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Efficacia di semaglutide e tirzepatide in persone adulte con DT1 e sovrappeso o obesità

Punti chiave

Domanda: Poiché la prevalenza di sovrappeso e obesità è in aumento anche nelle persone con DT1; quali risultati metabolici si osservano in contesto real-world con l’impiego off-label di semaglutide e tirzepatide in aggiunta all’insulina?

Risultati: In persone con DT1 e sovrappeso/obesità, l’impiego off-label di semaglutide e tirzepatide è risultato associato a un calo ponderale rispettivamente del 9,1% (-8,7 ± 1,3 kg) e 21,4% (-22,4 ± 1,4 kg) e a un miglioramento del compenso glicemico (HbA1c -0,54 ± 0,14% per semaglutide e -0,68 ± 0,16% per tirzepatide).

Significato: L’utilizzo off-label di semaglutide e tirzepatide in persone con DT1 e sovrappeso/obesità sembra riportare effetti benefici sul peso corporeo e sul compenso glicemico. L’uso di tali molecole potrebbe dunque rivelarsi vantaggioso anche in quei soggetti che sono tradizionalmente esclusi dalle sperimentazioni, sebbene esistano i presupposti per disegnare studi dedicati a valutare con metodo EBM l’efficacia e la sicurezza di questi farmaci nel DT1.


28 gennaio 2025 (Gruppo ComunicAzione) – A cura di Elisabetta Salutini

Che cosa si sa già? La terapia insulinica raccomandata per le persone con diabete tipo 1 (DT1) può associarsi a incremento ponderale, con conseguente peggioramento dei fattori di rischio cardiovascolari. Inoltre, così come accade nella popolazione generale, la prevalenza di sovrappeso e obesità è in aumento anche nelle persone con DT1.

I farmaci innovativi, tra cui semaglutide e tirzepatide, determinano un significativo calo ponderale e possono ridurre il rischio di malattia cardiovascolare e malattia renale diabetica. Sebbene tali farmaci non siano approvati per l’impiego nelle persone con DT1, è in aumento il loro utilizzo off-label.

Quali sono le nuove evidenze? Nello studio real-world condotto da Janet K. Snell-Bergeon (Barbara Davis Center for Diabetes, University of Colorado Denver, Aurora, Colorado; USA) e colleghi, i ricecatori hanno condotto un’analisi retrospettiva per valutare efficacia e sicurezza dell’impiego off-label di semaglutide e tirzepatide in persone con DT1 in un periodo di 12 mesi. Sono stati selezionati 100 adulti con DT1 e sovrappeso od obesità, in trattamento con terapia insulinica intensiva (multiniettiva [MI] o in infusione sottocutanea continua [ISC] con sistema ad ansa chiusa) e che avessero assunto per almeno tre mesi semaglutide (n = 50) o tirzepatide (n = 50). Inoltre, sono stati identificati 50 controlli con DT1 che non avessero assunto farmaci per il calo ponderale (appaiati per età, durata di malattia, sesso, indice di massa corporea ed emoglobina glicata).

I tre gruppi erano simili per le caratteristiche di base (età, durata di malattia, sesso, BMI, numero di soggetti in trattamento con microinfusore), a eccezione della dose di insulina totale e basale poiché i pazienti allocati a trattamento con tirzepatide assumevano dosaggi insulinici maggiori rispetto ai soggetti del gruppo di controllo. Inoltre, i pazienti che venivano trattati con tirzepatide avevano un valore di HbA1c di partenza inferiore a quello dei soggetti allocati a semaglutide.

La dose mediana di semaglutide e tirzepatide era rispettivamente di 0,5 e 7,5 mg a settimana.

I soggetti trattati con semaglutide e tirzepatide presentavano una riduzione a 12 mesi BMI rispettivamente di 3,0 ± 0,5 e 7,5 ± 0,5 kg/m2 e una diminuzione ponderale rispettivamente del 9,1 e del 21,4%; p <0,0001 (-8,7 ± 1.3 vs -22,4 ± 1,4 kg; p <0,0001). A 12 mesi il calo ponderale ha superato la soglia del 10% nell’87% dei soggetti in terapia con tirzepatide, nel 47% dei soggetti in trattamento con semaglutide e in nessuno dei controlli (p <0,0001). Parallelamente, si osservava una riduzione a 12 mesi del valore di HbA1c pari a -0,54 ± 0,14% per gli utilizzatori di semaglutide e a -0,68 ± 0,16% nel gruppo trattato con tirzepatide, mentre non vi erano variazioni nel gruppo di controllo. Le dosi giornaliere di insulina si riducevano in misura significativamente maggiore nelle persone trattate con tirzepatide (in cui si registrava anche una maggiore riduzione della dose di insulina per kg di peso corporeo).

I risultati osservati per il BMI e il peso perso (in percentuale e in kg) non differivano tra le persone in trattamento MI o in ISC. Anche il valore di HbA1c non differiva in base alla modalità di assunzione dell’insulina o al tipo di farmaco (con trend a favore dei soggetti ISC e in trattamento con tirzepatide).

Commento e spunti per la pratica clinica. Questo studio, con i limiti dati dalla sua natura retrospettiva e dalle piccole dimensioni campionarie, suggerisce che l’impiego di semaglutide e tirzepatide in persone con DT1 e sovrappeso/obesità si associ a effetti benefici sul peso corporeo e sul compenso glicemico in un periodo di utilizzo pari a 12 mesi, in associazione alla terapia insulinica (MI o ISC con sistema ad ansa chiusa).

L’incremento delle persone con “diabete doppio” (DT1 e insulino-resistenza associata a obesità) rappresenta una sfida terapeutica per il futuro imminente e i dati osservazionali sull’impiego off-label di molecole per la cura dell’obesità supportano la progettazione di trial clinici dedicati, sia per una valutazione rigorosa dell’efficacia di tali trattamenti nella popolazione con DT1, sia per acquisire informazioni cruciali in termini di sicurezza.


Diabetes Technol Ther 2025 Jan;27(1):1-9

PubMed

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