Il consumo di bevande artificialmente dolcificate è associato ad un elevato rischio di ictus e demenza.
A cura di Riccardo Candido
8 maggio 2017 (Gruppo ComunicAzione) – L’assunzione di bevande zuccherate è stata legata a fattori di rischio cardiometabolici che potrebbero aumentare il rischio di malattie cerebrovascolari e di demenza. Nello studio, condotto da Matthew P. Pase e coll., si è voluto valutare se il consumo di bevande zuccherate o artificialmente dolcificate fosse associato al rischio di ictus o di demenza nella coorte di soggetti dello studio Framingham. I dati relativi allo studio sono stati pubblicati su Stroke.
Sono stati studiati 2888 soggetti di età >45 anni per incidenza di ictus (età media 62 anni, 45% uomini) e 1484 soggetti di età >60 anni per incidenza di demenza (età media 69 anni; 46% uomini). L’assunzione di bevande è stata quantificata utilizzando un questionario di frequenza alimentare. La sorveglianza per eventi incidenti ha avuto inizio nel periodo 1998-2001 ed è proseguita per 10 anni. Sono stati osservati 97 casi di ictus (82 ischemici) e 81 casi di demenza (63 con malattia di Alzheimer).
Dopo aggiustamento per età, sesso, istruzione (per l’analisi della demenza), assunzione calorica, qualità delle diete, attività fisica e fumo, l’assunzione di bevande analcoliche artificialmente dolcificate è stata associata a un aumento del rischio di ictus ischemico, demenza da tutte le cause e demenza secondaria a malattia di Alzheimer. Quando si è valutata l’assunzione cumulativa giornaliera, il rischio era di 2,96 (IC 95%, 1,26-6,97) per l’ictus ischemico e di 2,89 (IC 95%, 1,18-7,07) per la malattia di Alzheimer. Le bevande zuccherate non erano invece associate a ictus o demenza.
In conclusione, il consumo di bevande analcoliche artificialmente dolcificate è stato associato a un più alto rischio di ictus e demenza.
AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.