Skip to content

Effetti della metformina sulle comorbilità relate all’età in anziani diabetici statunitensi

A cura di Giuseppe Felace per il Gruppo AMD: Diabete nell’anziano

14 aprile 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Negli Stati Uniti, oltre la metà della popolazione affetta da diabete mellito tipo 2 ha più di 65 anni e tali pazienti hanno un rischio maggiore di incorrere in comorbilità correlate all’età, come malattie cardiovascolari, neoplasie, depressione, demenza e fragilità.

In uno studio osservazionale retrospettivo, condotto negli Stati Uniti d’America, utilizzando il database Veteran Administration Electronic Medical Records e relativo al periodo 2002-2012, sono stati analizzati i dati relativi a pazienti neodiagnosticati per diabete mellito tipo 2, maschi, con un’età >65 anni e indenni, alla diagnosi di diabete, dalle cinque comorbilità sopracitate e dalle malattie renali ed epatiche.

Scopo dello studio era valutare se l’uso di metformina (rispetto a quello di altri ipoglicemizzanti orali) potesse influenzare o meno la probabilità di sviluppare le comorbilità correlate all’età; ha interessato 41.204 maschi affetti da diabete mellito tipo 2 (età media 74,6 ± 5,8 anni) con una emoglobina glicata al basale di 6,5 ± 0,97, dei quali il 20,4% assumeva come farmaco ipoglicemizzante la metformina.

A tale scopo, la coorte di pazienti è stata suddivisa in 4 classi fenotipiche a seconda delle caratteristiche cliniche:

  • classe fenotipicamente sana (“healthy class”)
  • classe ad elevato rischio cardiovascolare
  • classe ad elevato rischio neoplastico
  • classe ad elevato rischio di fragilità.

Gli utilizzatori di metformina hanno presentato, rispetto agli utilizzatori di altri farmaci, un rischio significativamente minore di sviluppare malattie cardiovascolari, neoplasie, depressione, demenza e fragilità.

In particolare, l’efficacia della metformina nel ridurre il rischio di sviluppare una specifica comorbilità è risultata molto maggiore nella classe a più alto rischio per quella condizione.

Dopo 9 anni il farmaco ha ridotto il rischio di:

  • sviluppare neoplasie del 45,5% nella classe ad elevato rischio neoplastico
  • sviluppare malattie cardiovascolari (MCV) del 48,6% nella classe ad elevato rischio cardiovascolare
  • sviluppare fragilità del 23,8% e MCV del 18,8% nella classe a rischio di fragilità
  • sviluppare MCV del 6,1% e fragilità del 5,0% nella classe fenotipicamente sana.

Inoltre, l’uso di metformina ha ridotto il rischio di mortalità per tutte le cause in tutte le 4 classi di pazienti, con una riduzione del rischio (OD) che è oscillata dal 27 al 61%.

In conclusione, la metformina ha ridotto il rischio di mortalità per tutte le cause e di sviluppare comorbilità relate all’età in anziani maschi con diabete mellito tipo 2 neodiagnosticato. Pertanto, questo studio ci indica altri buoni motivi per usare la metformina come farmaco di prima linea anche nei pazienti anziani (se non sussistono controindicazioni)

Va sottolineato che, alla luce degli Annali AMD, 2/3 dei pazienti che afferiscono ai Centri diabetologici italiani ha un’età >65 anni.


J Diabetes Complications 2017;31:679-86

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.