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Gli effetti della dulaglutide sull’ictus: un’analisi esplorativa dello studio REWIND

A cura di Francesco Romeo

27 gennaio 2020 (Gruppo ComunicAzione) – Gli studi con outcome cardiovascolari hanno suggerito che gli agonisti recettoriali del GLP1 (GLP1-RA) riducono gli ICTUS. Gli autori di uno studio pubblicato recentemente su Lancet Diabetes and Endocrinology hanno voluto valutare gli effetti della dulaglutide, un GLP1-RA settimanale, sull’ictus in una sottoanalisi dello studio REWIND.

Il REWIND è stato uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto in 371 centri in 24 paesi. Sono stati reclutati uomini e donne (di età ≥50 anni) con diabete tipo 2 e HbA1c <9,5%, con dosi stabili di un massimo di due farmaci ipoglicemizzanti assunti per via orale con o senza insulina basale e BMI ≥23 kg/m2.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale (1:1) a iniezioni sottocutanee settimanali di dulaglutide 1,5 mg o placebo in cieco (contenente gli stessi eccipienti ma senza dulaglutide). La randomizzazione è stata effettuata da un codice casuale generato dal computer con un sistema di risposta web interattivo con stratificazione per centro. Durante il periodo di trattamento, ai partecipanti di entrambi i gruppi è stato chiesto di iniettare il farmaco in studio ogni settimana – nello stesso giorno e all’incirca alla stessa ora.

Gli ictus sono stati classificati come fatali o non fatali e come ischemici, emorragici o indeterminati. La gravità dell’ictus è stata valutata utilizzando la scala Raking modificata.

I partecipanti sono stati osservati a 2 settimane, 3 mesi, 6 mesi e poi ogni 3 mesi per la distribuzione dei farmaci e ogni 6 mesi per valutazioni dettagliate, fino a quando sono stati raggiunti 1200 outcome primari confermati.

L’endpoint primario era la prima manifestazione di qualsiasi componente dell’outcome composito, che comprendeva infarto miocardico non fatale, ictus non fatale o morte per cause cardiovascolari o sconosciute. Tra il 18 agosto 2011 e il 14 agosto 2013, sono stati sottoposti a screening 12.133 pazienti, di cui randomizzati 9901 con diabete tipo 2 e ulteriori fattori di rischio cardiovascolare e assegnati in modo casuale a dulaglutide (n = 4949) o a placebo (n = 4952). Durante un follow-up mediano di 5,4 anni sono stati accertati e giudicati sia gli outcome cerebrovascolari sia quelli cardiovascolari non cerebrali. 158 dei 4949 partecipanti assegnati a dulaglutide (3,2%) e 205 (4,1%) dei 4952 partecipanti assegnati a placebo hanno avuto un ictus durante il follow-up (hazard ratio [HR] 0,76, IC 95% 0,62-0,94; p = 0,010). Dulaglutide ha ridotto l’ictus ischemico (0,75, 0,59-0,94, p = 0,012) ma non ha avuto alcun effetto sull’ictus emorragico (1.05, 0,55-1,99; p = 0,89). Dulaglutide ha anche ridotto il composito di ictus non fatale o morte per qualsiasi causa (0,88, 0,79-0,98; p = 0,017) e l’ictus con esiti di disabilità (0,74, 0,56-0,99; p = 0,042). Il grado di disabilità dopo l’ictus non differiva in base al gruppo di trattamento.

Secondo gli autori, l’uso a lungo termine di dulaglutide potrebbe ridurre l’ictus ischemico clinicamente rilevante nelle persone con diabete tipo 2 ma non sembrerebbe influire sulla gravità dell’ictus.


Lancet Diabetes Endocrinol 2020 Feb;8(2):106-14

PubMed


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