Una camminata allunga la vita
Passeggiare regolarmente, anche se brevemente, può ridurre la mortalità: sono queste le conclusioni di un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica American Journal of Preventive Medicine.
È risaputo che l’attività fisica – a intensità moderata o elevata – è associata a una riduzione del rischio di sviluppare malattie croniche come il diabete mellito, le malattie cardiovascolari, l’ictus o alcuni tipi di cancro e anche a una riduzione della mortalità legata a tali patologie. Al contrario, la sedentarietà o l’inattività fisica può considerarsi in parte responsabile di esse, con relativo incremento della spesa sanitaria. In virtù di ciò, varie società scientifiche raccomandano almeno 150 minuti a settimana di attività fisica a intensità moderata o almeno 75 minuti a settimana di attività fisica a elevata intensità. Però, secondo un’ampia casistica statunitense, solo il 50% degli adulti raggiunge questi obiettivi – e la percentuale scende al 42% nei soggetti con più di 65 anni e al 28% in quelli con più di 75 anni.
L’attività fisica a intensità moderata più semplice da praticare (gratuita e senza bisogno di alcunché) è il camminare. Nello studio condotto dai ricercatori statunitensi guidati da A.V. Patel, negli oltre 60mila soggetti considerati il 5,8% degli uomini e il 6,6% delle donne non praticavano alcun tipo di attività fisica. Questi individui sedentari presentavano un rischio aumentato del 26% di morire prematuramente rispetto a coloro che camminavano “un po’”, ma comunque meno di quanto raccomandato dalle società scientifiche, ovvero meno di 2 ore a settimana. Coloro che, invece, raggiungevano e superavano le raccomandazioni, camminando dalle 2 alle 6 ore a settimana o più di 6 ore, presentavano un’ulteriore riduzione della mortalità del 20 e del 22% rispettivamente, in confronto a chi camminava, ma meno di 2 ore a settimana. I risultati hanno ovviamente tenuto conto delle caratteristiche etniche, cliniche e fisiche dei partecipanti, nonché delle loro abitudini relative ad alimentazione, assunzione di alcol e fumo. La riduzione era significativa per la mortalità cardiovascolare, per la mortalità per cancro, per la mortalità per malattie respiratorie.
Questo studio conferma, in maniera interessante anche se non sorprendente, che anche per gli adulti over 65 anni più ci si muove, più si cammina meglio è, con efficacia “dose-dipendente”. Ma soprattutto ci mostra anche che poco è meglio che niente, dato che, in questo caso, anche il camminare per meno di 2 ore a settimana ha una ricaduta benefica sostanziale dal punto di vista clinico sulla mortalità, rispetto alla assoluta sedentarietà.
Secondo gli autori, quindi, camminare, che è un’attività gratuita e si può fare ovunque, può favorire un sano invecchiamento e allungare la vita.
Walking in relation to mortality in a large prospective cohort o folder U.S. adults
Am J Prev Med 2017. Published online, 19 October 2017