News & Highlights

Marzo 11, 2025 GM

Relazione tra il periodo di osservazione del monitoraggio in continuo del glucosio ed errore di stima nella valutazione dell’andamento glicemico a lungo termine

A cura di Giuseppe Frazzetto
11 marzo 2025 (Gruppo ComunicAzione) – L’integrazione del CGM nella pratica clinica è diventata preponderante nell’ultimo decennio, cambiando la gestione e l’assistenza dei pazienti con diabete. L’emoglobina glicata è il gold standard per la valutazione della glicemia media a lungo termine nell’arco di 2-3 mesi. Il CGM può stimare i valori di glicata, ma fornisce anche informazioni più dettagliate, ad esempio TIR, TBR e variabilità glicemica. Diversi studi hanno esaminato il periodo di osservazione ottimale per il CGM; nella pratica, il periodo comunemente utilizzato è di 14 giorni. Tuttavia, il periodo di osservazione minimo non è stato ancora valutato utilizzando l’errore assoluto medio che fornisce un’interpretazione diretta delle variazioni nelle metriche derivate dal CGM. L’approccio dello studio attuale è stato quello di calcolare l’errore assoluto medio per diverse finestre temporali per ogni singolo paziente, con l’obiettivo di dimostrare come il periodo di osservazione del CGM influenzi l’accuratezza della stima del controllo glicemico a 90 giorni. Una durata del CGM superiore ai 14 giorni (attualmente raccomandati) è probabilmente necessaria per garantire un’accuratezza sufficiente a rilevare cambiamenti clinicamente rilevanti nel controllo del glucosio a lungo termine.

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Marzo 10, 2025 GM

Differenze di genere e obesità: dai meccanismi fisiopatologici alle implicazioni cliniche

A cura di Elisa Romeo e Marina Valenzano
10 marzo 2025 (una collaborazione tra gruppo Diabete e Medicina di genere e gruppo ComunicAzione) – Una recente revisione della letteratura scientifica disponibile sull’obesità mette in luce le differenze esistenti nei due sessi e analizza il ruolo che il genere può assumere come fattore di rischio, nei meccanismi patogenetici, nella presentazione clinica di malattia, nell’accesso e nella risposta ai trattamenti. Al fine di capire meglio e contrastare efficacemente tale patologia, in grande espansione, una questione del genere è davvero importante!

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Marzo 4, 2025 GM

Erogazione automatizzata di insulina negli adulti con diabete tipo 2

A cura di Francesco Fasulo
4 marzo 2025 (Gruppo ComunicAzione) – Durante una sperimentazione non randomizzata, a braccio singolo, su adulti con DT2, il controllo glicemico è migliorato nel corso di 13 settimane di utilizzo del sistema di erogazione automatizzata di insulina, senza un aumento dell’ipoglicemia. È stato osservato un miglioramento dei livelli di glicata nei partecipanti che precedentemente utilizzavano terapia insulinica multiniettiva e in quelli che utilizzavano solo insulina basale, in diversi contesti razziali, etnici e socioeconomici, e tra individui che assumevano farmaci ipoglicemizzanti non insulinici, inclusi i GLP-1 RA e i SGLT2i.

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Febbraio 25, 2025 GM

Associazione tra stato del ferro e malattia renale diabetica: uno studio di coorte a livello nazionale

A cura di Raffaele D’Arco
25 febbraio 2025 (Gruppo ComunicAzione) – Il metabolismo del ferro svolge un ruolo cruciale in vari processi fisiologici e la sua alterazione è associata a numerose condizioni di salute. Tuttavia, la ricerca sulla relazione tra stato del ferro e DKD è limitata e uno studio cinese ha indagato la connessione tra il metabolismo del ferro e la DKD nelle persone con diabete evidenziando che il monitoraggio di tali marcatori può aiutare a migliorare la prevenzione e la gestione della salute renale nei pazienti diabetici.

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Febbraio 19, 2025 Alice Lione

ANNALI AMD – “Analisi predittiva con Machine Learning – Pazienti con DMT2 trattati con analoghi del GLP1: probabilità di andare a target entro 1 anno dall’intensificazione con insulina”

Carissimi Soci, siamo lieti di condividere il report dell’analisi condotta con strumenti di machine learning, messo a punto dal Gruppo Intelligenza Artificiale e basato sui dati degli Annali AMD: “Analisi predittiva - Pazienti con diabete tipo 2 trattati con analoghi del GLP1: probabilità di andare a target entro 1 anno dall’intensificazione con insulina”.…

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Febbraio 18, 2025 GM

L’efficacia delle terapie per il diabete tipo 2 può variare in relazione a età e sesso? Risultati di una metanalisi su dati aggregati e individuali

