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Il ruolo della metformina negli adolescenti con diabete tipo 1

Punti chiave

Domanda: Quale può essere il ruolo della metformina nella terapia degli adolescenti con diabete tipo 1?

Risultati: Una recente network metanalisi ha valutato efficacia e sicurezza della metformina in aggiunta alla terapia insulinica negli adolescenti con diabete tipo 1. L’associazione non ha ridotto significativamente l’HbA1c, ma ha migliorato alcuni parametri metabolici. In particolare, la dose di 2,0 g/die ha ridotto il BMI e i livelli di colesterolo totale e LDL, mentre dosi anche inferiori hanno permesso di ridurre il fabbisogno giornaliero di insulina. La metformina ha mostrato buon profilo di sicurezza, senza aumentare il rischio di effetti avversi come ipoglicemia, disturbi gastrointestinali, chetoacidosi diabetica o danni epatici.

Significato: La metformina rappresenta un’opzione terapeutica interessante per gli adolescenti con diabete tipo 1, poiché può contribuire alla riduzione ponderale, diminuire il fabbisogno quotidiano di insulina e migliorare alcuni parametri metabolici, ed è generalmente ben tollerata, con un buon profilo di sicurezza.


28 ottobre 2025 (Gruppo ComunicAzione) – A cura di Olimpia Iacono

CHE COSA SI SA GIÀ? Il diabete tipo 1 (DT1) è una malattia autoimmune causata dalla progressiva distruzione delle cellule beta pancreatiche, la cui terapia si basa sulla somministrazione di insulina esogena. Tra gli adolescenti con DT1si riscontrano spesso elevati livelli di ormoni glucagon-like e di abitudini alimentari malsane, che possono provocare insulino-resistenza, aumento ponderale e disturbi del metabolismo lipidico che a loro volta aumentano il rischio di complicanze a lungo termine.

La metformina, tradizionalmente utilizzata per la cura del diabete tipo 2, è attualmente oggetto di studio anche per la cura del DT1, grazia alla sua capacità di ridurre la gluconeogenesi epatica, migliorare l’assorbimento di glucosio nei tessuti e aumentare la sensibilità insulinica. Inoltre, può contribuire a ridurre l’appetito, favorire il calo ponderale e migliorare il metabolismo lipidico. Attualmente non vi è consenso riguardo a dosaggio ottimale, efficacia clinica e profilo di sicurezza della metformina negli adolescenti con DT1. Gli studi disponibili hanno impiegato regimi posologici eterogenei, riportando risultati variabili in termini di controllo glicemico, riduzione del peso corporeo, fabbisogno insulinico e incidenza di effetti avversi, limitando così la possibilità di trarre conclusioni definitive.

QUALI SONO LE NUOVE EVIDENZE? Recentemente è stata pubblicata su BMC Endocrine Disorders – da Cheng Li (Dept. of Pediatric Endocrinologic and Genetic and Metabolic Diseases, Qingdao Women and Children’s Hospital, Shandong, China) e colleghi – una network metanalisi per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’aggiunta della metformina alla terapia insulinica negli adolescenti con DT1. L’obiettivo è quello di quantificare gli effetti dei diversi dosaggi di metformina e caratterizzare in modo approfondito il profilo di sicurezza della terapia.

La metanalisi ha incluso dati provenienti da 14 studi, coinvolgendo in totale 764 adolescenti con DT1, suddivisi in 5 regimi di dosaggio di metformina: 1 g/die, 1,7 g/die, 2 g/die, dosaggio in base al peso (≤60 kg: 1 g, ≥60 kg: 2 g al giorno), multidosaggio basato sul peso (<50 kg: 1 g/die, 50-75 kg: 1,5 g/die, ≥75 kg: 2 g/die).

