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Telemedicina e diabete: verso il futuro

“Telemedicina e diabete: uno sguardo al futuro?” è il titolo della due giorni di lavori con cui AMD ha fatto recentemente il punto sul ruolo delle nuove tecnologie digitali per la raccolta dei big data nell’universo diabete. Sicuramente hanno già modificato e cambieranno ancora il modello di relazione tra medico e paziente oltre alle organizzazioni sanitarie e permetteranno cure sempre più personalizzate e appropriate. Ce ne parlano Giacomo Vespasiani e Domenico Mannino, Past e Presidente AMD in carica rispettivamente, intervistati alla fine dell’evento svoltosi a Roma, che ha visto tra i relatori, insieme ad altri, anche Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità.

a cura di Miryam Ciotola e Riccardo Fornengo


Il futuro è già iniziato. E non da oggi e nemmeno da ieri. Da qualche anno. E certamente sta rendendo possibili scenari impensabili. Grazie allo sviluppo del cosiddetto “internet delle cose” e delle tecnologie digitali, che applicate alle malattie croniche come il diabete potranno dare benefici sperati e assai presto dimostrabili

Dottor Vespasiani, la telemedicina per la gestione del diabete: una realtà imminente?
Non solo una realtà imminente ma una scelta imprescindibile. Provo a riassumere quanto emerso dal convegno, ovvero che cosa la telemedicina può regalarci in tempi brevissimi. Anzitutto, maggiore continuità assistenziale, migliore qualità di vita e risparmio in termini di spesa sanitaria. Poi, una più semplice e immediata comunicazione medico-paziente che supera il problema della distanza e riduce il numero delle visite ambulatoriali. Infine, un maggiore e protetto interscambio di dati per cure sempre più personalizzate ed efficaci.

Ovvero: internet e telemedicina ci faranno evolvere verso nuovi modelli?
Direi proprio di sì. Grazie agli strumenti offerti oggi dalle tecnologie digitali pensiamo si possa arrivare a una gestione più sostenibile del diabete. Di pari passo, l’assistenza dovrà evolvere verso un approccio più razionale e moderno, anche gestendosi da remoto, grazie proprio alle tecnologie digitali.

Presidente Mannino, sviluppi da valutare attentamente quindi…
Sì ed è per tale ragione che AMD ha ritenuto fondamentale prevedere un momento di formazione e di confronto tra diabetologi, categoria di specialisti che sempre di più in futuro sarà chiamata a confrontarsi con la sfida della telemedicina.

Presidente, nel corso della due giorni di lavori avete introdotto lo studio che AMD intende condurre. Di che si tratta?
Di essere in linea con gli indirizzi forniti dal Piano nazionale della cronicità e dal Piano nazionale per la malattia diabetica. Per i quali i sistemi sanitari regionali sono oggi chiamati a una profonda riorganizzazione dell’assistenza per le patologie croniche, secondo i principi del chronic care model. Il quale a sua volta prevede l’empowerment del paziente e una sua elevata capacità di autogestione della malattia, grazie a un adeguato percorso educativo e al supporto della telemedicina.

In concreto?
Si tratterà di uno studio su mille pazienti diabetici, volto a quantificare i benefici della telemedicina rispetto all’approccio usual care. Uno studio multicentrico randomizzato per misurare in concreto l’impatto di un sistema di telecare per il controllo del rischio metabolico e cardiovascolare in pazienti con diabete tipo 2 e diabete gestazionale, comprendendo numerosi outcome clinici e non clinici e sul consumo di risorse sanitarie.

Presidente Mannino, AMD scommette su un futuro prossimo tutto digitale?
Il nostro auspicio è dimostrare con un approccio metodologico rigoroso che la telemedicina può funzionare su un numero elevato di centri e pazienti. Qualora i risultati della sperimentazione confermassero l’efficacia e la sicurezza attese dal sistema, ciò potrebbe essere implementato nella normale pratica clinica, nell’ambito delle attività e delle strategie di miglioramento dell’assistenza promosse da AMD.

Nel Comunicato stampa lanciato in occasione dell’evento Francesco Gabrielli ha dichiarato: “Numerosi studi indicano chiaramente che la via più realistica per continuare ad avere un Servizio Sanitario pubblico consiste nell’ottenere risorse economiche dal contrasto agli sprechi e reinvestirle subito nella realizzazione di servizi di sanità digitale. Questo perché le innovazioni digitali costringono, per essere utilizzate con successo, a rivedere le organizzazioni, ovvero a verificare chi fa che cosa e come lo fa. Negli anni passati, in Italia abbiamo accumulato un rilevante ritardo di sviluppo nella Sanità digitale, anche perché abbiamo svolto tante piccole esperienze di Telemedicina e d’innovazione digitale sanitaria del tutto locali, episodiche, senza coordinamento. Il Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali nasce con la missione di condurre, promuovere e coordinare la ricerca e la governance di sistema per le applicazioni sociali e sanitarie nell’ambito delle nuove tecnologie informatiche e della telemedicina. In altre parole, il Centro nazionale agisce per favorire la realizzazione di servizi sanitari e assistenziali digitalizzati su larga scala, che garantiscano equità di accesso, sicurezza, appropriatezza delle cure. L’iniziativa di AMD va con decisione nella stessa direzione e stiamo lavorando per creare le migliori condizioni di collaborazione. Il Centro nazionale si mette a disposizione di tutti coloro che desiderano realizzare programmi di sanità digitale. Le tecnologie sono disponibili, così come esistono le soluzioni organizzative e le innovazioni biomediche. Adesso è il momento di costruire”.

Consulta qui la brochure dell’evento.