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Dormire della grossa… non ingrossa la taglia, sia per gli uomini, sia per le donne

Punti chiave

Domanda: C’è una differenza di genere nell’associazione tra durata del sonno e obesità?

Risultati: A differenza di studi precedenti, che riportano risultati alternanti e controversi, una recente metanalisi non riscontra significative differenze tra i sessi.

Significato: I risultati, seppur inaspettati, hanno implicazioni significative per la pratica clinica, evidenziando che gli operatori sanitari dovrebbero informarsi proattivamente sulla durata del sonno sia per gli uomini sia per le donne, nella prevenzione e nella gestione dell’obesità, sostenendo i pazienti nell’ottimizzazione della durata del sonno.


A cura di Raffaele D’Arco

9 luglio 2024 (Gruppo ComunicAzione) – È noto come l’obesità sia una delle principali cause di morbilità e mortalità a livello globale. E se la breve durata del sonno è significativamente associata all’incidenza dell’obesità, non è ancora chiaro se tale relazione sia influenzata dal sesso. Il sesso è infatti un fattore determinante che influenza il contenuto di grasso corporeo, la distribuzione e l’associazione con le malattie metaboliche, sebbene l’eziologia dell’obesità sia complessa e veda coinvolti anche molti altri fattori (genetici, socioeconomici e di stile di vita).

Neanche i meccanismi alla base dell’associazione tra breve durata del sonno e obesità incidente sono del tutto noti. Certamente la restrizione del sonno porta a sviluppare più facilmente alterazioni ormonali con impatto sul metabolismo; ne sono un esempio, in particolare, l’aumento della grelina e la riduzione della leptina che aumentano l’appetito. In secondo luogo, la restrizione del sonno riduce l’utilizzo del glucosio, favorendo la percezione della fame. Infine, la stanchezza dovuta alla riduzione del sonno porta a una riduzione del dispendio energetico.

In tale contesto è inoltre fisiologicamente plausibile che l’associazione tra breve durata del sonno e obesità vari tra uomini e donne, poiché i due sessi dormono in modo diverso. Esistono differenze di sesso nella qualità del sonno, nella durata e nella latenza del sonno: ad esempio, nella popolazione generale, le donne adulte riferiscono un tempo totale di sonno più lungo rispetto agli uomini. Inoltre, le donne giudicano abitualmente il loro sonno di qualità inferiore rispetto agli uomini. Nel corso della vita, il sonno si deteriora tipicamente con l’età in entrambi i sessi, ma ci sono periodi specifici nella vita femminile che predispongono a un sonno disordinato (come pubertà, gravidanza, menopausa). In particolare, l’aumento dei livelli di progesterone è associato a riduzioni oggettive del sonno REM. Inoltre, è stato dimostrato che il “debito di sonno”, ovvero la differenza tra la quantità di sonno che una persona riceve e quella di cui ha bisogno, si accumula più rapidamente nelle donne.

Alcuni studi trasversali hanno identificato un’associazione maggiore tra sonno breve e composizione corporea femminile, altri hanno rilevato un’associazione con l’obesità addominale solo negli uomini. Una nuova metanalisi pubblicata recentemente da Maria G. Lange (Warwick Medical School, University of Warwick, Coventry, UK) e colleghi su Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases ha cercato di valutare sistematicamente se l’associazione tra breve durata del sonno e obesità differisca realmente tra i due sessi, con potenziali implicazioni per la ricerca di interventi sull’obesità specifici per sesso.

Gli investigatori hanno condotto una ricerca sistematica utilizzando i database Medline, EMBASE e Web of Sciences, dall’inizio del 2023 al 17 febbraio dello stesso anno. Le strategie di ricerca hanno utilizzato i titoli degli argomenti e le parole chiave limitatamente alla lingua inglese.

Nei 6 studi selezionati sono state incluse in totale 132.472 persone (39,89% donne). Gli articoli sono stati pubblicati in lingua inglese tra il 2010 e il 2021, da Giappone (n = 2), Cina (n = 2), Stati Uniti (n = 1) e Spagna (n = 1). Le dimensioni del campione variavano da 7752 a 67.344 partecipanti e la rappresentanza femminile variava dal 7,3 al 59,8%. Tutti gli studi erano di coorte longitudinali con un tempo di follow-up compreso fra 1 e 7,5 anni. Tre studi hanno selezionato i partecipanti dalla popolazione generale, due studi hanno selezionato i partecipanti fra i dipendenti di aziende locali e uno studio ha selezionato i partecipanti da un database di laureati.

Tutti e sei gli studi hanno misurato la durata del sonno in modo soggettivo, attraverso questionari autoriportati o durante interviste strutturate. La durata del sonno breve è stata classificata come <5 ore/notte in 4 studi, ≤6 ore/notte in uno studio e <6,5 ore/notte nell’ultimo studio incluso. La classificazione del gruppo di controllo variava da 5-7 ore/notte a 8 ore/notte. L’esito dell’obesità era basato sull’indice di massa corporea (BMI), calcolato in base all’altezza e al peso autodichiarati in due studi e misurato oggettivamente con bilance elettroniche calibrate in quattro studi. Il cut-off del BMI variava da 24 a 30 kg/m2.

I risultati delle analisi indicano che le donne e gli uomini che riferiscono soggettivamente una breve durata del sonno hanno un rischio simile di obesità incidente.

Uno dei principali punti di forza della revisione è stato l’ampio numero di partecipanti inclusi negli studi prospettici, nonché l’inclusione di studi di coorte longitudinali che hanno consentito un’analisi accurata della relazione temporale tra durata del sonno e obesità. È altresì particolarmente importante che siano stati selezionati studi che avessero previsto il confronto fra donne e uomini già all’interno del disegno di studio.

La metanalisi presenta comunque anche alcuni limiti, in particolare il potenziale confondimento introdotto dalla durata autoriferita del sonno che può aver influito sull’associazione osservata. Tuttavia, la letteratura sostiene una buona correlazione tra la durata del sonno riferita soggettivamente e quella misurata oggettivamente.


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