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Diabete e incidenza di cancro: studio osservazionale di coorte basato sulla popolazione della provincia di Reggio Emilia

A cura di Marcello Monesi

6 novembre 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato la presenza di un’associazione tra diabete e alcuni tipi di cancro (fegato, pancreas, endometrio, rene, mammella, prostata, vescica e colon-retto): l’iperglicemia e l’iperinsulinemia rappresentano dei potenziali mediatori biologici dell’aumento del rischio neoplastico. Nella maggior parte degli studi osservazionali condotti è stata confrontata l’incidenza di neoplasie tra i diabetici e la popolazione generale, tuttavia sono pochi gli studi in cui tale analisi è stata estesa a un’intera popolazione di soggetti diabetici.

Nella provincia di Reggio Emilia la valutazione comparata del registro provinciale tumori e di patologia diabetica ha prodotto uno studio il cui scopo è stato confrontare l’incidenza di patologie neoplastiche nella popolazione di soggetti con e senza diabete e valutare nei diabetici il rischio di cancro in funzione della durata del diabete e delle terapie ipoglicemizzanti impiegate.

Lo studio, condotto dalla Dott.ssa Paola Ballottari (Unità Epidemiologia, IRCCS Reggio Emilia) e coll. e pubblicato sulla rivista BMC Cancer, ha valutato 407.157 soggetti residenti nella provincia di Reggio Emilia, di cui 23.358 (5,7%) diabetici. L’osservazione, protratta per 4 anni (dal 2010 alla fine del 2013), ha mostrato nei diabetici un rischio aumentato di neoplasie del fegato (RR 3,37, IC 95% 2,63-4,32), vescica (RR 1,39, IC 95% 1,16-1,48), pancreas (RR 2,00%, IC 95% 1,60-2,51) e colon-retto (RR 1,32, IC 95% 1,12-1,55); nelle donne si è inoltre registrato un incremento delle neoplasie uterine (RR 1,84, IC 95% 1,33-2,56). Nei pazienti con diabete tipo 2 si è osservata una progressione del rischio neoplastico all’aumentare della complessità delle terapie ipoglicemizzanti: i soggetti in terapia esclusivamente nutrizionale presentavano un rischio solo lievemente aumentato (RR 1,10, IC 95% 1,00-1,23) e tale rischio incrementava progressivamente nei pazienti trattati con ipoglicemizzanti orali (RR 1,22, IC 95% 1,14-1,32), nei pazienti in terapia insulinica (RR 1,32, IC 95% 1,13-1,54), per raggiungere i massimi livelli nei soggetti in terapia combinata insulina e ipo orali (RR 1,37, IC 95% 1,16-1,62). Per quanto riguarda la durata di diabete, il picco di incidenza di neoplasie si è verificato nei soggetti con durata compresa tra 6 e 10 anni (RR 1,44, IC 95% 1,29-1,61), per poi decrescere nei soggetti con durata di malattia superiore. Interessante notare come nei soggetti con diabete tipo 1 il rischio di sviluppare neoplasie è risultato simile a quello della popolazione dei non diabetici.

Il commento dei ricercatori si sofferma sul ruolo dell’insulina esogena, che anche in altri studi si associa a un incremento del rischio neoplastico. Tuttavia, il dato di neutralità del rischio sui soggetti con diabete tipo 1 sembrerebbe non confermare un ruolo diretto della terapia insulinica; la crescente complessità terapeutica, ipotizzano gli stessi ricercatori, in molti casi si associa a maggiore instabilità glicemica e metabolica, per cui l’iperglicemia potrebbe amplificare l’effetto dell’iperinsulinemia, determinando in ultima analisi l’incremento della probabilità di sviluppare neoplasie.


BMC Cancer 2017;17:703-11

PubMed


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