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Anticipare la curva per ritardare il diabete?

Punti chiave

Domanda: È possibile utilizzare i valori glicemici a 1 ora dopo carico di glucosio per identificare i pazienti a rischio di sviluppare il diabete tipo 2 e le sue complicanze?

Risultati: L’International Diabetes Federation ha recentemente pubblicato un position statement in cui propone nuovi criteri per lo screening e la diagnosi di diabete e prediabete, basandosi sui valori glicemici della prima ora dopo curva da carico di glucosio. Infatti, una soglia glicemica a 1 ora dopo carico di glucosio ≥8,6 mmol/l (155 mg/dl) si è mostrata più efficace nel predire lo sviluppo di diabete tipo 2 rispetto agli attuali standard diagnostici (mediana: 1,6 anni prima; media 5,3 anni). Valori glicemici ≥11,6 mmol/l (209 mg/dl) a 1 ora dopo curva da carico di glucosio sono invece diagnostici per il diabete tipo 2.

Significato: L’utilizzo della glicemia a 1 ora dopo carico di glucosio con valore predittivo per lo sviluppo del diabete e delle sue complicanze potrebbe costituire uno strumento alternativo e vantaggioso rispetto all’OGTT a 2 ore, grazie alla sua maggiore sensibilità (che consente di individuare soggetti a rischio che “sfuggono” agli attuali criteri diagnostici), maggiore praticità (curva da carico di durata minore) e maggiore costo-efficacia (costi ridotti).


A cura di Olimpia Iacono

25 marzo 2024 (Gruppo ComunicAzione) – Negli ultimi 40 anni numerosi studi hanno dimostrato la maggior efficacia della glicemia a 1 ora dopo curva da carico di glucosio (1-h OGTT) nel predire lo sviluppo di diabete tipo 2 (DT2) e delle sue complicanze rispetto ai valori di glicemia a digiuno, HbA1c e glicemia a 2-h OGTT, anche in soggetti con normale tolleranza glucidica (HbA1c <39 mmol/mol o 5,7%, glicemia a digiuno <5,5 mmol/l o 100 mg/dl, glicemia a 2-h OGTT <7,8 mmol/l o 140 mg/dl). Tuttavia, tali evidenze non sono state tradotte in un aggiornamento dei criteri diagnostici. Per cui, in un recentissimo position statementl’International Diabetes Federation propone nuovi criteri:

  • glicemia a 1 ora ≥11,6 mmol/l (209 mg/dl) per la diagnosi di DT2, con necessità di un secondo test di conferma per la diagnosi;
  • glicemia a 1 ora ≥8,6 mmol/l (155 mg/dl) per la diagnosi di iperglicemia intermedia (IH, intermediatehyperglycaemia) o prediabete.

Alcuni dei risultati degli studi che hanno portato a tale position statement possono essere così riassunti:

  • L’IH precede lo sviluppo di IGT e di DT2, dunque il test a 1 ora consente l’individuazione precoce di soggetti ad alto rischio di sviluppare DT2, permettendo così l’avvio di programmi di prevenzione in soggetti che attualmente sfuggono ai criteri diagnostici di DT2 e prediabete. Ciò consentirebbe di ritardare l’esordio del diabete.
  • L’IH ha dimostrato una correlazione con il rischio di sviluppare complicanze micro- e macrovascolari. Il cut off del 2-h OGTT per la diagnosi di DT2 (≥200 mg/dl) era stato stabilito sulla base del fatto che a quel valore corrispondeva un notevole incremento della prevalenza delle complicanze microvascolari specifiche per l’iperglicemia (retinopatia). Le attuali evidenze scientifiche dimostrano che anche valori aumentati di glicemia a 1 ora dopo curva da carico sono associati ad un aumentato rischio di retinopatia. In uno studio che ha comparato la capacità predittiva dei cut off glicemici a 1 e a 2 ore dopo curva da carico attraverso un’analisi cross-sectional e longitudinale è emerso che i due valori non differiscono fra loro per quanto riguarda il potere predittivo nell’identificare casi di retinopatia.
  • La curva a 1 ora presenta sensibilità pari o addirittura superiore rispetto all’OGTT standard (75 vs 56% in uno degli studi) nell’identificare soggetti con da Inoltre, essendo più semplice da eseguire e meno costosa, potrebbe essere considerata un valido strumento di screening nelle popolazioni ad alto rischio, oltre che strumento diagnostico in sostituzione all’OGTT standard.

Considerato l’incessante aumento della prevalenza del DT2, urgono interventi che ne ritardino l’esordio, ne prevengano mortalità e morbilità, rendano sostenibile l’assistenza sanitaria, garantiscano la produttività sociale e riducano la sofferenza umana. In tale contesto, nonostante le sfide inerenti all’implementazione dell’1-h OGTT, tale strumento presenta notevole potenziale per la diagnosi precoce e lo screening. La riduzione della durata dell’OGTT da 2 a 1 ora non rende il test meno informativo, presentando invece molti vantaggi.


Diabetes Res Clin Pract 2024 Mar:209:111589

PubMed


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