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Sistemi di monitoraggio via web per la gestione del diabete tipo2: una revisione sistematica

A cura del Gruppo AMD: Clinical Governance

13 luglio 2015 (Congresso Medico) – Nel 2010 l’OMS ha definito la telemedicina come “un sistema di offerta sanitaria, dove la distanza è un fattore critico, in cui tutti i professionisti della sanità utilizzano sistemi di informazione e comunicazione di tipo tecnologico per lo scambio di informazioni utili per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione di malattie e infortuni, per attività di ricerca e verifica e per la formazione continua degli operatori”. Negli ultimi anni la telemedicina è stata proposta come un potente strumento per l’assistenza e la gestione delle patologie croniche come il diabete. Il suo utilizzo potrebbe facilitare l’accesso alle cure, migliorare il monitoraggio della malattia, l’aderenza alla terapia ed ai corretti stili di vita, fondamentali per il buon compenso del diabete. Tra le varie opportunità della telemedicina, il telemonitoraggio (o monitoraggio via web) è un sistema che permette ai pazienti di monitorare e trasmettere alcuni parametri, quali la glicemia, i valori pressori, il peso corporeo, le abitudini alimentari e l’attività fisica, direttamente da casa a una centrale remota, dove del personale sanitario può verificare costantemente la situazione del paziente e fornire delle indicazioni riguardanti la terapia e lo stile di vita.

Una review recentemente pubblicata da H. Muschab e coll. sulla rivista Diabetes Technology & Therapeutics ha lo scopo di valutare l’evidenza della fattibilità di sistemi di telemonitoraggio nel diabete tipo 2 in trattamento insulinico e del loro impatto sul compenso metabolico e la qualità di vita dei pazienti che li utilizzano. Per la ricerca delle fonti sono state utilizzate le principali banche dati (Medline, EMBASE, CINAHL, AMED, Cochrane Library e PubMed) e, dei 429 studi identificati, solo 19 hanno risposto ai criteri definiti (9 RCT e 10 studi classificati come “quasi sperimentali” o non RCT).

Negli studi RCT un totale di 1325 pazienti seguiti con telemonitoraggio sono stati confrontati con 1374 soggetti trattati secondo le abituali pratiche assistenziali per un periodo variabile tra 3 e 30 mesi. In tutti gli studi si è dimostrato un miglioramento significativo dell’HbA1c nei pazienti seguiti in telemedicina. Uno degli studi ha evidenziato, dopo 6 mesi di follow-up, un significativo miglioramento anche del peso, della pressione arteriosa e del colesterolo, mentre un altro lavoro ha dimostrato una minor ospedalizzazione e una migliore qualità di vita e aderenza alla terapia nei pazienti in telemonitoraggio.

In tutti gli studi non RCT (circa 2000 pazienti) il parametro raccolto era la glicemia, pur con diversa modalità di registrazione e trasmissione del dato, e l’operatore sanitario che raccoglieva le informazioni era costituito da personale infermieristico. Anche in questo caso si è evidenziato un miglioramento della HbA1c e un’alta soddisfazione dei pazienti nell’utilizzo della tecnologia.

L’aumento dell’incidenza del diabete in questi anni pone la necessità di ricercare altri strumenti di gestione della cura dei pazienti, in particolare l’innovazione tecnologica. I risultati di questa review, analogamente ad altre pubblicate negli ultimi anni, sembrano confermare che il telemonitoraggio e la pronta analisi dei parametri legati a problemi medici hanno la potenzialità di migliorare significativamente alcuni aspetti clinici e comportamentali, con beneficio sia per il paziente sia per il sistema curante. Pur non potendo sostituire la visita e l’interazione diretta tra medico e paziente, la telemedicina può essere utile in alcune situazioni per risparmiare tempo e spese di viaggio ai pazienti e il sistema curante può recuperare tempo e risorse da impiegare in altri aspetti dell’assistenza al paziente diabetico. Nei prossimi anni saranno senza dubbio necessarie ulteriori analisi sia per comprendere come strutturare al meglio i sistemi di telemonitoraggio, il loro impatto sulla sostenibilità nel lungo termine e la valutazione del costo-efficacia, sia per individuare la tipologia di paziente e il momento della malattia in cui essi possano dare i maggiori benefici sulla qualità della cura e della vita.

 

Diabetes Technol Ther 2015;17(7):498-509

Pubmed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.