Risultati sull’efficacia:

  • HbA1c: assenza di riduzioni statisticamente significative nel gruppo di soggetti trattati con metformina in aggiunta alla terapia insulinica rispetto a quelli trattati con placebo.
  • BMI: 2 g/die di metformina hanno ridotto in maniera significativa il BMI rispetto al gruppo trattato con placebo (differenza media (MD, mean difference) -0,6 kg/m2, IC 95%: da -0,68 a -0,52, p <0,05).
  • Fabbisogno insulinico: 1 g/die, 2 g/die e dosi in base al peso nei gruppi di 60 kg di metformina hanno ridotto in modo statisticamente significativo il fabbisogno insulinico dei soggetti, rispettivamente con valori di MD -0,14 UI/kg/die (IC 95%: da -0,27 a 0, p <0,05), MD -0,09 UI/kg/die (IC 95%: da -0,18 a 0, p <0,05), MD -0,015 UI/kg/die (IC 95%: da -0,27 a -0,02, p <0,05)
  • Profilo lipidico: rispetto al placebo, sia il gruppo che utilizzava 2 g/die di metformina sia il gruppo che utilizzava dosi di metformina in base al peso hanno presentato riduzioni significative dei livelli di colesterolo totale, rispettivamente con MD -6,36 mg/dl (IC 95%: da -8,6 a -4,16 p <0,05) e con MD -7,82 mg/dl (IC 95%: da -12,5 a -3,56 p <0,05). La metformina al dosaggio di 2 g/die si è inoltre mostrata efficace nel ridurre in maniera statisticamente significativa i livelli di colesterolo LDL (MD -12,78 mg/dl; IC 95%: da -21,17 a -0,49, p <0,05).

Risultati sulla sicurezza:

  • Effetti gastrointestinali: gli effetti collaterali della metformina quali nausea, vomito, diarrea e dispepsia sono noti, e possono essere correlati all’alterato assorbimento glucidico intestinale, disregolazione del microbiota e aumentata produzione di lattati. In questa metanalisi non è stato riscontrato un incremento significativo degli eventi avversi gastrointestinali rispetto al placebo.
  • Ipoglicemia: uno studio precedente condotto da Meng et al. [Diabetes Metab Res Rev 2018;34(4):e2983] aveva dimostrato un incremento del rischio di ipoglicemia in bambini affetti da DT1 trattati con insulina in combinazione con metformina. In questa metanalisi non è però emerso un significativo aumento degli episodi di ipoglicemia nel gruppo trattato con metformina.
  • Chetoacidosi diabetica: assenza di aumento significativo di episodi di chetoacidosi diabetica nel gruppo trattato con metformina.
  • Incremento transaminasi: gli adolescenti con DT1 con insulino-resistenza potrebbero sviluppare steatosi epatica non alcolica, caratterizzata da accumulo di grasso epatico e incrementata risposta infiammatoria che potrebbero aumentare i livelli di transaminasi, alterando la funzionalità epatica e riducendo la capacità del fegato di eliminare i lattati, aumentando il rischio di acidosi lattica. Per tale ragione, i bambini con livelli di transaminasi superiori a tre volte il limite massimo normale o con grave disfunzione epatica, non dovrebbero assumere metformina. Questa metanalisi ha mostrato che metformina, indipendentemente dalla dose (aggiustata per peso: 50-60 kg), non ha avuto effetti negativi sulla funzione epatica.

Limiti. Il lavoro di Li e colleghi ne presenta alcuni: ad esempio, una certa eterogeneità nei risultati potrebbe essere dovuta a differenze tra le popolazioni studiate, inclusa l’etnia, o nei metodi utilizzati per misurare la sensibilità all’insulina, rendendo difficile l’analisi combinata dei dati. La durata dei trial clinici randomizzati inclusi è stata relativamente breve e non sono disponibili dati derivanti dal monitoraggio continuo del glucosio. Per colmare tali lacune, sono necessari studi futuri su larga scala e di lunga durata, con metodi standardizzati per misurare la sensibilità insulinica.

COMMENTO E SPUNTI PER LA PRATICA CLINICA. L’impiego della metformina come terapia aggiuntiva nei soggetti adolescenti con DT1 e insulino-resistenza si configura come un’opzione terapeutica interessante, in particolare per il miglioramento del profilo metabolico. La dose di 2 g/die sembra offrire i maggiori benefici, con una buona tollerabilità e senza un aumento significativo degli effetti collaterali. È tuttavia importante ricordare che l’effetto sull’HbA1c è limitato e che l’indicazione all’uso dovrebbe essere valutata caso per caso, tenendo conto delle caratteristiche cliniche della persona, della funzionalità epatica e del rischio di acidosi lattica. Rimane fondamentale monitorare attentamente le persone e promuovere ulteriori studi a lungo termine per chiarire il reale impatto della metformina in questo sottogruppo di individui.


LEGGI E SCARICA L’ARTICOLO ORIGINALE: BMC Endocr Disord 2025 Oct 3;25(1):224

PubMed


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