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Scuola Educatori AMD

SCUOLA PER EDUCATORI IN DIABETOLOGIA AMD

Percorso formativo per attivare conoscenze, abilità, emozioni e comportamenti nella gestione della cronicità

Responsabile scientifico: Domenico Mannino


Razionale

Formare operatori sanitari alla “Learning Agility ”, abilità e propensione della persona a imparare dall’esperienza, favorendo l’agilità comportamentale e di adattamento per superare tutte quelle strategie applicate al passato, che non possono più funzionare negli attuali contesti professionali.

Tutto questo per permettere di risvegliare il riconoscimento non solo delle risorse esterne a disposizione, ma anche di tutte quelle risorse interne del diabetologo che concorrono alla diminuzione delle resistenze intime per stimolare una rinnovata motivazione, per attraversare gli ostacoli legati ai rapidi cambiamenti organizzativi dovuti a crisi economiche, sociali, politiche insieme alla presenza di nuove tecnologie e di nuovi sistemi di comunicazione.

Obiettivi

Utilizzare strumenti propri del metodo educativo AMD, impiegando metodologie attive, interattive, esperienziali, unite a tecniche innovative che agiscano modificando i modelli comportamentali della prassi quotidiana:

  1. Trasmettere al diabetologo capacità umanistiche, relazionali e comunicative.
  2. Formare adeguatamente per vincere l’inerzia terapeutica.
  3. Fornire strumenti per l’adattamento alle modifiche organizzative delle istituzioni sanitarie eliminando stress e burnout e favorendo l’attivazione di condizioni di benessere.
  4. Facilitare l’aderenza degli approcci clinici a nuove regole, sulla base di nuove modalità di comunicazione, anche attraverso strumenti tecnologici e di interconnessione, come i social network.

Consulta il programma e razionale del secondo anno.


CALENDARIO:

  1.  L’ORGANIZZAZIONE POSITIVA
    Roma, sabato 30 – domenica 31 marzo 2019
  2. LA COMUNICAZIONE DEL TEAM E NEL TEAM COME PERCORSO TERAPEUTICO: DALLA DIAGNOSI ALLA PERSISTENZA, UN CAMBIAMENTO DI STILE 
    Roma, sabato 11- domenica 12 maggio 2019
  3. L’INERZIA TERAPEUTICA
    Roma, sabato 22 – domenica 23 giugno 2019
  4. MANTENERE LA PERSISTENZA DEL PAZIENTE E DEL TEAM ALL’INTERNO DEL SISTEMA
    Roma, sabato 13 – domenica 14 luglio 2019
  5. COME VIVERE LA PROPOSTA TECNOLOGICA TRA RESISTENZE E POSSIBILITÀ
    Roma, sabato 14 – domenica 15 settembre 2019
  6. VIVERE LA PROPOSTA TECNOLOGICA TRA RESISTENZE, OPPORTUNITÀ E POSSIBILITÀ
    Roma, sabato 19 – domenica 20 ottobre 2019

I partecipanti

Silvia Bonfadini
Silvia Bonfadini
Eleonara Devangelio
Eleonara Devangelio
Maria Rosaria Improta
Maria Rosaria Improta
Ida Fabrizia Pastore
Ida Fabrizia Pastore
Barbara Brunato
Barbara Brunato
Stefania Fontanarosa
Stefania Fontanarosa
Maria Paola Luconi
Maria Paola Luconi
Mariolina Pisciotta
Mariolina Pisciotta
Paola Canibus
Paola Canibus
Angelo Gioia
Angelo Gioia
Mario Manunta
Mario Manunta
Rachele Reitano
Rachele Reitano
Fernanda Cerrelli
Fernanda Cerrelli
Michele Grimaldi
Michele Grimaldi
Manola Nicoletti
Manola Nicoletti
Marilena Rispoli
Marilena Rispoli
Sabrina Cosimi
Sabrina Cosimi
Vincenzo Guardasole
Vincenzo Guardasole
Lucrezia Russo
Lucrezia Russo
Milena Sira Zanon
Milena Sira Zanon
Federica D'Angelo
Federica D'Angelo
Silvia Haddoub
Silvia Haddoub
Paola Orsini
Paola Orsini

Corso per Educatori AMD in diabetologia – Le riflessioni dei partecipanti

Si è concluso il primo anno del corso AMD per affrontare le sfide del presente e del futuro immediato che la cronicità del diabete ci impone. Ecco l’esperienza dei partecipanti.

a cura di Alessandra Clerico


Nel novembre scorso si è concluso, a Roma, il primo anno del corso per educatori in diabetologia, finalizzato a formare operatori alla learning agility, intesa come abilità e propensione della persona a imparare dall’esperienza, favorendo l’agilità di comportamento e di adattamento per superare le strategie applicate in passato e che non possono più funzionare negli attuali contesti professionali e relazionali.

La metodologia utilizzata si è avvalsa degli strumenti propri del metodo educativo AMD, dunque con l’impiego di metodologie attive, interattive ed esperienziali, ma anche di tecniche innovative con l’intento di modificare i modelli comportamentali delle persone nella prassi quotidiana.

Il corso, partito nel febbraio 2018, si è articolato in 10 sessioni. Al corso – un’esperienza unica e innovativa in campo formativo diabetologico – hanno partecipano 25 diabetologi AMD provenienti da tutta Italia.

Abbiamo così rivolto alcune domande ai colleghi sulle ragioni della loro partecipazione, quali le loro aspettative e quale il peso dell’esperienza fatta.


