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Fattori determinanti l’autogestione del diabete nei pazienti di recente immigrazione

A cura di Silvia Bonfadini per il Gruppo AMD: Psicologia e Diabete

19 maggio 2017 (Gruppo ComunicAzione) – L’autogestione del diabete rappresenta spesso una criticità, soprattutto nelle persone immigrate. La comprensione dei fattori condizionanti una riduzione dell’autogestione in tali persone potrebbe ridurre l’onere del diabete mellito tipo 2 sulla spesa sanitaria, migliorando efficacia ed efficienza della cura.

In un recente studio canadese, Ilene Hyman (Consultant in Research and Evaluation, Dalla Lana School of Public Health, University, Toronto, Ontario, Canada) e coll., hanno valutato in 130 diabetici di tipo 2 immigrati in Canada da meno di 10 anni (paesi di origine Sri Lanka, Bangladesh, Pakistan e Cina) l’esistenza di fattori, correlati al paziente o al sistema fornitore della cura, in grado di influenzare la capacità di autogestione del diabete. Per la raccolta dei dati sono stati utilizzati questionari tradotti in quattro lingue, test pratici per valutare l’autogestione del diabete e la scala di Likert a 5 punti per la valutazione della percezione della discriminazione/equità della cura offerta dai fornitori.

I due fattori significativi nel predire la capacità di autogestione del diabete tra i recenti immigrati sono risultati essere le barriere finanziarie (p = 0,0233) e la qualità del rapporto fornitore-paziente (p = 0,0016). La probabilità di impegno nelle pratiche di autogestione si riduceva del 9% in coloro che non avevano possibilità economiche per accedere alle cure e del 16% in coloro che erano considerati come “poveri” nelle loro interazioni con i fornitori della cura.

In conclusione, un’efficace autogestione del diabete può essere ridotta da barriere finanziare e da una percezione di ingiustizia e discriminazione nell’assistenza sanitaria in persone con diabete tipo 2 di recente immigrazione.


Can Fam Physician 2017;63(2):e137-44

PubMed


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