Effetto sui MACE dell’utilizzo di un alto dosaggio di atorvastatina pre-intervento percutaneo coronarico: lo studio SECURE-PCI
A cura di Alessandra Clerico
26 marzo 2018 (Gruppo ComunicAzione) – L’efficacia sugli outcome clinici dell’utilizzo in acuto di un alto dosaggio di statina in pazienti con sindrome coronarica acuta (SCA) sottoposti a trattamenti invasivi resta ancora incerta. L’obiettivo dello studio SECURE-PCI è stato di valutare se la somministrazione di un alto dosaggio di atorvastatina in fase peri procedurale possa ridurre a 30 giorni il rischio di MACE (major adverse cardiovascular event) in pazienti con SCA candidati a essere sottoposti a procedure invasive.
Il SECURE-PCI è stato uno studio multicentrico, doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, condotto in 53 centri in Brasile su 4191 pazienti con SCA studiati mediante coronarografia per essere trattati con PCI (percutaneous coronary intervention, ovvero l’angioplastica coronarica) ove possibile. L’arruolamento è avvenuto tra l’aprile 2012 e l’ottobre 2017. Il follow-up è terminato a novembre 2017.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere prima e 24 ore dopo il PCI programmato due somministrazioni di atorvastatina da 80 mg (gruppo 1, n = 2087 soggetti) o placebo (gruppo 2, n = 2104 soggetti). Tutti i pazienti dopo 24 ore dall’ultima dose carico assunta post-PCI, hanno assunto quotidianamente, per i successivi 30 giorni, 40 mg di atorvastatina.
L’outcome primario dello studio era il MACE, definito come outcome composito di morte per tutte le cause, infarto del miocardio, ictus e rivascolarizzazione coronarica entro 30 giorni.
Tra i 4191 pazienti arruolati (età media: 61,8 anni [DS 11,5]; 1085 donne [25,9%]), 4163 (99,3%) hanno completato il follow-up a 30 giorni dall’evento acuto. Un totale di 2710 pazienti (64,7%) è stato sottoposto a PCI, 333 (8%) a intervento chirurgico di bypass e 1144 (27,3%) hanno ricevuto esclusivamente una terapia medica. A 30 giorni, 130 pazienti nel gruppo 1 atorvastatina (6,2%) e 149 pazienti nel gruppo 2 placebo (7,1) hanno avuto un MACE (differenza assoluta 0,85% [IC 95% da -0,7% a 2,41%]; HR 0,88%; IC 95% da 0,69 a 1,11; p = 0,27). Non è stato riportato nessun caso di insufficienza epatica; sono stati riportati tre casi di rabdomiolisi nel gruppo placebo (0,1%) e nessun caso nel gruppo atorvastatina.
In un’analisi dei sottogruppi si è evidenziato che in quello di pazienti con STEMI (infarto acuto miocardico con elevazione del segmento ST) i MACE a 30 giorni erano presenti in 30 dei 417 pazienti nel gruppo 1 atorvastatina sottoposti a PCI e in 58 su 448 pazienti nel gruppo 2 placebo sottoposti a PCI (HR 0,54; IC 95% 0,35-0,84; p = 0,01), mentre erano presenti in 12 su 78 pazienti nel gruppo 1 atorvastatina non sottoposti a PCI e in 7 su 69 pazienti nel gruppo 2 placebo non sottoposti a PCI (HR 1,59; IC 95% 0,63-4,6; p = 0,54).
In studi precedenti il beneficio dell’utilizzo in fase acuta di statine ad alto dosaggio in pazienti con SCA è stato osservato solamente in quelli trattati con PCI. Analogamente, questo studio non mostra una riduzione dei MACE a 30 giorni in tutta la popolazione di soggetti con SCA presa in esame. Tuttavia, la significativa riduzione dei MACE tra i pazienti con STEMI sottoposti a PCI suggerisce un beneficio dell’utilizzo di statina ad alta dose in fase periprocedurale.
Considerando che la riduzione dei MACE osservata in questo studio è molto precoce e correlata alla PCI, la possibile spiegazione di tale effetto potrebbe non essere correlata alla riduzione del colesterolo LDL ma piuttosto agli effetti cosiddetti pleiotropici delle statine (regolazione della sintesi dell’ossido nitrico, riduzione dell’attività delle metallo proteinasi, riduzione dei livelli in circolo di biomarker dell’infiammazione), che possono manifestarsi molto precocemente dopo l’inizio della terapia.
Al di là dell’analisi specifica di particolari sottogruppi, gli autori dello studio, pubblicato recentemente su JAMA, concludono rilevando che nell’intera popolazione con SCA esaminata l’utilizzo in fase periprocedurale di statina ad alto dosaggio non avrebbe dimostrato di ridurre i MACE a 30 giorni. Tali risultati non sarebbero quindi a favore dell’utilizzo routinario di atorvastatina ad alto dosaggio in tutti i pazienti con SCA candidati a procedure invasive.
JAMA. Published online March 11, 2018. doi:10.1001/jama.2018.2444
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