A cura di Sara Colarusso
18febbraio 2025 (Gruppo ComunicAzione) – Le attuali linee-guida internazionali per la terapia del diabete riconoscono ai farmaci innovativiSGLT2i e GLP-1 RA un ruolo predominante sia in termini di efficacia sia di protezione cardionefrovascolare. Una recente metanalisi di dati aggregati e individuali ha valutato se l’efficacia di tali farmaci sia in termini di riduzione di glicata sia di riduzione dei MACE possa variare in funzione dell’età e del sesso. L’aspetto saliente è stato che gli SGLT2i sono maggiormente cardioprotettivi nelle persone più anziane, nonostante la loro efficacia sulla riduzione di glicata si riduca lievemente proprio con l’aumento dell’età. La ricerca conclude per una sostanziale pari efficacia dei farmaci innovativi sia negli uomini sia nelle donne, indipendente dall’età; i dati sugli SGLT2i rinforzano la buona pratica clinica in cui l’impiego di tali farmaci, efficaci e soprattutto sicuri in alcuni gruppi di pazienti come gli anziani, possa rappresentare una soluzione terapeutica ottimale ancor più per il comprovato beneficio cardiovascolare.

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Febbraio 11, 2025 GM

C-peptide: quale ruolo nella gestione clinica del diabete tipo 2?

A cura di Gisella Boselli
11 febbraio 2025 (Gruppo ComunicAzione) – Il C-peptide trova promettenti possibili ruoli nella gestione del DT2, tra cui la corretta classificazione di malattia, la sua sottotipizzazione e la previsione della risposta alle diverse terapie disponibili; ulteriori studi sono necessari a chiarire la sua interpretazione in tale contesto, dove risulta particolarmente complicata dall’eterogeneità della malattia e dalla presenza di molti possibili interferenti.

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Febbraio 4, 2025 GM

Sicurezza pancreatica di tirzepatide e i suoi effetti sulla funzione delle cellule insulari: una revisione sistematica e metanalisi

A cura di Maria Elena Valera Mora
4 febbraio 2025 (Gruppo ComunicAzione) – Una recente revisione sistematica e metanalisi ha esaminato il rischio di pancreatite in corso di terapia con tirzepatide attraverso dati provenienti da 17 studi clinici randomizzati su persone con sovrappeso/obesità, MASH con e senza DT2. Tirzepatide, confrontata con placebo e altri trattamenti come insulina e GLP-1 RA, pur determinando l’incremento dei valori di amilasi e lipasi, non ha comportato un rischio maggiore di pancreatite e ha migliorato la funzione delle β cellule e la sensibilità all’insulina, riducendo invece la secrezione di glucagone.

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Gennaio 28, 2025 GM

Efficacia di semaglutide e tirzepatide in persone adulte con DT1 e sovrappeso o obesità

A cura di Elisabetta Salutini
28 gennaio 2025 (Gruppo ComunicAzione) — L’incremento delle persone con “diabete doppio” (DT1 e insulino-resistenza associata a obesità) rappresenta una sfida terapeutica per il futuro prossimo. In soggetti con DT1 e sovrappeso/obesità in cui venivano impiegati off-label semaglutide o tirzepatide, in aggiunta a insulina, in un periodo di tempo di 12 mesi si sono osservati effetti benefici sul peso corporeo e sul compenso glicemico. Tali risultati sono stati registrati sia in persone in trattamento con terapia multiniettiva sia in trattamento con infusione insulinica sottocutanea con sistema ad ansa chiusa. L’associazione di semaglutide e tirzepatide sembra dunque vantaggiosa anche in soggetti tradizionalmente esclusi dagli studi randomizzati controllati ed emerge chiaramente la necessità di condurre studi di efficacia e sicurezza a loro dedicati.

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Gennaio 21, 2025 GM

I farmaci per diabete di tipo 2 e obesità: una salvezza per le malattie neurodegenerative o un ponte troppo lontano?

A cura di Roberta Poli
21 gennaio 2025 (Gruppo ComunicAzione) – È ormai noto che il DT2 e l’IR rappresentino un fattore di rischio per lo sviluppo delle malattie neurodegenerative. I meccanismi alla base di questa stretta relazione parrebbero coinvolgere l’IR, a livello cerebrale, con conseguente stress ossidativo, neuroinfiammazione e aggregazione di proteine patognomoniche che, a loro volta, indurrebbero la neurodegenerazione sia nella corteccia cerebrale (malattia di Alzheimer) sia nella substantia nigra (malattia di Parkinson). I GLP-1 RA, uno dei principali farmaci nel DT2 e nell’obesità, avrebbero dimostrato di possedere effetti neurotropici e – in particolare, neuroprotettivi – mitigando l’IR a livello encefalico e, in questo modo, la neuroinfiammazione. Tali aspetti, insieme ai risultati di studi preclinici e clinici, sembrerebbero rendere promettente l’impiego dei GLP-1 RA anche in questo particolare contesto clinico.

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