni diventa sempre più importante avere una raccolta dati di qualità e sempre più “puliti”. Ciò non è scontato ed è importante evidenziarlo sottolineando la necessità che tutti i professionisti debbano essere formati alla cultura del dato e alla sua corretta raccolta. Da tempo AMD si occupa della questione e i nostri tutor AMD hanno curato per anni  le nostre cartelle affinché contengono dati affidabili tanto da essere riconosciuti anche dalle Istituzioni come interlocutori seri e precisi. Questo lavoro della sezione AMD Lazio è  la dimostrazione di come gli Annali non vadano intesi come sola fonte di ricerca osservazionale, bensì come parte di un processo di di benchmarking,  cruscotto dinamico della performance e risposta alle esigenze istituzionali, rendendoci protagonisti delle scelte Istituzionali.

 

Il documento è consultabile qui.