Salute e fede
Da oltre cento anni, la sociologia prima e l’epidemiologia poi, hanno visto un legame fra la religione e la salute. Periodici studi hanno rilevato un rapporto fra la ‘fede’ e la durata della vita. L’ultimo studio, quello più ‘potente’, è stato realizzato dalla Scuola di Epidemiologia e Salute Pubblica di Harvard e utilizza i dati del Nurses’ health study su 75 mila infermiere statunitensi seguite dal 1996 per 16 anni. In questo periodo 13.500 donne sono morte, 2.721 per malattie cardiovascolari e 4.500 per tumori.
Tra le donne studiate, 30 mila andavano a messa (la grande maggioranza cristiane) o equivalenti una volta a settimana, 12 mila non tutte le settimane, 14 mila più di una volta a settimana e 18 mila mai.
Le donne più assidue avevano meno probabilità di soffrire di sintomi depressivi, di fumare ed erano più spesso sposate.
Le donne che seguivano la messa più di una volta a settimana, avevamo un rischio di morte del 33% inferiore rispetto a quelle che non andavano a messa.
Il rischio era scalare: 26% per chi andava una volta a settimana e 13% non tutte le settimane.
Si possono trarre suggestive idee da questi dati ma è opportuno notare che, pur nella sua base potente e credibile, lo studio si riferisce solo a donne, in grande percentuale bianche con uno stato socio-economico superiore alla media e comunque omogeneo, che esercitano una professione che le porta a riflettere e avere accesso a informazioni sulla salute e alle relative cure, e che la frequenza a una funzione religiosa sottintende un certo livello di salute fisica (in parte quindi la salute permette di andare a messa). Gli autori affermano di avere isolato e neutralizzato alcuni aspetti come il livello di supporto sociale che caratterizza le persone inserite in una comunità religiosa.
Association of Religious Service Attendance With Mortality Among Women
AMA Intern Med. Published online May 16, 2016. doi:10.1001/jamainternmed.2016.1615