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La chirurgia bariatrica supera la terapia standard nel controllo a lungo termine del diabete tipo 2 nei pazienti con BMI >35

Punti chiave

Domanda: Quali sono gli effetti a lungo termine della chirurgia bariatrica in confronto alla terapia standard nel controllo a lungo termine del diabete tipo 2 nei pazienti con obesità?

Risultati: In uno studio randomizzato, in aperto, sono stati seguiti per un periodo di 10 anni 57 pazienti con diabete tipo 2, durata di malattia >5 anni e BMI >35, randomizzati a terapia medica, bypass gastrico Roux-en-Y o diversione biliopancreatica. I tassi di remissione del diabete a 10 anni (definita come HbA1c <6,5% e glicemia a digiuno <100 mg/dl senza terapia in corso per almeno 1 anno) erano del 5,5% per la terapia medica, del 50% per BPD e del 25% per RYGB. I pazienti trattati con BPD e RYGB hanno presentato meno complicanze legate al diabete ma più eventi avversi gravi.

Significato: La chirurgia bariatrica risulta più efficace della terapia standard nell’indurre la remissione del diabete a lungo termine.


A cura di Lucia Briatore

1° febbraio 2021 (Gruppo ComunicAzione) – La cura del diabete tipo 2, malattia cronica per eccellenza, è la speranza di molti e la chirurgia bariatrica o metabolica sembra fare ben sperare in tal senso. Fino ad ora i dati disponibili arrivavano ad un follow-up di 5 anni, ma recentemente un gruppo anglo-italiano guidato dalla prof.ssa Geltrude Mingrone (Division of Diabetes and Nutritional Sciences, King’s College London, UK) ha pubblicato su Lancet i risultati di 10 anni di follow-up di uno studio in aperto, monocentrico in cui pazienti con diabete tipo 2 (durata basale >5 anni; emoglobina glicata [HbA1c] >7,0% e indice di massa corporea ≥35 kg/m2) sono stati assegnati in modo casuale (1:1:1) a terapia medica, bypass gastrico Roux-en-Y (RYGB, Roux-en-Y gastric bypass) o diversione biliopancreatica (BPD, biliopancreatic diversion) da un sistema informatizzato.

L’endpoint primario dello studio era la remissione del diabete a 2 anni, definita come HbA1c <6,5% e glicemia a digiuno 100 mg/dl senza terapia in corso per almeno 1 anno. Nell’analisi a 10 anni, la durata della remissione del diabete è stata analizzata in base all’intenzione di trattare (ITT, intention to treat). Fra il 30 aprile 2009 e il 31 ottobre 2011, dei 72 pazienti valutati per l’eleggibilità, ne sono stati inclusi 60. Il tasso di follow-up a 10 anni è stato del 95,0% (57 su 60).

Di tutti i pazienti trattati chirurgicamente, 15 (37,5%) hanno mantenuto la remissione del diabete per tutto il periodo di 10 anni. In particolare, i tassi di remissione a 10 anni nella popolazione ITT erano del 5,5% per la terapia medica (IC 95% 1,0-25,7; un partecipante è andato in remissione dopo il passaggio alla chirurgia), del 50,0% per BPD (29,9-70,1) e 25,0% per RYGB (11,2-46,9; p = 0,0082). Venti (58,8%) dei 34 partecipanti che sono stati osservati in remissione a 2 anni hanno avuto una ricaduta di iperglicemia durante il periodo di follow-up (BPD 52,6% [IC 95% 31,7-72,7]; RYGB 66,7% [41,7-84,8]).

Tutti gli individui con recidiva hanno tuttavia mantenuto un adeguato controllo glicemico a 10 anni (HbA1c media 6,7% [DS 0,2]). I partecipanti dei gruppi RYGB e BPD avevano, oltre a un miglior controllo metabolico, meno complicazioni legate al diabete rispetto a quelli del gruppo terapia medica (rischio relativo 0,07 [IC 95% 0,01-0,48] per entrambi i confronti), inclusi eventi avversi cardiaci, renali e neurologici. La chirurgia metabolica inoltre ha anche ridotto l’uso di farmaci in generale, compresi i farmaci per il diabete, l’ipertensione e la dislipidemia. Eventi avversi gravi si sono verificati più frequentemente tra i partecipanti al gruppo BPD (OR per BPD vs terapia medica 2,7 [IC 95% 1,3-5,6]; OR per RYGB vs terapia medica 0,7 [0,3-1,9]).

Gli autori concludono che la chirurgia bariatrica/metabolica è più efficace della terapia medica convenzionale nel controllo a lungo termine del diabete tipo 2 e suggeriscono che i medici e i responsabili politici dovrebbero garantire che la chirurgia metabolica sia adeguatamente considerata nella gestione dei pazienti con obesità e diabete tipo 2.


Lancet. 2021 Jan 23;397(10271):293-304

PubMed


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