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Ridefinire la sindrome metabolica nel diabete tipo 2: nuove soglie per una diagnosi più precisa

Punti chiave

Domanda: È possibile stabilire delle soglie precise per definire meglio il rischio cardiovascolare nelle persone con diabete tipo 2?

Risultati: Uno studio trasversale condotto su 400 adulti iraniani con diabete tipo 2 ha raccolto dati antropometrici (BMI, circonferenza vita/fianchi), biochimici (glicemia a digiuno, profilo lipidico) e parametrici (pressione arteriosa), calcolando diversi indici predittivi di sindrome metabolica. Quelli maggiormente utili sono risultati essere il lipid accumulation product (AUC = 0,90, cut-off = 66,84, sensibilità = 76%, specificità = 93%) e il cardio-metabolic index(AUC = 0,88, cut-off = 2,19, sensibilità = 74%, specificità = 88%); in paricolare, il lipid accumulation product ha dimostrato un’associazione forte con la sindrome metabolica (OR = 56,28, IC 95%: 26,10-121,34, p <0,001), confermata dall’analisi di regressione logistica multivariata.

Significato: Il lipid accumulation e il cardio-metabolic index possono essere considerati degli strumenti utili da integrare nella pratica clinica per identificare precocemente la sindrome metabolica nelle persone con diabete tipo 2 e per migliorare la prevenzione cardiovascolare, sebbene manchino ancora le validazioni in popolazioni ampie ed etnicamente diverse e studi longitudinali per confermare valore predittivo a lungo termine.


18 novembre 2025 (Gruppo ComunicAzione) – A cura di Maria Elena Valera Mora

CHE COSA SI SA GIÀ? Il diabete rappresenta una crisi sanitaria globale con proiezioni che indicano oltre 642 milioni di persone colpite entro il 2040. Una problematica importante nella popolazione con diabete è l’elevata prevalenza della sindrome metabolica (SM), che comporta un insieme di alterazioni quali obesità, ipertensione arteriosa, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL (C-HDL). Allo stesso tempo, la SM aumenta significativamente il rischio di sviluppare diabete, cardiopatia ischemica e ictus. La prevalenza globale della SM varia dal 38,3 al 47,6% e in Iran tra il 32% e il 47,6%.

Nonostante esistano dei nuovi indici antropometrici, come il body roundness index che mette in relazione altezza e circonferenza vita, oltre al BMI, manca una chiara definizione dei valori soglia ottimali (cut-off) per gli indici cardiometabolici nelle persone con diabete tipo 2 (DT2). Lo studio trasversale pubblicato recentemente su BMC Endocrine Disorders da Hadi Bazyar (Student Research Committee, Dept. of Public Health, Sirjan School of Medical Sciences, Sirjan, Iran) e colleghi, mira a stabilire i cut-off ottimali per prevedere la SM negli adulti iraniani con DT2 per condurre a una diagnosi precoce e a strategie di intervento mirate.

QUALI SONO LE NUOVE EVIDENZE? Condotto su 400 adulti iraniani con DT2, lo studio ha raccolto dati antropometrici (BMI e circonferenza vita/fianchi), biochimici (glicemia a digiuno, profilo lipidico) e parametrici (pressione arteriosa) e ha calcolato diversi indici cardiometabolici, quali:

  • Lipid accumulation product (LAP) = maschi: (circonferenza vita – 65) × TG (trigliceridi); femmine: (circonferenza vita – 58) × TG
  • Cardio-metabolic index (CMI) = (TG/C-HDL) × WHtR (waist-to-height ratio)
  • Atherogenic index of plasma (AIP) = Log (TG/C-HDL)
  • Lipoprotein combine index (LCI) = TC × TG × LDL/HDL)
  • Atherogenic index (AI) = C-LDL/C-HDL)
  • Atherogenic coefficient (AC) = CT (colesterolo totale) – C-HDL)/HDL
  • Cholesterol index (CHOL INDEX) = C-LDL – C-HDL/C-HDL
  • Coronary risk index (CRI) = TC/C-HDL.

È stata quindi condotta un’analisi della curva ROC, al fine di individuare i cutt-off ottimali e valutare la loro sensibilità e la specificità nella diagnosi della SM.

Tutti gli indici hanno evidenziato un’associazione significativa con il rischio di SM, ma i due con maggiore impatto predittivo sono risultati:

  • il LAP, che riflette l’accumulo di grasso viscerale e trigliceridi elevati (AUC = 0,90, cut-off = 66,84, sensibilità = 76%, specificità = 93%);
  • e il CMI, che combina dislipidemia aterogena (TG/C-HDL) con obesità centrale, utile per identificare LDL piccole e dense (AUC = 0,88, cut-off = 2,19, sensibilità = 74%, specificità = 88%).

Il LAP ha mostrato un’associazione forte con la SM (OR = 56,28, IC 95%: 26,10-121,34, p <0,001).

Tali associazioni sono rimaste significative in tutti i modelli utilizzati: modello 1 (non aggiustato), modello 2 (aggiustato per età e sesso) e modello 3 (aggiustato per età, sesso, etnia, livello di istruzione, occupazione, durata della malattia, attività fisica e terapie farmacologiche).

Confrontando i dati ottenuti per la realtà iraniana con quelli di altri paesi è risultato che il cut-off del LAP iraniano (66,84) è più alto rispetto a quello della Cina (52,3, obesità centrale e BMI più bassi), dell’Europa (60, adiposità più magra e TG più bassi, preferibile usare il rapporto circonferenza vita-altezza) e della Nigeria (50, prevalenza di obesità “metabolicamente sana” con grasso sottocutaneo predominante), riflettendo differenze etniche e dietetiche e ponendo indicazione a interventi mirati (dieta mediterranea, esercizio aerobico, terapia con fibrati).

Il cut-off del CMI iraniano (2,19) è risultato superiore a quello del Giappone (1,85, meno grasso viscerale, TG/C-HDL elevato) e della Germania (1,98, rapporto circonferenza vita-altezza più basso e TG più controllati), a causa di una maggiore obesità addominale e dislipidemia, dato importante per la stratificazione del rischio e per la decisione terapeutica (statine o GLP-1 RA).

SINTESI DEI RISULTATI E COMMENTO. LAP e CMI sono due indici con buona accuratezza diagnostica per predire la SM nelle persone con diabete e sono al tempo stesso strumenti pratici e non invasivi, utili soprattutto in contesti con risorse limitate.

Tuttavia, le valutazioni sono chiaramente influenzate da differenze etniche, principalmente nella distribuzione del grasso corporeo e nel metabolismo lipidico, per cui sono necessari studi longitudinali su gruppi etnici diversi che permettano di inserire tali indici negli algoritmi clinici di valutazione del rischio cardiovascolare per una gestione personalizzata delle persone con DT2 e SM.


LEGGI E SCARICA L’ARTCILO ORIGINALE: BMC Endocr Disord 2025 Oct 24;25(1):241

PubMed


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