Skip to content

Partecipare ai Giochi Olimpici Speciali può contribuire a ridurre la probabilità di sviluppare diabete mellito nelle persone con disabilità intellettive

Punti chiave

Domanda: Gli interventi comportamentali e educazionali per un sano e corretto stile di vita dei Giochi Olimpici Speciali potrebbero costituire una strategia efficace nei gruppi di persone con disabilità intellettive per prevenire la maggiore incidenza di diabete mellito?

Risultati: Uno studio di coorte retrospettivo canadese riporta una riduzione del 15% del rischio di sviluppare diabete mellito in soggetti adulti con disabilità intellettive partecipanti ai Giochi Olimpici Speciali rispetto a quelli con disabilità intellettive non partecipanti, per un periodo osservazionale di 20 anni.

Significato: I Giochi Olimpici Speciali, attraverso programmi e interventi strutturati per favorire l’inclusione delle persone con disabilità intellettive, possono rappresentare una valida strategia, relativamente a basso costo, adattabile a questi gruppi speciali di persone per implementare corretti stili di vita e promuovere la prevenzione di sovrappeso, obesità e diabete mellito.


A cura di Sara Colarusso

23 luglio 2024 (Gruppo Comunicazione) – Fra le persone con disabilità intellettive (DI) il rischio di sviluppare diabete mellito (DM) è maggiore rispetto alla popolazione generale: questo è quanto ci dimostrano diversi studi epidemiologici, seppure con percentuali variabili in relazione alle differenti disabilità incluse e ai range d’età. Le persone con DI hanno maggiore prevalenza di sovrappeso/obesità, in alcuni casi dovuta proprio alla patologia di base oppure agli stili di vita poco perfettibili; tale prevalenza si associa anche a più bassi livelli di attività fisica e all’uso di farmaci che contribuiscono all’incremento ponderale.

A ciò si aggiunge che la gestione del DM e della prevenzione delle complicanze in tali persone è spesso scarsa, e che gli approcci sanitari comunemente impiegati nella popolazione generale non sono sempre adattabili alle persone con DI.

I Giochi Olimpici Speciali (GOS) sono manifestazioni sportive promosse da Special Olympics Inc, associazione internazionale fondata negli USA nel 1968, per proporre e organizzare allenamenti ed eventi per le persone con DI e per ogni livello di abilità. Tali programmi internazionali sono nati per promuovere la partecipazione sociale attraverso allenamenti sportivi inclusivi per tutte le discipline, incoraggiando in tal senso anche l’alfabetizzazione sanitaria, gli screening sanitari, favorendo l’attività fisica, la promozione della salute e le interazioni sociali.

Promuovere la partecipazione ai GOS potrebbe pertanto avere un effetto positivo anche sulla prevenzione del DM nelle persone con DI.

Un recente studio canadese, condotto da Meghann Lloyd (Ontario Tech University, Faculty of Health Sciences, Ontario, Canada) e colleghi, ha per la prima volta valutato il rischio di sviluppare DM (tipo 2) nei soggetti con DI partecipanti ai GOS, rispetto a quelli con DI non partecipanti. Si tratta di uno studio retrospettivo di coorte, per un periodo osservazionale di 20 anni (1995-2015), in cui i ricercatori hanno utilizzato i database dell’ICES, istituto di ricerca che raccoglie i dati amministrativi per i servizi sanitari della popolazione dell’Ontario. Gli adulti con DI sono stati individuati attraverso i codici diagnostici ICD-9. Nessun partecipante aveva una diagnosi di DM prima dell’inizio dell’osservazione.

Lo studio ha incluso 35.154 persone adulte con DI (età 30-39 anni), di cui 4145 partecipanti ai GOS e 31.009 non partecipanti.

Con l’analisi di regressione di Cox è stato calcolato il rischio di DM rispetto alla variabile primaria indipendente, ossia la partecipazione ai GOS, e in relazione alle altre variabili confondenti, ossia sesso, età, luogo di provenienza (rurale/urbano), reddito, stato di salute e livello di morbidità.

Nelle persone con DI partecipanti ai GOS si è osservata una riduzione del 15% del rischio di sviluppare DM (hazard ratio 0,85), rispetto ai non partecipanti, risultato statisticamente significativo (p <0,0003).

Fra le limitazioni dello studio è da annoverare la mancanza di informazioni relate ai tipi e gradi di disabilità, possibili fattori impattanti sul livello richiesto di supporto socioeducazionale, sul tipo di morbilità correlate, e sulle attività svolte; mancano inoltre i dati sul BMI, importante fattore di rischio per il DM.

Non è possibile definire o dettagliare quali forme di partecipazione ai GOS possano essere esattamente vantaggiose per prevenire il DM; l’ipotesi dominante per ora rimane, indipendentemente dai programmi di attività fisica proposti e svolti, l’importante contributo delle attività educazionali e sociali che impatterebbero sullo stile di vita e pertanto anche sulle raccomandazioni nutrizionali e motorie di promozione della salute.

Nelle loro conclusioni, i ricercatori propongono, in assenza di altre strategie efficaci nella popolazione con DI, la partecipazione ai GOS come un valido intervento educazionale di prevenzione, relativamente a basso costo (in confronto ai costi di trattamento del DM). Studi ad hoc andrebbero condotti per valutare in maniera specifica su campioni adeguati e omogenei la reale significatività clinica e le modalità con cui i GOS possano essere realmente efficaci, anche in termini economici, per promuovere la salute, evitare disparità nelle persone con DI e prevenire il DM magari anche dall’età più giovanile.


Diabet Med 2024, Jun 25. Online ahead of print

PubMed


AMD segnala articoli della letteratura internazionale la cui rilevanza e significato clinico restano aperti alla discussione scientifica e al giudizio critico individuale. Opinioni, riflessioni e commenti da parte degli autori degli articoli proposti non riflettono quindi posizioni ufficiali dell’Associazione Medici Diabetologi.