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La terapia con microinfusore, rispetto alla terapia multiniettiva, si associa a ridotta progressione della retinopatia: uno studio osservazionale

Punti chiave

Domanda: In soggetti adulti con diabete tipo 1 la terapia con microinfusore si associa, a causa della riduzione di HbA1c che generalmente si ottiene, ad un peggioramento a breve termine della retinopatia o piuttosto a benefici a lungo termine?

Risultati chiave: In questo studio osservazionale scozzese l’introduzione di terapia con microinfusore non si associava a peggioramento della retinopatia in pazienti con diabete tipo 1 senza retinopatia o con retinopatia lieve. Si è osservata, al contrario, una riduzione della progressione in pazienti adulti trattati con microinfusore, rispetto a chi ha proseguito la terapia multiniettiva, in particolare in coloro con livelli di HbA1c più elevati al basale. La riduzione della HbA1c non si associava alla progressione della retinopatia.

Significato: I risultati di questo studio suggeriscono il possibile impiego della terapia con microinfusore nei pazienti con diabete tipo 1 non solo per i noti effetti benefici sul compenso glicemico ma anche per quelli sulle complicanze oculari.


A cura di Eugenio Alessi

31 maggio 2021 (Gruppo ComunicAzione) – La retinopatia diabetica rimane una delle prime cause di cecità a livello globale. Il DCCT ci ha insegnato che un buon compenso glicemico consente di ridurre il rischio di sviluppare retinopatia diabetica a lungo termine, ma esistono evidenze che un rapido miglioramento dei valori glicemici possa determinare un peggioramento repentino della retinopatia. La terapia insulinica mediante microinfusore, sempre più diffusa nella cura del diabete tipo 1, si associa frequentemente ad una rapida e lieve, ma significativa, riduzione della HbA1c. Obiettivo dello studio osservazionale retrospettivo condotto da Laura J. Reid (Edinburgh Centre for Endocrinology and Diabetes, NHS Lothian, Edinburgh e BHF Centre for Cardiovascular Science, Queen’s Medical Research Institute, University of Edinburgh, UK)e coll., recentemente pubblicato su Diabetologia, era quello di investigare la progressione di retinopatia in adulti con diabete tipo 1 dopo l’inizio di terapia con microinfusore, rispetto alla prosecuzione di terapia multiniettiva.

Sono stati individuati 293 pazienti seguiti in tre centri in Scozia, i cui dati clinici confluivano nel medesimo database (SCI-Diabetes), che avevano intrapreso terapia con microinfusore dal 1° gennaio 2013 al 1° dicembre 2016 e di cui erano disponibili i dati oculistici (screening ogni 6 -12 mesi mediante retinografia); come gruppo di controllo sono stati selezionati 277 pazienti che avevano seguito il medesimo programma di educazione, ma erano poi rimasti in terapia multiniettiva.

La retinopatia è stata graduata dallo stadio 0 (assente) allo stadio 4 (proliferante) e sono stati inclusi nello studio i pazienti con retinopatia assente o background (stadio 1), in quanto coloro con retinopatia più severa venivano indirizzati a cure oculistiche; la progressione era definita come avanzamento di almeno uno stadio. È stata effettuata un’analisi multivariata che tenesse conto di molteplici variabili cliniche e socioeconomiche. Il follow-up medio è stato di 2,3 anni.

I pazienti trattati con microinfusore erano più giovani, con migliore condizione socioeconomica e presentavano al basale livelli più bassi di HbA1c (8,2 vs. 8,3%, p <0,01) e pressione sistolica più elevata. Ad un anno, i pazienti trattati con microinfusore, rispetto ai pazienti in terapia multiniettiva, avevano una maggiore riduzione di HbA1c (-0,6 vs. -0,2%, p <0,01), non significativa alla fine dell’osservazione (-0,4 vs. -0,2%, p = 0,12). La progressione della retinopatia si è verificata in misura significativamente minore nel gruppo che ha intrapreso terapia con microinfusore (18,6 vs. 26,5%, p = 0,0097). Valori elevati di HbA1c al basale (>9,0%) si associavano alla progressione della retinopatia nei pazienti che avevano proseguito la terapia multiniettiva (p = 0,0049), ma non nel gruppo trattato con microinfusore (p = 0,93). Le modifiche di HbA1c alla fine del follow-up, indipendentemente dai valori iniziali, non si associavano alla progressione della retinopatia in entrambi i gruppi.

Sulla base dei risultati, gli autori concludono che, in una popolazione real-world di adulti con diabete tipo 1, intraprendere terapia con microinfusore ha determinato una ridotta progressione della retinopatia rispetto alla prosecuzione della terapia multiniettiva, in particolare in coloro con livelli di HbA1c più elevati al basale, senza evidenza di peggioramento a breve termine legato al miglioramento del compenso glicemico.

La forza dello studio è rappresentata dalla popolazione relativamente ampia, in un contesto di real-world e con valutazione della retinopatia con un programma di screening uniforme.

Le limitazioni sono, però, molteplici e vanno dalla natura osservazionale retrospettiva e assenza di randomizzazione, con inevitabile bias di allocazione, alla esclusione dallo studio dei pazienti non aderenti al programma di screening della retinopatia, che potrebbero costituire una sottopopolazione a rischio elevato di complicanze. Sono stati esclusi, infine, i pazienti con forme più severe di retinopatia (10,6% nel gruppo microinfusore, 10,1% nel gruppo multiniettiva), che sono a più elevato rischio di progressione a breve e lungo termine della complicanza oculare.

Ulteriori studi, pertanto, sono necessari per chiarire l’impatto della terapia con microinfusore sulla progressione della retinopatia diabetica.


Diabetologia2021 May 8. doi:00125-021-05456

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