Patate, no grazie!
Le patate sono l’unica verdura (in realtà si tratta di un tubero) sconsigliata a chi ha il diabete. Sono ricche di amidi e gli amidi sono i carboidrati che più velocemente si trasformano in glucosio ed entrano nel sangue. L’indice glicemico delle patate lesse è superiore perfino a quello dello zucchero. Se ne potrebbe dedurre che un consumo eccessivo di patate e patatine aumenti il rischio di diabete. È così?
Uno studio svolto dalla Chan School of Public Health di Harvard, e precisamente dal team di Frank Hu insieme al giapponese Osaka Center for Cancer and Cardiovascular Disease Prevention, ha analizzato i dati di tre indagini: il Nurses’ health study 1 e 2 e lo Health Professionals Follow-up Study che contengono sia i diari alimentari, sia la storia clinica decennale di 200 mila soggetti americani per un totale di 4 milioni di anni/persona.
Nel corso di questi studi, 15 mila soggetti hanno sviluppato diabete di tipo 2. Analizzando i dati è emerso che un forte consumo di patate, sotto qualunque forma (lesse, al forno, fritte), è correlato al rischio di sviluppare il diabete: 1,33 volte superiore alla media per chi ne metteva in tavola una porzione al giorno. Con due-quattro porzioni a settimana il rischio è solo 1,07 volte superiore. Ovviamente le patatine fritte sono più associate alla comparsa di diabete rispetto alle patate bollite o al forno.
Isao Muraki et al. Potato Consumption and Risk of Type 2 Diabetes: Results from Three Prospective Cohort Studies