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Sindrome metabolica e GEP-NET: prima l’uovo o la gallina? In ogni caso, meglio pensarci prima

Punti chiave

Domanda: La sindrome metabolica può avere un ruolo causale nell’insorgenza delle neoplasie neuroendocrine gastro-entero-pancreatiche? Oppure sono le neoplasie neuroendocrine e le strategie attuate per curarle ad alterare il metabolismo?

Risultati: Le società scientifiche italiane di oncologi ed endocrinologi (AIOM, AMD, SIE e SIF) hanno esaminato le evidenze ad oggi disponibili, con l’obiettivo di chiarire le possibili associazioni fra sindrome metabolica e neoplasie neuroendocrine gastro-entero-pancreatiche e, di conseguenza, le implicazioni per il trattamento di entrambe le condizioni.

Significato: L’ottenimento di un buon controllo metabolico mediante terapia nutrizionale, ipolipemizzante e ipoglicemizzante può contribuire a migliorare l’esito delle cure antitumorali. Sia gli oncologi sia gli endocrinologi dovrebbero quindi perseguire insieme questo obiettivo.


A cura di Marina Valenzano

21 febbraio 2022 (Gruppo ComunicAzione) – La sindrome metabolica (SM) è controversa nella sua definizione. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di una condizione patologica caratterizzata da obesità addominale, alterazioni del metabolismo glucidico, ipertensione arteriosa e dislipidemia, che concorrono ad aumentare il rischio di diabete e di malattia cardiovascolare. Concordano, invece, i dati epidemiologici che ne segnalano il progressivo aumento (secondo le previsioni, nel 2035 riguarderà il 53% della popolazione generale) e anche il suo ruolo come fattore di rischio per diversi tumori.

Il gruppo delle neoplasie neuroendocrine gastro-entero-pancreatiche (GEP-NET), in particolare, ha recentemente raggiunto il secondo posto per frequenza tra i tumori gastrointestinali, anche a causa alle migliori capacità diagnostiche e ai programmi di screening. Da qui l’interesse delle società scientifiche di oncologi ed endocrinologi (AIOM, AMD, SIE e SIF) nell’esaminare eventuali interazioni tra SM e GEP-NET, oggetto del documento di consenso del 22 dicembre 2021.

L’associazione della SM con l’insorgenza delle GEP-NET, sulla base delle prove scientifiche disponibili, resta da chiarire; tuttavia, l’obesità e il diabete possono favorire neoplasie sito-specifiche (gastriche e pancreatiche) attraverso i meccanismi dell’iperfagia, dell’infiammazione cronica, dell’insulino-resistenza e della stimolazione della proliferazione cellulare. Ipertensione arteriosa e dislipidemia, invece, non hanno raccolto prove sufficienti per essere ritenute fattori di rischio oncologici.

D’altro canto, anche le GEP-NET possono generare alterazioni secondarie del metabolismo, come conseguenza dell’ipersecrezione ormonale (presente in un terzo dei casi) o dei trattamenti volti a contrastarle (chirurgia, chemioterapia). Ad esempio, glucagonomi, somatostatinomi, ma anche gli interventi di pancreasectomia, la somministrazione di inibitori di mTOR o degli analoghi della somatostatina (SSA) possono compromettere o peggiorare la secrezione insulinica endogena (con un aumento del fabbisogno dal 25 al 35% nei soggetti già affetti da diabete). Fortunatamente, alcuni effetti collaterali sono reversibili una volta cessato il trattamento (come la dislipidemia indotta da everolimus).

Come intervenire, quindi, in questo articolato dialogo tra SM e GEP-NET? La soluzione sembra richiedere che si instauri un proficuo dialogo tra oncologi ed endocrinologi. Infatti, pur senza mirare in modo specifico al metabolismo energetico delle cellule neoplastiche, contenere iperglicemia, ipertrigliceridemia e ipercolesterolemia può contribuire ad aumentare l’efficacia dei farmaci antitumorali, ridurre il rischio di recidiva e, quindi, migliorare la sopravvivenza dei pazienti con GEP-NET, a prescindere dalle condizioni metaboliche di partenza.

Le molecole più studiate per queste applicazioni includono metformina e statine, ad alta o bassa intensità, preferendo prava- e rosuvastatina che non interferiscono con la famiglia enzimatica del citocromo P450. La metformina ha dimostrato proprietà anticancerogene in vivo, indipendenti dall’effetto glicemico. Similmente sono stati osservati effetti LDL-indipendenti delle statine (per ora soltanto in vitro). Resta invece controverso l’utilizzo di farmaci incretinici per il loro potenziale pro-proliferativo, in particolare nelle NET pancreatiche.

Non bisogna infine dimenticare il rischio di malnutrizione dei pazienti oncologici, specialmente se affetti da forme aggressive. Il piano alimentare dovrebbe essere individualizzato, per quantità, qualità e palatabilità. Nell’ambito delle GEP-NET, un occhio di riguardo dovrebbe andare agli alimenti che aggravano la sindrome da carcinoide (diarrea e flushing).

In conclusione, è fondamentale il coordinamento tempestivo e agile tra le équipe di cura, al fine di massimizzare efficacia e personalizzazione dei trattamenti proposti.


ESMO Open. 2021 May 18;6(3):100155

PubMed


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