La sauna: c’e’ del nuovo dal nord
Intervista con Francesco Zaccardi, giovane ricercatore, sui benefici della sauna finlandese: anche sui pazienti diabetici
di Marco Comoglio e Riccardo Fornengo
Francesco Zaccardi |
Qualche settimana fa, nella sezione Online First di JAMA Internal Medicine è stato pubblicato un interessante articolo: “Association Between Sauna Bathing and Fatal Cardiovascular and All-Cause Mortality Events”. |
Fra gli autori, Francesco Zaccardi, giovane ricercatore laureatosi e specializzatosi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, con internship ancora alla Cattolica di Roma, poi al Cardiovascular Epidemiology Unit dell’Università di Cambridge (UK) e all’Institute of Public Health and Clinical Nutrition dell’Università di Kuopio, in Finlandia. Il suo interesse di ricerca è nell’ambito del diabete e delle complicanze cardiovascolari associate, nell’epidemiologia del diabete e nella statistica medica. Autore di circa 50 di pubblicazioni su riviste internazionali, membro dell’Editorial Board di Nutrition Metabolism and Cardiovascular Diseases, relatore a diversi congressi nazionali e internazionali, attualmente è Clinical Research Fellow/PhD presso il Diabetes Research Centre della University of Leicester (UK). Dopo aver letto l’articolo lo abbiamo cercato perché la curiosità è stata tanta…
Francesco Zaccardi, da dove è nato lo spunto per uno studio così insolito e originale?
Durante un internship presso l’Università di Cambridge, discutendo con i coautori circa l’elevato rischio cardiovascolare nella popolazione finlandese rispetto a quelle dell’Europa mediterranea, ci siamo chiesti quali potessero esserne le ragioni. Storicamente l’aumentato rischio è infatti stato attribuito alle differenze dietetiche – diete ricche in colesterolo e grassi saturi.
Interrompiamo subito: sempre e solo le differenze alimentari?
Appunto. Vi sono altre consuetudine e stili di vita dei finlandesi che, al contrario, dovrebbero ridurre il rischio. Tra queste, poteva essere interessante studiare la sauna, poiché vi sono fondate ragioni biologiche – effetto dell’alta temperatura sul sistema cardiocircolatorio – e direi anche storiche – la sauna da moltissimi anni è stata suggerita per diverse patologie. Fortunatamente, lo studio di coorte iniziato nella città di Kuopio a metà degli anni ’80 del secolo scorso al fine di definire le cause dell’aumentato rischio cardiovascolare nei finlandesi, ha raccolto informazioni circa la frequenza e la durata della sauna nella popolazione coinvolta: 2400 uomini tra i 42 e i 60 anni. I partecipanti sono stati seguiti per oltre 20 anni, e ciò ha permesso di studiare l’associazione tra l’utilizzo della sauna e il rischio di eventi vascolari.
Nell’articolo appare una riduzione degli eventi cardiovascolari negli utilizzatori di sauna e pare esserci stato anche un effetto favorevole nel sottogruppo dei maschi con diabete tipo 2. Questo potrebbe essere esteso alle complicanza del diabete?
Sappiamo bene che le malattie cardiovascolari rappresentano la principale complicanza nei pazienti diabetici. Sebbene il dato di un maggior beneficio derivi da un’analisi di sottogruppo, quindi con un ridotto potere statistico, sicuramente è molto interessante e genera diverse ipotesi. Tra queste, la possibilità che la sauna moduli la funzionalità del sistema nervoso autonomo. L’alterazione del sistema nervoso autonomo, la “disfunzione autonomica”, è frequente nei soggetti diabetici con lunga durata di malattia, e contribuisce all’aumentato rischio cardiovascolare. Poiché il beneficio risulta maggiore nei diabetici, ciò supporta l’idea che tale modulazione possa avere un ruolo nella riduzione degli eventi. Restano tuttavia da definire nel dettaglio le relazioni tra sauna e sistema nervoso autonomo e tra sauna e diabete: entrambi gli aspetti rientrano già in futuri progetti di ricerca.
Semplificando: la sauna potrebbe essere una partica da suggerire ai nostri pazienti? Se sì, con quale frequenza e intensità?
E’ sicuramente una pratica rilassante e, tranne casi specifici, la consiglierei a tutti. Una sessione di tipica sauna finlandese dura 30-35 minuti, con temperature intorno agli 85-95° C e umidità molto bassa (10-20%). La sessione è caratterizzata da uno-due intervalli di doccia tiepida, anche se talvolta i finlandesi amano esporsi a temperature più rigide. Nello studio il beneficio è risultato maggiore nelle persone che riportavano una durata della sauna tra i 19 e i 30 minuti, e 4-7 sessioni a settimana. Una tale frequenza è possibile poiché la maggior parte dei finlandesi dispone ovviamente di una sauna nella propria abitazione.
Quale potrebbe essere il meccanismo di protezione da parte della sauna?
I meccanismi alla base degli effetti benefici possono essere suddivisi schematicamente in due gruppi: psicologici e più strettamente fisiopatologici. Sicuramente la sauna è un momento rilassante, ed è difficile escludere con certezza che un maggior stato di rilassamento e tranquillità e un ridotto stress siano associati sia a saune più frequenti sia a un ridotto rischio di eventi cardiovascolari. Peraltro, molteplici studi descrivono effetti benefici della sauna sul sistema cardiovascolare. In particolare, una tipica sessione di sauna determina degli adattamenti cardiovascolari simili all’attività fisica di moderata intensità, ovvero sudorazione e frequenza cardiaca di 120-130 bpm. Inoltre, i “passaggi termici” caldo-freddo modulano l’elasticità dei vasi, migliorano la funzionalità endoteliale e contribuiscono alla regolazione del sistema nervosa autonomo.
Potremmo forse intendere la sauna come un miglioramento dello stile di vita/cambiamento di cattive abitudini? Elemento che noi costantemente proponiamo nel nostro counseling di comportamento ai nostri pazienti…
Certamente uno stile di vita migliore può spiegare i risultati. Nello studio la relazione tra sauna ed eventi cardiovascolari è stata “aggiustata” per lo stato socioeconomico, al fine di escludere un potenziale fattore di confondimento. Tuttavia lo stato socioeconomico non è sempre un buon indicatore di un corretto stile di vita, e un cambiamento di cattive abitudine resta in ogni caso il passo più importante per la prevenzione delle malattie cardiometaboliche.
Un possibile “nuovo” stile di vita per i nostri pazienti “mediterranei” poco usi a tale pratica nordica?
Se i dati venissero confermati in altri studi e i meccanismi meglio delineati, sicuramente la sauna rientrerebbe in un appropriato “stile di vita”.