In fatto di prevenzione, meglio la gravidanza prima, il diabete poi (anzi… il diabete no, grazie!)
A cura di Elisabetta Salutini
26 giugno 2025 – Uno studio retrospettivo (condotto a posteriori) ha valutato gli esiti di gravidanze in pazienti con diabete tipo 2 (DT2), confrontando le pazienti in cui il diabete era insorto prima dei trent’anni di età rispetto a quelle in cui invece la malattia si era manifestata fra i 30 e i 40 anni.
I dettagli della ricerca
Lo studio, basato su un singolo centro australiano, ha analizzato i dati clinici di un piccolo gruppo di pazienti (135) con DT2 e che erano state seguite durante la gravidanza, intrapresa dopo la diagnosi di diabete. Dall’analisi delle cartelle cliniche (per gli anni dal 2010 al 2019) è emerso che, per le pazienti in cui la diagnosi di diabete era più tardiva (dopo i 30 anni) e, quindi, in cui la malattia era presente da meno tempo, si aveva un minor incremento di peso corporeo e un miglior compenso glicemico (valutato con il dosaggio dell’emoglobina glicata), rispetto alle pazienti che avevano il diabete da più tempo o in cui la comparsa di malattia era stata più precoce. Al contrario, l’età materna al momento della gravidanza non sembrava essere di per sé un fattore con impatto negativo sui parametri metabolici.
I prossimi passi della ricerca
I risultati preliminari dello studio dovranno essere validati nell’ambito di ricerche con un maggior numero di pazienti. Se fossero confermarti, andrebbero a sostenere ulteriormente la necessità di prevenire il diabete (in primis tramite lo stile di vita) e ritardarne l’esordio, con maggiore attenzione alle donne in età fertile che desiderano intraprendere una gravidanza.
Pregnancy outcomes in women with young-onset type 2 diabetes: the impact of age of diabetes diagnosis and duration of diabetes
Diabet Med. 2025; 00:e70049. doi:10.1111/dme.70049