Associazione tra SGLT2i e outcome cardiovascolari in pazienti con diabete tipo 2 e altri fattori di rischio cardiovascolare – Una metanalisi
Punti chiave
Domanda: Qual è l’entità aggiornata dei vantaggi forniti dagli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 sull’esito di morte cardiovascolare od ospedalizzazione per scompenso cardiaco in sottogruppi selezionati di pazienti?
Risultati: Questa metanalisi, che include 10 studi randomizzati di elevata qualità, ha ulteriormente confermato come l’uso degli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 sia associato a una minore incidenza di morte cardiovascolare od ospedalizzazione per scompenso cardiaco nel 33% dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Per l’outcome primario di ospedalizzazione per scompenso cardiaco o morte cardiovascolare, lo studio ha mostrato gli stessi benefici per entrambi i sessi, e un minor rischio nei pazienti di età <65 anni rispetto a quelli con età >65 anni o più. Nessun beneficio in termini di riduzione di infarto miocardico acuto.
Significato: Tali risultati suggeriscono, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 sono associati ad ampi benefici cardiovascolari nei pazienti ad elevato rischio cardiovascolare.
A cura di Michele Riccio
7 febbraio 2022 (Gruppo ComunicAzione) – Per approfondire l’impatto complessivo della terapia con gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2i, sodium-glucose cotransporter 2 inhibitor) sul rischio cardiovascolare, in particolare sulla mortalità e sul rischio di scompenso cardiaco, è stata recentemente pubblicata su JAMA Netw Open una metanalisi basata sui database elettronici PubMed, Google Scholar, Web of Science e Cochrane comprendente pubblicazioni fino al 10 gennaio 2021.
L’obiettivo dello studio è stato valutare l’associazione tra l’uso di SGLT2i e i benefici cardiovascolari in gruppi prespecificati, utilizzando i dati ottenuti da studi clinici randomizzati. Nella ricerca sono stati inclusi studi in cui i partecipanti avevano una malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD, atherosclerotic cardiovascular disease) o fattori di rischio per ASCVD, diabete o scompenso cardiaco. I termini di ricerca includevano SGLT2i e diverse combinazioni di outcome cardiovascolari.
La metanalisi ha valutato sei outcome di efficacia in rapporto all’uso di SGLT2i (morte cardiovascolare e ospedalizzazione per scompenso cardiaco [HHF, hospitalization for heart failure] come endpoint primario e come secondari eventi avversi cardiovascolari maggiori [MACE, major adverse cardiovascular event], HHF, infarto miocardico acuto, morte cardiovascolare e mortalità per tutte le cause).
La metanalisi di dieci studi ha riguardato una popolazione di 71.553 partecipanti, di cui 39.053 hanno ricevuto SGLT2i; negli studi riportati, 28.809 erano uomini e 15.655 erano donne (età media, 65,2 [range 61,9-70,0] anni). In termini di età, 16.793 avevano <65 anni e 17.087 avevano ≥65 anni. A un follow-up medio di 2,3 anni (range 0,8-4,2), il gruppo SGLT2i ha registrato la riduzione dell’outcome primario (3165 su 39.053 [8,10%] vs. 3756 su 32.500 [11,56%]; OR, 0,67 [IC 95%, 0,55-0,80]; p <0,001). L’uso di SGLT2i era associato a una riduzione del tasso di eventi del 2,44% rispetto al gruppo placebo. Inoltre, è stato riscontrato che i pazienti trattati con SGLT2i presentavano una differenza statisticamente significativa in MACE (3149 su 32.057 [9,82%] vs. 2606 su 25.496 [10,22%]; OR, 0,90 [IC 95%, 0,81-0,99]; p = 0,03; I2 = 66%).
Nessuna differenza è stata notata nel tasso di infarto miocardico acuto rispetto al gruppo placebo (1256 su 26.931 [4,66%] vs. 958 su 20.373 [4,70%]; OR, 0,95 [IC 95%, 0,87-1,03]; p = 0,22). L’analisi dei sottogruppi ha confermato i dati a favore dell’uso di SGLT2i per l’endpoint primario in entrambi i sessi, gruppi di età e gruppi razziali ed etnici.
Secondo gli autori dello studio, nelle persone ad alto rischio cardiovascolare gli SGLT2i mostrano “notevoli e consistenti benefici di classe” per il miglioramento degli esiti cardiovascolari tra le diverse categorie di età, sesso e razza/etnia.
Questa metanalisi supporta ulteriormente i dati forniti dalla letteratura sui benefici cardiovascolari della classe degli SGLT2i. L’elemento interessante che la metanalisi aggiunge è che i trial considerati sono numerosi e ben condotti e, soprattutto, utilizza dati di trial recentissimi e che includono anche SGLT2i attualmente non in commercio in Italia (vedi sotagliflozin). Offre quindi un dato statistico ampio, variegato e consistente.
Altro elemento interessante della metanalisi è che i benefici cardiovascolari della terapia con SGLT2i si estendono coerentemente all’intera classe, nonostante le variazioni nelle popolazioni arruolate; d’altro canto, essa conferma che gli SGLT2i non riducono il rischio di infarto miocardico acuto in generale: dato che la durata del follow-up medio di tali studi non superava i due anni e mezzo, saranno necessari ulteriori studi prospettici e a lungo termine nonché di sorveglianza post-marketing per valutare appieno le capacità e i benefici cardiovascolari di questa classe di farmaci.
JAMA Netw Open 2022;5(1):e2142078
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