Analisi dei dati sui ricoveri ospedalieri provenienti dagli studi di fase 3a ONWARDS 1-6 sull’insulina settimanale icodec
Punti chiave
Domanda: Quale impatto ha l’utilizzo dell’insulina settimanale icodec su frequenza e durata delle ospedalizzazioni? E sul controllo glicemico durante il ricovero, nelle fasi immediatamente precedenti e successive?
Risultati: È stata condotta un’analisi post-hoc sui dati delle 4346 persone con DT2 e DT1 arruolate negli studi ONWARDS. La frequenza e la durata mediana delle ospedalizzazioni sono risultate simili nei soggetti trattati con icodec (152 su 2172, durata mediana 5 giorni) e con insuline basali giornaliere (156 su 2175, durata mediana 6 giorni). La maggior parte dei partecipanti ospedalizzati ha completato gli studi senza interrompere definitivamente il trattamento (84,9% nel gruppo icodec; 90,4% nel gruppo insuline giornaliere) e il dosaggio di icodec è rimasto pressoché stabile nel periricovero. Durante l’ospedalizzazione, 6 partecipanti trattati con icodec (1 DT2, 5 DT1) e 3 trattati con insuline basali giornaliere (1 DT2, 2 DT1) hanno riportato episodi di ipoglicemia significativa (glicemia <54 mg/dl) o grave (qualsiasi valore con necessità di assistenza).
Conclusioni: I risultati preliminari suggeriscono che il trattamento con icodec, rispetto alle insuline giornaliere, non influisce su frequenza e durata delle ospedalizzazioni e garantisce un controllo glicemico simile durante il ricovero e nelle fasi immediatamente precedenti e successive. L’analisi suggerisce pertanto che l’insulina settimanale icodec potrebbe essere gestita in modo analogo alle insuline basali giornaliere durante l’ospedalizzazione.
23 settembre 2025 (Gruppo ComunicAzione) – A cura di Gisella Boselli
CHE COSA SI SA GIÀ? Le persone con diabete presentano tassi di ricovero per tutte le cause corretti per età circa doppi rispetto alla popolazione non diabetica. L’ospedalizzazione rappresenta un periodo critico per quanto riguarda la gestione della terapia insulinica: da un lato è caratterizzato da una maggiore instabilità glicemica, dall’altro un controllo glicemico adeguato è particolarmente importante, poiché un peggioramento del compenso può influire negativamente sugli esiti clinici del ricovero.
Icodec è un’insulina basale settimanale la cui efficacia e sicurezza è stata studiata in persone con diabete tipo 2 (DT2) e tipo 1 (DT1) nell’ambito del programma ONWARDS, composto da 6 studi di fase 3a (ONWARDS 1-6), in cui icodec è stata confrontata alle principali insuline basali giornaliere (degludec, glargine U100 e U300). Nel complesso, in tali studi icodec si è dimostrata non inferiore, e in alcuni casi superiore, in termini di controllo glicemico misurato mediante HbA1c. I tassi di ipoglicemie significative e gravi sono risultati simili rispetto ai trattamenti giornalieri, se si eccettua lo studio ONWARDS 6, condotto su persone con DT1, dove si è registrata un’incidenza più elevata di eventi nel gruppo trattato con icodec. Tuttavia, un aspetto clinicamente rilevante e ancora poco indagato riguarda l’impiego di icodec durante il ricovero ospedaliero, un evento relativamente frequente nelle persone con diabete e delicato dal punto di vista del controllo glicemico.
QUALI SONO LE NUOVE EVIDENZE? Per indagare tale aspetto un gruppo di ricercatori ha condotto un’analisi post-hoc sui dati delle 4346 persone arruolate negli studi ONWARDS, 2172 trattate con icodec (1882 con DT2, 290 con DT1) e 2175 trattate con comparatori giornalieri (1883 con DT2, 292 con DT1), pubblicandola su Diabetes Therapy. La frequenza e la durata mediana delle ospedalizzazioni sono risultate simili nei soggetti trattati con icodec (152 su 2172, durata mediana 5 giorni) e con comparatori giornalieri (156 su 2175, durata mediana 6 giorni). La maggior parte dei ricoveri è avvenuta in ambito medico (icodec 140 su 180, insuline giornaliere 138 su 174) e durante l’ospedalizzazione la gestione di icodec è stata affidata al giudizio clinico del medico curante.
La maggioranza dei partecipanti ospedalizzati ha completato gli studi senza interrompere definitivamente il trattamento (84,9% nel gruppo icodec; 90,4% nel gruppo insuline giornaliere). Le interruzioni si sono verificate per eventi avversi eterogenei, non riconducibili a un pattern specifico. Il dosaggio di icodec è rimasto pressoché stabile nel periodo intorno al ricovero (190 UI/settimana) e solo in poche ospedalizzazioni si sono rese necessarie dosi aggiuntive di insulina basale (icodec 4 su 180, insuline giornaliere 15 su 174) e/o di insulina rapida (icodec 24 su 180, insuline giornaliere 19 su 174).
Dal punto di vista del controllo glicemico:
- I dati di automonitoraggio glicemico raccolti dai pazienti (SBMG) non hanno mostrato fluttuazioni significative, con valori comparabili fra i due gruppi 4 settimane prima, durante e 4 settimane dopo il ricovero; analogamente, i livelli di HbA1c sono rimasti sostanzialmente invariati nei diversi momenti osservati (prericovero, postdimissione e fine dello studio), indipendentemente dal trattamento ricevuto.
- Tra le persone con DT2, i tassi di ipoglicemie clinicamente significative e gravi in corso di ricovero sono risultati bassi e simili tra i due gruppi di trattamento (icodec 1,33 episodi per anno-paziente, insuline giornaliere 0,27-0,61 episodi per anno-paziente; nei pazienti con DT1, invece, si è osservata una maggiore incidenza di ipoglicemie significative e gravi nel gruppo icodec (11,66 episodi per anno-paziente) rispetto ai comparatori giornalieri (4,97 episodi per anno-paziente), andamento che si è mantenuto costante anche nel periodo prima e dopo il ricovero, e che conferma i risultati dello studio ONWARDS 6.
SINTESI DEI RISULTATI E COMMENTO. Questa analisi post-hoc degli studi ONWARDS offre spunti promettenti sull’affidabilità di icodec durante brevi ricoveri, evidenziando una frequenza e durata delle ospedalizzazioni simili ai comparatori giornalieri e un buon mantenimento del controllo glicemico, senza variazioni significative di dosaggio. Tuttavia, il numero complessivo di ricoveri è stato contenuto, in particolare nella popolazione con DT1, limitando la forza delle conclusioni.
Inoltre, lo studio presenta diversi limiti: i dati glicemici sono spesso incompleti (pochi valori di SBMG e assenza di dati di monitoraggio in continuo della glicemia), manca la standardizzazione nella tempistica delle misurazioni (es. HbA1crilevata in momenti diversi), non è stata classificata la natura del ricovero (urgente vs programmato), né analizzata la gestione delle altre terapie diabetologiche durante la degenza. Studi più ampi e più solidi saranno necessari a confermare tali risultati preliminari.
LEGGI E SCARICA L’ARTICOLO ORIGINALE: Diabetes Ther 2025 Aug;16(8):1615-31
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