Skip to content

Diabete No Grazie

Nuovi trattamenti per l’obesità: dall’era chirurgica all’era farmacologica?

Negli ultimi anni l’uso dei GLP-1 RA, come la semaglutide, si è affermato come efficace strumento per la cura dell’obesità. E il panorama farmacologico si amplierà nel prossimo futuro. Un recente studio americano ha osservato la tendenza alla riduzione del ricorso alla chirurgia bariatrica a favore, invece, dell’impiego di tali farmaci. Se la tendenza venisse confermata da studi futuri, ciò rappresenterebbe una rivoluzione nella gestione dell’obesità.

A cura di Roberta Poli

7 febbraio 2025 (Gruppo Comunicazione) – L’obesità è una malattia cronica che coinvolge circa un miliardo di persone nel mondo, tanto che si parla oggi di “pandemia di obesità”, con ricadute di sanità pubblica ed economico-sociali molto rilevanti.

Tuttavia, nella popolazione delle persone che ne soffrono, persiste la percezione di uno “stigma” che segna per tutta la vita: ciò condiziona, in primo luogo, il coinvolgimento sociale, e, in secondo luogo, porta a una ridotta consapevolezza di malattia e dell’aumentato rischio di malattie cardiovascolari a cui si è esposti.

Il quadro e la ricerca
Lo stesso sistema sanitario, nel suo complesso, si trova in difficoltà di fronte al dilagare di questa condizione. È ormai evidente che la soluzione del problema risiede in un approccio integrato che comprenda misure di prevenzione (modifica dello stile di vita, intensificazione dell’attività fisica) insieme all’uso di farmaci. Entrambe le soluzioni sono, almeno potenzialmente, accessibili e sostenibili da tutte le fasce della popolazione. Nel 2022 è stato approvato da trentatré paesi appartenenti all’OMS il piano chiamato Acceleration Plan to stop Obesity, che propone la combinazione, in un percorso personalizzato, di un adeguato stile di vita all’uso di farmaci sino alla chirurgia bariatrica.

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante portando alla ribalta, nella cura dell’obesità, i farmaci cosiddetti agonisti recettoriali del GLP-1 (GLP-1 RA) che, come la semaglutide, si sono dimostrati in grado di ridurre significativamente il peso e il rischio cardiovascolare.

Data la grande efficacia dimostrata di tali farmaci, come è cambiato nel tempo, il ricorso alla chirurgia bariatrica come misura di cura definitiva?

Una risposta a tale domanda è stata proposta in un recente studio statunitense, pubblicato su JAMA Network Open in cui sono state analizzate la quota e le caratteristiche dei pazienti trattati con GLP-1 RA in confronto a coloro i quali sono stati sottoposti a intervento di chirurgia bariatrica.

L’analisi ha coinvolto, negli USA, dal 2022 al 2023, circa 17 milioni di persone con obesità senza diabete, utilizzando i dati delle società assicurative.

Ebbene, è stato osservato un aumento di circa due volte dell’impiego dei GLP-1 RA nel trattamento dell’obesità e una riduzione di circa il 25% del ricorso alla soluzione chirurgica. Se tali dati fossero confermati da studi più ampi, aprirebbero una nuova era nel trattamento dell’obesità.

In ogni caso, gli autori dello studio sottolineavano che ancora un’ampia quota della popolazione studiata non riceveva alcun trattamento per via dei costi e dei possibili effetti collaterali.

Resta quindi auspicabile che le istituzioni contribuiscano a rendere maggiormente accessibili entrambi i percorsi, in modo da garantire a tutti un trattamento efficace e personalizzato per questa condizione clinica.


Metabolic Bariatric Surgery in the Era of GLP-1 Receptor Agonists for Obesity Management
JAMA Netw Open. 2024;7(10):e2441380

Obesity and Glucagon-Like Peptide-1 Receptor Agonists
JAMA. 2024 Dec 18. Online ahead of print