Perché partecipare a un corso per educatori in diabetologia?
Per Rachele Reitano e per Mariolina Pisciotta, “è stato il caso, meglio: la fortuna di imbattersi in qualcosa di potenzialmente interessante perché rivolto al futuro”. Per Paola Orsini e Mario Manunta le attese erano di “proseguire nel percorso di crescita fatto con la Scuola AMD e di acquisire nuove competenze per avvicinarsi con approccio diverso alla cronicità.”

Gli argomenti affrontati hanno soddisfatto aspettative ed esigenze formative?
Il consenso è unanime: sì. Per tutti, gli argomenti trattati sono stati all’altezza delle aspettative, e anche oltre. Dice Paola Canibus: “Gli argomenti affrontati, e soprattutto la modalità con cui sono stati sviluppati, hanno superato le mie aspettative”. E proprio da alcuni degli argomenti affrontati qualcuno, come Mariolina Pisciotta, ha tratto spunti per “attuare sin da subito un cambiamento nell’approccio lavorativo”, mentre altri, Paola Orsini ad esempio, sottolinea come “attraverso l’utilizzo di un nuovo linguaggio si traggono spunti per un maggior coinvolgimento del team”.

La mission del corso era: “Percorso formativo per attivare conoscenze, abilità, emozioni e comportamenti nella gestione della cronicità”. Quale aspetto è stato maggiormente approfondito?
Mario Manunta riassume così: “Tutte le conoscenze studiate sono state approfondite in modo tale da renderci consapevoli e autonomi nel percorrere con padronanza i meandri di dimensioni altrimenti sempre e troppo distanti dall’approccio clinico come usualmente viene inteso. Il fatto che tutti gli argomenti siano stati sviluppati in modo approfondito ed equilibrato tra di loro, è segno che il board ha fatto davvero un gran lavoro anche sui tempi, oltre che sul clima d’aula.”

Ma dalle testimonianze dei partecipanti traspare anche quanto il gioco delle emozioni sia stato sempre presente. Dice Rachele Reitano: “È stato un corso che ha portato più volte ognuno di noi ad aprirsi di fronte a persone che fino a qualche mese fa erano perfetti sconosciuti… che in più occasioni ha fatto scorrere sui nostri volti le lacrime… Cos’è? Emozionalità allo stato puro!”.

Quelle emozioni che sono state consapevolmente tradotte in forza per essere applicate alla cura della cronicità, come dice Sivia Bonfadini: “Ho avuto la conferma che la comprensione e la gestione delle emozioni, sia personali come operatori della cronicità sia dei nostri pazienti, è un elemento cardine nella cura della cronicità”.

In concreto, cosa pensi che questo corso aggiungerà alla tua pratica quotidiana?
La risposta è univoca: l’aver acquisito una maggiore consapevolezza del mondo della cronicità, comprendendo l’importanza assoluta dell’umanizzazione delle cure. A cui si aggiungono precisazioni importanti: stimolo personale, sostegno professionale, relazione di cura, ascolto attivo, scambio empatico, lavoro in team.

Mario Manunta precisa che “il lavoro svolto ha reso tutti noi dei diabetologi engaged…”. Rachele Reitano sottolinea che “questo metodo ti entra dentro e lì resta, scolpito”. E Paola Canibus ribadisce: “Mi piacerebbe portare almeno una parte dell’esperienza fatta nel corso nel mio contesto regionale”.

E che cosa il corso ha aggiunto o aggiungerò al tuo percorso in AMD?
L’impressione è che il corso abbiamo fortificato il senso di appartenenza alla nostra associazione. Lo ribadiscono le parole di Silvia Bonfadini: “Un corso che ti fa sentire parte di una struttura attenta alla persona a trecentosessanta gradi, che ti dà la voglia di partecipare sempre più attivamente alle attività dell’associazione perché analizza, progetta costruisce”. E Mariolina Pisciotta ci tiene a precisare: “Il mio percorso in AMD di sicuro non finirà al termine del corso. L’AMD per me rappresenta una grande famiglia più che una società scientifica”.

Pensando ad una eventuale prossima edizione, quali suggerimenti?
Difficile trovare aree di miglioramento, dicono i colleghi, poiché il corso è stato all’altezza delle aspettative. Ma per l’impegno richiesto Silvia Bonfadini propone: “Perché non dare una certificazione istituzionale al corso? Che per durata, impegno e importanza relatori/argomenti trattati può essere paragonato a un master universitario o comunque a un percorso di alta specializzazione. Si potrebbe pertanto cercare di darne un riconoscimento istituzionale – magari una collaborazione con università o ministero della Salute – e inserirlo come ‘titolo’ nel curriculum dei professionisti della cronicità”.


I soci AMD partecipanti al primo anno del corso – Silvia Bonfadini, Barbara Brunato, Paola Canibus, Fernanda Cerrelli, Sabrina Cosimi, Federica D’Angelo, Antonia De Rosa, Eleonora Decangelio, Stefania Fontanarosa, Angelo Gioia, Michele Grimaldi, Vincenzo Guardasole, Silvia Haddoub, Maria Rosaria Improta, Maria Paola Luconi, Mario Manunta, Manola Nicoletti, Laura Nollino, Paola Orsini, Ida Fabrizia Pastore, Mariolina Pisciotta, Rachele Reitano, Marilena Rispoli, Lucrezia Russo, Milena Sira Zanon.


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