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Relazione tra conoscenze e credenze mediche sulle statine, utilizzo delle statine e livelli plasmatici dei lipidi: una survey tra i medici di medicina generale nel PALM Registry

A cura di Alessandra Clerico

1 aprile 2018 (Gruppo ComunicAzione) – L’applicazione delle linee-guida richiede la conoscenza da parte dei medici ma potrebbe essere influenzata da credenze e pregiudizi preesistenti. Così, in uno studio recentemente pubblicato sull’American Journal of Cardiology, gli autori hanno valutato l’associazione tra questi fattori e l’utilizzo della terapia ipolipemizzante secondo le linee-guida American College of Cardiology (ACC)/American Heart Association (AHA) del 2013.

Nel PALM Registry, 774 medici hanno completato la survey volta a verificare la loro conoscenza delle linee-guida ACC/AHA 2013, la loro fiducia nell’efficacia delle statine e la preoccupazione sulla sicurezza d’azione di questi farmaci. L’associazione fra tali fattori, l’uso delle statine, il loro dosaggio e i livelli di colesterolo LDL è stato valutato in 6839 pazienti trattati da quei medici tra il maggio e il novembre del 2015.

Complessivamente, il 63,9% dei medici ha risposto almeno a 3 su 4 ipotetici scenari in accordo con le raccomandazioni contenute nelle linee-guida, l’88,4% ha riferito di credere ai benefici delle statine e il 15,4% ha sollevato una preoccupazione circa la sicurezza di tali molecole.

La fiducia nei benefici della terapia con statine è risultata più diffusa tra i cardiologi, che rappresentano il 48,8% dei medici che hanno condotto la survey, mentre i dubbi sulla sicurezza sono risultati più elevati tra i non cardiologi e tra i medici operanti in ambito universitario. La conoscenza delle linee-guida non è risultata associata a una differenza nell’utilizzo delle statine (74,1 vs. 73,8% p = 0,84) e al raggiungimento di livelli di colesterolo LDL <100 mg/dl (54,7 vs. 52,4%, p = 0,07). Tuttavia, i pazienti seguiti da medici che avevano riferito di credere nel beneficio della terapia con statine era più probabile che ricevessero una terapia a dosaggio adeguato secondo le linee-guida (41,9 vs. 36,9%, p = 0,03), al contrario di quelli seguiti da quei medici che avevano espresso dubbi sulla sicurezza nell’uso delle statine (36,8 vs. 42,5%, p = 0,001), che, quindi, era più difficile che raggiungessero livelli di colesterolo LDL <100 mg/dl (44.1 vs. 56,1%, p <0,001); quest’ultimo dato permaneva anche dopo analisi multivariata (HR 0,75, IC 95% 0,63-0,89).

In conclusione, gli autori dello studio ribadiscono che non è la conoscenza delle linee-guida ma sono le “credenze” dei medici relative ai benefici e ai rischi nell’utilizzo delle statine che risultano significativamente associate all’aderenza alle linee-guida e al raggiungimento da parte dei pazienti di adeguati livelli plasmatici di colesterolo LDL.


Am J Cardiol 2019;123(7):1011-18

PubMed


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