Efficacia e sicurezza della riduzione dei livelli di colesterolo LDL in pazienti anziani: revisione sistematica e metanalisi degli studi randomizzati controllati
Punti chiave
Domanda: La terapia ipolipemizzante si è dimostrata efficace nel prevenire gli eventi cardiovascolari negli ultrasettantacinquenni così come ampiamente dimostrato nella popolazione più giovane?
Risultati: La riduzione della colesterolemia LDL in pazienti anziani con età >75 anni ha ridotto in maniera significativa il rischio di eventi vascolari maggiori nella misura del 26% per riduzione plasmatica di 1 mmol/L di LDL colesterolo (RR 0,74 [IC 95% 0,61-0,89]; p = 0,0019), senza alcuna differenza statisticamente significativa rispetto alla percentuale di riduzione del rischio osservata in pazienti con età <75 anni (0,85 [0,78-0,92]; pinteraction = 0,37).
Significato: Questa recente metanalisi suggerisce che in pazienti di età ≥75 anni la riduzione della colesterolemia LDL riduce gli eventi cardiovascolari in maniera analoga a quanto accade in soggetti con età <75 anni.
A cura di Alessandra Clerico
14 dicembre 2020 (Gruppo ComunicAzione) – I benefici della terapia ipocolesterolemizzante in pazienti molto anziani resta un tema dibattuto e lo studio in esame, pubblicato recentemente su Lancet, si è posto l’obiettivo di analizzare tutte le evidenze a disposizione sull’argomento sino ad ora presenti per poter dare una risposta.
Si tratta di una metanalisi che gli autori hanno condotto analizzando, attraverso una revisione sistematica, gli studi pubblicati sull’argomento nel periodo marzo 2015-agosto 2020. Sono stati presi in considerazione studi randomizzati controllati di outcome cardiovascolari in cui le indicazioni alla terapia ipolipemizzante erano quelle dettate dalle linee-guida dell’American College of Cardiology e dell’American Heart Association, con un periodo medio di follow-up di almeno 2 anni e che includevano anche una popolazione anziana con età >75 anni. Sono stati altresì esclusi gli studi che avevano arruolato pazienti con scompenso cardiaco o pazienti in dialisi poiché le linee-guida non raccomandano in questi pazienti una terapia ipolipemizzante. I dati relativi ai pazienti anziani sono stati estratti utilizzando una formula standard relativa ai dati aggregati dei singoli studi. È stato analizzato il rapporto di rischio (RR) tra eventi vascolari maggiori (l’insieme di morte cardiovascolare, infarto del miocardio o altra sindrome coronarica acuta, ictus ischemico o rivascolarizzazione coronarica) e riduzione di 1 mmol/l (circa 38 mg/dl) di colesterolo LDL.
Di 244.090 pazienti provenienti da 29 studi, 21.492 (corrispondenti all’ 8,8% del totale) avevano una età >75 anni. Di questi pazienti, 11.750 (54,7%) provenivano da trial condotti con statine, 6209 (28,9%) da trial condotti con ezetimibe e 3533 (16,4%) da trial condotti con PCSK9 inibitori.
Il follow-up medio negli studi è stato tra 2,2 e 6 anni. La riduzione della colesterolemia LDL in pazienti anziani con età >75 anni ha ridotto in maniera significativa il rischio di eventi vascolari maggiori (n = 3519) nella misura del 26% per riduzione plasmatica di 1 mmol/l di colesterolo LDL (RR 0,74 [IC 95% 0,61-0,89]; p = 0,0019), senza alcuna differenza statisticamente significativa rispetto alla percentuale di riduzione del rischio osservata in pazienti più giovani, cioè con età <75 anni (0,85 [0,78-0,92]; pinteraction = 0,37). Tra i pazienti più anziani, i rischi relativi non mostravano differenze statisticamente significative fra quelli trattati con statine (0,82 [0,73-0,91]) o quelli trattati con farmaci ipolipemizzanti non statinici (0,67 [0,47-0,95]; pinteraction = 0,64).
Il vantaggio della riduzione dei livelli di colesterolo LDL nei pazienti anziani è stato osservato per ogni componente dell’endpoint composito, comprendente la morte cardiovascolare (0,85 [0,74-0,98]), l’infarto del miocardio (0,80 [0,71-0,90]), l’ictus (0,73 [0,61-0,87]) e la rivascolarizzazione coronarica (0,80 [0,66-0,96]).
La metanalisi evidenzia che in pazienti di età ≥75 anni la riduzione della colesterolemia LDL riduce gli eventi cardiovascolari in maniera analoga a quanto accade in soggetti con età <75 anni. Gli autori dello studio concludono che, secondo loro, tali risultati dovrebbero contribuire a rendere più stringenti le raccomandazioni delle linee-guida sull’utilizzo delle terapie ipolipemizzanti, incluse quelle non statiniche, in pazienti anziani con età ≥75 anni.
Lancet 2020 Nov 21;396(10263):1637-43
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