Ancora dati interessanti dagli “Annali” AMD: i trigliceridi e il C-HDL predicono lo sviluppo di nefropatia diabetica in soggetti con diabete tipo 2
nano cura di Riccardo Candido
20 gennaio 2017 (Gruppo ComunicAzione) – Nonostante il raggiungimento degli obiettivi glicemici, pressori e di colesterolo LDL (C-LDL), il rischio di sviluppare nefropatia diabetica rimane elevato tra i pazienti con diabete tipo 2.
Uno studio osservazionale retrospettivo, recentemente pubblicato sulla rivista Diabetes Care, ha esaminato, partendo dal database degli Annali AMD, se alti valori di trigliceridi (TG) e /o bassi livelli di colesterolo HDL (C-HDL) (le alterazioni lipidiche che tipicamente caratterizzano il diabete tipo 2) contribuiscano all’elevato rischio residuo per la nefropatia diabetica. Tra i 47.177 pazienti afferenti ai Centri diabetologici italiani, sono stati valutati 15.362 soggetti che al basale avevano velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) ≥60 ml/min/1,73 m2, normoalbuminuria e C-LDL ≤ 130 mg/dl. L’endpoint primario era l’incidenza di nefropatia, definita come basso eGFR (<60 ml/min/1,73 m2) o come riduzione del filtrato >30% e/o albuminuria; i pazienti sono stati esaminati con un follow-up di 4 anni.
Nel complesso, il 12,8% dei pazienti ha sviluppato bassi valori di eGFR, il 7,6% una riduzione dell’eGFR > 30%, il 23,2% albuminuria e il 4% sia albuminuria sia eGFR <60 ml/min/1,73 m2 o riduzione dell’eGFR > 30%. Livelli di trigliceridemia ≥150 mg/dl aumentavano del 26% il rischio di avere un basso eGFR, del 29% di avere una riduzione dell’eGFR> 30%, del 19% di sviluppare albuminuria e del 35% di avere una delle sopramenzionate alterazioni. Contemporaneamente, valori di C-HDL < 40 mg/dl negli uomini e <50 mg/dl nelle donne sono stati associati con un rischio del 27% più elevato di basso eGFR, del 28% di avere riduzione dell’eGFR >30% e con un rischio del 24% più elevato di sviluppare albuminuria e del 44% di sviluppare una delle precedenti alterazioni. Tali associazioni rimanevano significative quando le concentrazioni di TG e di C-HDL sono stati esaminate come variabili continue e sono state solo attenuate nell’analisi multivariata.
In conclusione, in una ampia popolazione di pazienti ambulatoriali affetti da diabete tipo 2, bassi livelli di C-HDL e livelli elevati di TG erano fattori di rischio indipendenti per lo sviluppo di nefropatia diabetica in un arco temporale di 4 anni.
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