Prevenire il diabete di tipo 2 cambiando lo “stile di vita”
Parlare di prevenzione del diabete di tipo 2 è possibile. Questa condizione non ‘colpisce a caso’. Familiarità, stile di vita, peso e sedentarietà rappresentano dei fattori di rischio precisi.
Recentemente è stato dimostrato che le persone ‘ a rischio’ possono ridurre drasticamente la possibilità di sviluppare il diabete in maniera molto semplice.
È possibile identificare persone che corrono un particolare rischio di diventare diabetiche?
I soggetti che hanno il maggiore rischio di diventare diabetici sono quelli che hanno più di 45 anni, figli o fratelli di diabetici, in sovrappeso, sedentari, con ipertensione o alterazioni del metabolismo dei grassi.
Il rischio può essere precisato meglio sottoponendo il pancreas a un ‘test da carico’ attraverso l’assunzione di una determinata quantità di zucchero per bocca e valutando la glicemia a intervalli regolari. Anche il diabete ‘transitorio’ sviluppato durante la gravidanza o aver avuto figli che alla nascita pesavano più di 4 kg rappresenta un fattore di rischio.
È invece dubbio se la “qualità” della alimentazione (più o meno grassi, più o meno zuccheri, più o meno fibre vegetali) permetta di individuare i soggetti che hanno maggiore probabilità di diventare diabetici.
Questi soggetti devono controllare una volta all’anno la glicemia, almeno dopo i quaranta anni di età e, se i valori sono nella parte alta della normalità, eseguire una curva da carico di glucosio per os. La presenza di glicemia alterata a digiuno o dopo carico (chiamata alterata tolleranza ai carboidrati) indica infatti una probabilità dal 20 al 34% di sviluppare il diabete nell’intervallo di 6 anni e proprio su chi ha queste caratteristiche sono stati eseguiti gli studi che hanno dimostrato che è possibile prevenire il diabete.
Il sovrappeso e l’obesità principalmente favoriscono l’evoluzione verso il diabete; anche la sedentarietà e la dieta ipercalorica e ricca in grassi di origine animale e colesterolo favoriscono l’insorgenza del diabete.
Esistono studi che abbiano dimostrato che è possibile prevenire il diabete?
Recentemente sono stati portati a termine studi che hanno dimostrato che è possibile prevenire il diabete con misure igienico dietetiche.
Per ottenere prove scientificamente valide in questi studi sono stati scelti soggetti con una probabilità conosciuta ed alta di sviluppare il diabete; alcuni (scelti a caso) sono stati trattati con le normali misure preventive (consiglio generale di restrizione dietetica ed aumento dell’esercizio fisico), altri con la prescrizione di una dieta particolare e controllata e di un esercizio fisico programmato secondo modalità ben definite.
Uno studio cinese su 577 soggetti con alterata tolleranza ai carboidrati (Da Quing IGT and diabetes study ) ha dimostrato una riduzione percentuale del rischio del 31% nel gruppo trattato con dieta, del 46% nel gruppo trattato con esercizio e del 42% nel gruppo trattato con dieta ed esercizio.
Dieta ed esercizio fisico si sono dimostrati utili anche nelle persone non in sovrappeso.
In Finlandia (Finnish Diabetes Prevention Study ) sono stati seguiti per oltre 3 anni 522 soggetti in sovrappeso con ipotolleranza ai carboidrati.
Al gruppo di controllo sono state date istruzioni generali orali e scritte sulla dieta e l’esercizio fisico; al gruppo di intervento è stato dato un consiglio individualizzato volto alla riduzione del peso (obiettivo la riduzione almeno del 5%), alla riduzione dell’apporto globale di grassi, in particolare, di grassi saturi (di origine animale quale ad esempio il burro), all’aumento della introduzione di fibre vegetali, allo svolgimento di un adeguato esercizio fisico (esercizio di entità moderata per almeno 30’ ogni giorno). La adesione alle prescrizioni è stata costantemente verificata e corretta se insufficiente.
La riduzione nella comparsa di diabete è stata del 58%, specificamente del 63% nei maschi e del 54 % nelle femmine. Riduzioni anche maggiori, fino al 70 ed 80% si sono osservate nei pazienti che hanno ottenuto una diminuzione di peso almeno del 5% (4 kg per una persona di 80 kg) ed hanno mantenuto un esercizio fisico migliore.
Nello studio americano DPP (Diabetes Prevention Program) 3234 soggetti in sovrappeso non diabetici ma con alterata tolleranza ai glucidi sono stati trattati o secondo le modalità abituali o secondo un programma di modificazione dello stile di vita che si proponeva una perdita di peso del 7% del peso corporeo e almeno 150 minuti di attività fisica alla settimana; sono stati seguiti per circa 3 anni. Anche in questo studio la riduzione dell’incidenza del diabete è stata del 58%.
In conclusione, una dieta equilibrata volta ad ottenere una riduzione del peso di almeno il 5-7% (4- 5.5 kg per una persona di 80 kg) unita ad un esercizio fisico moderato, come una passeggiata di buon passo di almeno 20- 30’ al giorno, è in grado di ridurre di oltre la metà la probabilità di diventare diabetici per le persone che hanno diversi fattori che predispongono alla malattia.
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